Bridgerton e intimacy coordinator: lavorare con rispetto e sensibilità
Il 13 giugno uscirà Bridgerton 3 parte due. Bridgerton deve molto del suo successo alla figura dell'intimacy coordinator. Ma chi è e cosa fa?
Il 13 giugno uscirà Bridgerton 3 parte due. Bridgerton deve molto del suo successo alla figura dell'intimacy coordinator. Ma chi è e cosa fa?
Su Netflix ha già scalato le classifiche l’uscita della terza stagione di Bridgerton, fermatasi all’episodio 4. Il 13 giugno uscirà l’attesissima seconda parte della serie inglese narrata da Lady Whistledown basata sui romanzi di Julia Quinn. La serie deve tanta della sua fama alle atmosfere sfarzose in pieno stile inglese ottocentesco ma soprattutto a intense e intricate trame amorose con una sorprendente quota di erotismo. Centrale nella produzione della serie Bridgerton è la figura dell’intimacy coordinator. Questa figura professionale è sempre più diffusa negli Stati Uniti. In Italia lentamente si sta inserendo, ma ci sono notevoli passi in avanti.
Già dalla prima stagione di Bridgerton ci eravamo abituati ad assistere a scene sessualmente esplicite. Al culmine di grandi amori corrispondono momenti di grande erotismo diretti e sceneggiati sempre con grande sensibilità e che non sfociano mai nel volgare o nel pornografico. Anche nei primi 4 episodi di questa terza stagione di Bridgerton, già disponibili su Netflix, il lavoro dell’intimacy coordinator sembra essere stato fondamentale. Colin Bridgerton, personaggio chiave della stagione, è protagonista di scene d’erotismo come anche le sorelle Featherington, comicamente mosse a procreare da una madre in cerca di un’erede di famiglia.
La gestione di queste scene intime per la serie Bridgerton è nelle mani di Lizzy Talbot, una delle più famose Intimacy coordinator in Inghilterra e Stati Uniti. Lei stessa in diverse interviste ha sottolineato come in passato la sua professione fosse vista come una spesa straordinaria e quindi evitabile nella produzione di un film o una serie. Grazie al movimento del #Metoo, sono venuti a galla traumi legati alla superficialità con cui venivano svolte determinate scene sul set, o abusi subiti in sede di provino. Ad oggi, la considerazione intorno a questa figura è notevolmente cambiata, dando la giusta importanza alla professione e a quello che rappresenta.
L’intimacy coordinator, ormai imprescindibile sui set americani come ben dimostra Bridgerton, è la figura che ha il compito di coreografare le scene di sesso e di intimità tra gli attori. Lo scopo è che tutti gli interpreti si possano sentire a loro agio nello svolgere il lavoro. È accaduto fin troppo spesso che delle attrici e degli attori vivessero situazioni di imbarazzo, o peggio, sul luogo di lavoro. Questo è accaduto davanti a colleghi poco professionali, o registi e produttori che spingono gli interpreti a compiere azioni al di là di quanto concordato in anticipo. L’intimacy coordinator, tanto necessario oggi per la resa di serie acclamate come Bridgerton, fino a pochi anni fa non aveva spazio nel mondo cinematografico. I primi studi al riguardo sono infatti teatrali, e solo in seguito a scandali, ne è divenuta chiara l’importanza.
Gli scandali di abusi sessuali legati al mondo cinematografico sono tristemente tanti. L’intimità, necessaria o gratuita, richiesta agli attori ha creato, in tempi recenti, traumi e ferite importanti in molte persone. Sapere che oggi una professione tutela un ambito così delicato è un grande passo avanti. Tuttavia questo non basta a giustificare i fatti avvenuti in passato, ma piuttosto a condannarli ancora di più per quello che sono: reati.
Il caso Weinstein è forse il più emblematico da questo punto di vista. Il celebre produttore americano, ora condannato a 39 anni di reclusione, è stato denunciato da più di una dozzina di donne per aver sfruttato la sua posizione lavorativa per aggredire sessualmente delle attrici in sede di casting. Dalle coraggiose denunce di molte attrici, il produttore è stato condannato. In un certo senso, lo scandalo ha messo in moto un meccanismo di rispetto e tutela che arriva proprio alla figura dell’intimacy coordinator.
In Italia, negli ultimi anni, si parla sempre di più di questa figura professionale. Luisa Lazzaro è una delle prime a operare in Italia ed ha seguito ad esempio il set della serie Supersex su Rocco Siffredi. La presenza di questo ruolo chiave sui set di lavoro tuttavia non è ancora data per scontata. L’Anica Academy ETS, lo scorso settembre, ha persino avviato il primo corso di formazione per la figura di Intimacy Coordinator. E indovinate chi c’è tra i promotori? Proprio Netflix, il grande distributore svod e produttore che ha evidenziato la necessità di formare professionisti sul territorio italiano piuttosto che continuare a coinvolgere obbligatoriamente professionisti dall’estero. Si fa sempre più strada l’idea che l’intimacy coordinator non vada più considerato una eventuale possibilità. Ma piuttosto deve diventare una garanzia e abitudine.
Sottovalutare una scena intima, in cui è presente anche solo un bacio è un errore che non si deve commettere. Ogni interprete, prima di ogni ciak o provino, deve essere perfettamente cosciente e consapevole di ciò che sta per accadere. Del dove, del come, con chi e di chi è presente. Parola di attore! Perché nulla che riguardi l’intimità di una persona può essere lasciato al caso. Ogni sensibilità è diversa e in questo senso va rispettata. Dato che oggi la figura dell’intimacy coordinator in Italia non è sempre garantita, specialmente in ambito casting, è bene che tutte le parti conoscano delle fondamentali linee guida. L’associazione Unione Italiana Casting Director insieme ad UNITA e Amleta, associazioni di tutela interpreti, hanno redatto questo documento di cui si consiglia la facile fruizione. Una raccolta di consigli e linee guida perché l’ambiente del provino sia un luogo di lavoro sano, costruttivo e disteso per tutte le parti coinvolte.
Se serie come Bridgerton, Supersex o film come Poor Things ci piacciono così tanto, allora bisogna prendere sul serio la figura professionale dell’intimacy coordinator e non dare più nulla per scontato.