Moltissimi di voi conoscono la canzone Blackbird contenuta nel White Album dei Beatles. Propone l’immagine di un merlo (blackbird appunto) che s’invola “in the dead of the night”, nel cuore della notte. Un volo nero, senza luce e senza luna, che però nasconde una metafora importante, perché blackbird significa non solo merlo ma anche ragazza di colore.

L’espressione è gergale e sicuramente molto invalsa in quel porto per la tratta degli schiavi che fu Liverpool, città natale dell’autore Paul McCartney.

Dal che si evince la forza metaforica del testo: più che del volo di un merlo nella notte nera, qui si parla dell’affrancamento dal razzismo di generazioni di colored ora per fortuna attive nella presa di coscienza della loro dignità.

L’anno di nascita di questa canzone, il 1968, fu durissimo, e in particolare McCartney rivelò che l’ispirazione gliela diede proprio l’assassinio di Martin Luther King, avvenuto poche settimane prima. E durissima è anche questa libertà, conquistata a così caro e indebito prezzo (indebito perché è la sua matrice razzista a esserlo).

Però è anche una libertà meravigliosa, al punto che val la pena d’essere descritta e persino messa in musica. A saperla leggere, la notte nera in cui il merlo vola assume contorni più luminosi di un giorno azzurro e senza nuvole.

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