Comedian: la banana di Cattelan venduta all’asta per 6,2 milioni. Ma allora tutto può essere arte?
Comedian di Maurizio Cattelan è la banana più costosa al mondo: 6,2 milioni di dollari. Il documentario "The Price of Everything"
Comedian di Maurizio Cattelan è la banana più costosa al mondo: 6,2 milioni di dollari. Il documentario "The Price of Everything"
Il 20 novembre presso la casa d’aste Sotheby’s di New York è stata venduta Comedian, l’ultima opera dell’artista italiano Maurizio Cattelan. Ad aggiudicarsela è stato Justin Sun, imprenditore cinese specializzato in criptovalute e fondatore della piattaforma Tron, per il valore di 6,2 milioni di dollari.
Presentata in occasione di uno degli eventi più prestigiosi dedicati all’arte contemporanea, l’Art Basel di Miami Beach, Comedian, anche conosciuta come la banana consiste in un’installazione abbastanza insolita che ha lasciato tutti a bocca aperta. Sia per la disarmante semplicità che per il valore che le è stato infine attribuito. L’opera consiste infatti in una banana attaccata al muro con un nastro da pacchi di color argento.
Quello che mi sono chiesta io apprendendo la notizia è stato come è possibile che una banana, che al supermercato costa in media 0,30 centesimi, possa arrivare a costare quasi quanto un quadro di Gauguin? Eppure sembra proprio che sia così. Dietro l’apparente banalità dell’opera si cela un messaggio di enorme valore simbolico. Comedian, infatti, non è solo una banana, ma rappresenta un’idea. Con la banana, Cattelan intende infatti generare una riflessione sul mercato dell’arte contemporanea nell’epoca del consumismo e della globalizzazione. In particolare, come ha spiegato l’artista, il valore che oggi viene attribuito all’arte non riguarda più la sua bellezza, i materiali che la compongono, la sua durabilità, ma piuttosto l’idea e il messaggio che incarna.
Quando venne presentata per la prima volta nel 2019 a Miami, la banana di Cattelan è diventata subito virale, sollevando polemiche anche da parte dei critici d’arte che hanno definito Comedian una presa in giro del pubblico e del mercato dell’arte, sebbene altri l’abbiano celebrata come una brillante riflessione sul consumismo e sullo stato attuale dell’arte.
Fu proprio questa enorme risonanza mediatica a far schizzare il prezzo dell’opera, il cui valore stimato inizialmente è stato di 120 mila dollari, fino alla cifra di 6,2 milioni di dollari.
Con la sua banana, Maurizio Cattelan è riuscito a mostrare che effettivamente tutto può essere arte, dipende solo il contesto in cui è inserita. Non so se Leonardo, Michelangelo o Raffaello sarebbero stati d’accordo con questo, ma oggi a quanto pare è così.
L’eccessivo consumismo e la fame di possedere sempre più cose ha fatto sì che nel corso degli anni sempre più persone, soprattutto milionari e miliardari, si siano interessati al mondo dell’arte. Un po’ come succedeva nel Rinascimento, nel Barocco e nel Neoclassicismo, possedere un’opera d’arte era un segnale che glorificava lo status symbol delle famiglie aristocratiche, aumentando la loro ricchezza e fama.
Oggi succede esattamente lo stesso, ecco perché si arriva a pagare una banana 6,2 milioni. Un paradosso che è stato analizzato anche nel documentario The Price of Everything, prodotto da HBO nel 2018, che esplora come il valore delle opere d’arte sia stabilito più dal mercato che dal contenuto intrinseco.
Anche Francesco Bonami, nel suo libro Lo potevo fare anche io, offre uno spunto interessante. Bonami sottolinea come l’arte contemporanea spesso si basi sulla capacità di trasformare il banale in straordinario attraverso il contesto e il concetto. Comedian, in questo senso, è l’opera perfetta: chiunque può attaccare una banana al muro, ma non tutti posso farla valere milioni di dollari.
