Non c’è nessuna ricorrenza ma solo il caso che mi ha portato a rivedere un piccolo capolavoro, Bande à part di Jean-Luc Godard (1964). Per chi lo desidera è disponibile su Amazon Prime Video.

Se volete assaporare un sorso di vita, una leggerezza inconsueta, questo è il vostro film.

Il regista francese dopo la produzione internazionale de Il disprezzo compone un piccolo gioiello di spontaneità e giocosità che è come sempre un omaggio al cinema, in particolare a quello americano, così il cineasta ricorda che: Si è trattato di fare un film come agli inizi, cioè un film da poco, a basso costo e girato in poco tempo, che accordasse importanza sia al personaggio sia alla maniera in cui lo si fa agire. Un film che corrispondesse ai film di serie B che amo nel cinema americano”.

 Quando guardate Pulp Fiction di Quentin Tarantino ricordatevi del famoso ballo di John Travolta e Uma Thurman: ecco, è ispirato a quello dei tre protagonisti del film francese.

La pellicola di Jean Luc Godard è leggera, giocosa, irrispettosa, divertente, nonsense, segue le vicende di due piccoli ladruncoli e della splendida Odile conosciuta ad un corso di inglese per adulti. Un lungometraggio che si muove con una bellezza di altri tempi con inquadrature precise, scelte con accuratezza, in fondo anche noi vorremmo comportarci come i protagonisti, forse non commettere le stesse azioni, ma appropriarci di quell’alone di giovanile spensieratezza.

La mia mente ha colto nel film un fermento nuovo che forse ci occorre proprio adesso, una ventata di follia. In questo periodo post Covid 19, in cui forse la vita sta ripartendo, è doveroso riconsiderare le nostre scelte, le priorità, è come ritrovarsi negli anni ’60, periodo ricco di fervore.

E’ come se Jean Luc Godard divertendosi con il cinema ci chiedesse che cosa vogliamo fare della nostra vita, con quale approccio affrontarla. Il gioco, la burla, l’ironia sono queste le chiavi con cui i protagonisti si scontrano con il mondo (il mimare un film di gangster oppure la lunga corsa al museo del Louvre incuranti di tutto).

Gli occhi di Odile, ingenui, spensierati ci osservano e ci invitano a ripensare noi stessi.

Se siete bloccati dalla paura questa pellicola vi insegna a sorridere e a giocare, come ricordava lo storico John Huizinga nel libro Homo Ludens:” Il gioco è più antico della cultura, perché il concetto di cultura, per quanto possa essere definito insufficientemente, presuppone in ogni modo convivenza umana, e gli animali non hanno aspettato che gli uomini insegnassero loro a giocare”.

Condividi: