La bellezza salverà il mondo.
La risata è un momento di riflessione.
La grammatica può cambiare la vita.

Cos’hanno in comune queste frasi? Non molto in effetti; pensieri di tre persone diverse in epoche diverse, ma, a cominciare citando L’idiota di Dostoevskij si fa bella figura.

Riflettere sul fatto che la risata sia un momento di riflessione vale la pena, se non altro perché lo disse il regista Mario Monicelli.

La grammatica può cambiare la vita?

Questo sostiene Chiara Becchimanzi, attrice, comica, autrice, scrittrice, insegnante di teatro, filologa, umanista nonché unica vivente fra i tre.

Dopo averla scoperta e seguita su Instagram, ho assistito a un suo spettacolo di stand up comedy, Terapia d’urto, che lei porta in giro per l’Italia (l’ho visto solo due sere di seguito perché l’indomani avrebbe cambiato città). Il suggerimento di non perderlo è implicito.

Comunque, da lì in poi, Becchimanzi ha cominciato, senza saperlo, a seminare, suggerire, legittimare idee, concetti e, perché no? Sentimenti che fanno sì che oggi voglia parlarvene.

In questo suo breve video ci sono davvero tante cose (parla rapidamente), concetti profondi, ironia e semplicità.

Chiara Becchimanzi e il pensiero autonomo

Ma soprattutto, Becchimanzi indica la via per la costruzione di un pensiero autonomo. Ti tratta da persona intelligente e lo fa in modo ironico (cosa che, già in sé, ti ci fa sentire).

Se l’ironia è una visione personale, creativa della realtà, che va oltre il racconto lineare di un fatto, allora cogliere quell’ironia, e magari ridere, significa aver fatto un piccolo lavoro intellettuale che va oltre l’ascolto: una riflessione, appunto.

Chissà se Monicelli intendeva questo? Va be’, io la riflessione l’ho fatta.

Con il giusto interlocutore, fare un salto di qualità intellettuale ed emotivo diventa semplice, comunque alla portata di tutti e Chiara Becchimanzi, come un’amica o una sorella, fa proprio questo, stimola curiosità, smonta pregiudizi, crea fiducia. Un’operazione sociale e culturale bella e importante.

Più ci mettiamo in ascolto e più capiamo, più cose capiamo e più ci appassioniamo e allora ecco che anche la frase di Dostoevskij non è più così astratta. Una cosa bella -intesa non in senso puramente estetico, ma come qualcosa che ha un significato- ci sensibilizza, fa nascere un interesse, la voglia di muoversi e di fare il proprio. Un antidoto  all’indifferenza e alla paura, anticamere del nichilismo.

Le cose da dire su Chiara Becchimanzi sono davvero tante, servirebbe una tesi di dottorato per essere esaustivi, comunque, in questa sede mi interessava, più che altro, proporvi un incontro che vi farà bene. Adesso tocca a voi.

Tanto per trovare una chiusa, se prima la relazione fra le tre citazioni non era chiara, adesso è Chiara (Becchimanzi).

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