Con un patrimonio netto di almeno 1,43 miliardi di dollari, Justin Sun, 34 anni, è colui che si è aggiudicato l’asta che si è tenuta a New York lo scorso 20 novembre. Esperto di criptovalute, nel 2014 fonda la piattaforma Tron e nel 2017 lancia la moneta virtuale Tronix (Trx). Per lui Comedian:
“Non è solo un’opera d’arte, ma rappresenta un fenomeno culturale che collega comunità artistiche, meme e criptovalute. Credo che quest’opera ispirerà ulteriori riflessioni e discussioni e diventerà parte della storia. Sono onorato di essere il proprietario di questa banana e attendo con ansia la sua ispirazione e il suo impatto sugli amanti dell’arte di tutto il mondo.”
Se ve lo stavate chiedendo, sì la banana è commestibile. E tutte le volte, tre per la precisione, in cui è stata venduta è stata consegnata al compratore con tanto di certificato di autenticità, diritti d’autore che ne vietano ogni possibile riproduzione e una serie di istruzioni scritte direttamente da Cattelan. Queste ultime in particolare hanno attirato l’attenzione del pubblico in quanto pare siano totalmente segrete e solo i proprietari sono a conoscenza del contenuto. Molti hanno ipotizzato che racchiudano delle indicazioni riguardo a come deve essere esposta, quale deve essere l’angolazione del nastro e quale sia il giusto grado di maturazione del frutto che, per far sì che l’opera si mantenga invariata nel tempo, deve essere periodicamente sostituito prima che marcisca.
Justin Sun ha anche affermato che quando arriverà il momento di sostituirla, mangerà la banana per vivere appieno l’esperienza artistica e per
“onorare il suo posto sia nella storia dell’arte sia nella cultura popolare”.
Tuttavia, non sarà il primo. La banana è stata già addentata ben due volte: nel 2019, dall’artista performativo David Datuna, che mangiò la banana dicendo di avere fame; e nel 2023 da Noh Huyn-soo, uno studente di storia dell’arte che la mangiò in occasione dell’esposizione al Leeum Museum of Art di Seoul, anche lui affamato perché aveva saltato la colazione.
Comedian, o se preferite la banana, non è la prima opera dell’artista padovano a sollevare polemiche, indignazione, meraviglia e sconcerto.
Iniziò la sua carriera nel 1991 a Bologna, dove presentò Stadium, la sua prima grande opera scultorea. Si tratta di un calcio balilla di oltre 6 metri che può ospitare fino a 22 giocatori. Quello che stupisce sono le miniature dei calciatori in campo e le squadre per cui gareggiano: da un lato i bianchi e dall’altro i migranti, quest’ultimi appartenenti alla A.C. Forniture Sud, che fa riferimento all’inesauribile fonte di lavoro sottopagato offerto ai migranti. Un’opera che, attraverso la passione nazionale del calcio, mette in risalto il tema della migrazione, del caporalato e della crisi dei profughi ancora oggi attuale.
Cercando di suscitare sempre una riflessione e inviare un messaggio al pubblico che usufruisce delle sue opere, nel 1997 Cattelan realizza Novecento, un cavallo imbalsamato appeso al soffitto mediante un’imbracatura. Simbolo di un Paese esausto da un secolo di sconvolgimenti e violenze, il cavallo, che solitamente allude alla forza fisica, è qui raffigurato logoro e stanco.
Come non dimenticare la scultura L.O.V.E., acronimo di Libertà, Odio, Vendetta ed Eternità, più nota come il dito medio di Piazza Affari a Milano. Così come America, il wc in oro 18 carati esposto al Guggenheim Museum, utilizzabile dai visitatori e rubato nel 2019.
Attualmente Cattelan sta lavorando ad un altro progetto che prende il nome di Made in Catteland, con cui l’artista intende:
“[…] to overcome the boundaries of the work of art as we are used to think of it, exploring new possibilities of reaching the audience through the creation of new spaces of art fruition. Made in Catteland is a small-scale project that is rooted in an ambitious idea: to make possible for everyone to collect of contemporary art, regardless of the size of your home or your budget: if in the past everyone “can be an artist”, today, in Catteland, everyone can become a collector.”