Ho fatto un viaggio a Genova, il 28 febbraio 2023, per vedere il secondo film del regista genovese Marco Cucurnia, dal titolo Un filo più breve. Era l’anteprima nazionale e si è tenuta alla sala Sivori. Ne è valsa la pena? Se vi dico di sì, mi credete? La sala Sivori è una delle sale più antiche d’Italia. Ora il film verrà presentato a Roma, giovedì 27 aprile alle ore 21:00 con una proiezione esclusiva su invito.

Vi dico subito che conosco bene Marco Cucurnia e non vi potrò raccontare molto riguardo la trama, anzi nulla. Marco vuole che gli spettatori non arrivino in sala con un’idea propria. Mi ha raccontato più volte di quando, andando a vedere Superman 3 nel 1983, non sapeva che, ad un certo punto del film, Superman si sdoppiasse e così ci fossero il Superman buono e quello cattivo. Fu una sorpresa che non dimentica ancora oggi. La stessa sorpresa che vuole lasciare agli accorsi in sala.

Tornando a parlare della trama, Marco Cucurnia non la ama troppo neppure da spettatore. C’è anche un’altra ragione, possiamo dire che nel suo film non ci sono quinte, al massimo un sottile separé, quindi ogni spiegazione, anche sulla genesi dell’opera, è già vicenda e già racconto. Potrò raccontarvi qualcosa invece sul tono, che è la cosa che, secondo me, il regista è riuscito a definire e comunicare bene al pubblico in sala.

Marco Cucurnia in questi anni ha lavorato a diverse mostre e opere d’arte visiva che lo hanno aiutato a concentrarsi e a non perdere di vista il motivo filmico della sua opera seconda. Una fra tutte la mostra Amircal in via Margutta nel 2015.

I colori, la musica, le sagome in ombra, i racconti fuori campo portano lo spettatore di Un filo più breve a diventare ad un certo punto un attore del film. Molti lo dicevano a Marco Cucurnia a fine proiezione, a Genova. Il filo più breve di cui parla la storia scritta con il bravissimo Filippo Gili è la traccia, la strada che ognuno di noi almeno una volta nella vita pensa di aver perso ed invece è lì, sotto una pila di libri, in un cassetto disordinato o in un’antica casa d’infanzia come racconta Cucurnia. La locandina è infatti una casetta di cartone che il padre di Marco, l’artista Giulio Cucurnia costruisce per il presepio, con le scatolette delle medicine. 

Ecco… il film racconta di come possiamo trasformare e rovesciare gli eventi avversi e antipatici. È anche per questo motivo che ho deciso di scrivere di questo film. Il motto di Rewiters inizia così: 

Il mondo è cambiato, è in atto una rivoluzione. Solo chi non vuole vederla non la vive.

Il primo film di Marco Cucurnia si intitola SoloMetro distribuito dall’Istituto Luce, premiato più volte in Francia ed apprezzato da molti registi come Dino Risi e Pupi Avati. Nonostante questo Marco Cucurnia ha avuto molte difficoltà a realizzare la sua seconda opera.

Marco Cucurnia che è stato assistente di Mario Monicelli per quasi vent’anni, mi spiega che in realtà non è così strano, purtroppo esiste ancora una cosa fuori moda come la gelosia; ride mentre me lo dice. Ma è grazie al dolore che ha provato dopo SoloMetro che è riuscito ad ideare e realizzare, così bene, Un filo più breve

Marco Cucurnia, assistente di Mario Monicelli, con il Maestro.

Sì, Marco ha lavorato tanto con Mario Monicelli perché è il regista che più amava ed ama. A diciotto anni è partito da Genova con una valigetta per conoscerlo. E ci è riuscito. Marco Cucurnia aveva trovato nel film e nel pudore di Mario Monicelli un involucro per le sue sconfitte. Proprio poco tempo fa, nell’ottobre del 2021 a Cinecittà è stata installata la nuova opera, di pura descrizione, omaggio al suo Maestro, Le pareti di Monicelli.

Le pareti di Monicelli – Cinecittà (2021)

Nel 2001 Marco Cucurnia aveva già realizzato un lavoro dedicato a Mario Monicelli: “Mario Monicelli l’artigiano di Viareggio”. Mi piace ricordare anche l’amicizia di Cucurnia con Paolo Villaggio con il quale ha girato nel 2004, Genova amore mio.

Paolo Villaggio e Giulia Nebbia sul set di “Genova amore mio”

Un filo più breve non è tanto importante che venga visto da tantissimi, ma è importante che ci sia. 

La proiezione privata è su invito, i lettori di Rewriters potranno chiedere il loro invito a cucurnia@tiscali.it

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