“Cosa regalare? Cosa proprio non regalo? Cosa potrebbe non avere?
Cosa potrebbe davvero stupire?”

sono le piccole – che le grandi sono ben altre – domande che ci facciamo in questo periodo. Insieme a

“Cosa fai a Capodanno?”,

ovviamente.

Provo qui a darvi qualche utile e umile suggerimento: tre spettacoli teatrali e un viaggio letterario per mare e libri.

A Natale regala o regalatevi il viaggio letterario Nave di libri per Barcellona e/o uno (o tutti e tre) gli spettacoli della trilogia di Flavia Mastrella e Antonio Rezza che tornano a invadere il Teatro Vascello di Roma dal 12 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024.

Pronti?

Cosa regalare? Doni teatrali

Un trittico su come siamo e come eravamo. Quel che era ancora è, per il tempo che sarà. Ma intanto sta alla gogna come il corpo alla deriva.

Autocelebrativi gonfi di hybris, ecco cosa siamo diventati!
(Flavia Mastrella e Antonio Rezza)

Rezza e Mastrella, ovvero RezzaMastrella, il duo artistico di lungo corso, combinato artistico inimitabile nel panorama teatrale contemporaneo nonché Leoni d’oro alla carriera a La Biennale di Venezia, per Teatro 2018, ci propongono tre loro validissimi lavori.

Amistade, dal 12 al 17 dicembre, è una contaminazione di Flavia Mastrella e Antonio Rezza sfuggita dalle labbra di Dori Ghezzi, che vede in scena una presenza straordinaria, quella di Fabrizio De Andrè. Amistade è una storia a due voci, quella di Fabrizio De André registrata durante i concerti e quella di Antonio Rezza live. Tutto si svolge nell’habitat materico – visuale di Flavia Mastrella potenziato da frammenti di videoproiezioni e video mapping. Insieme a Antonio Rezza in scena c’è Ivan Bellavista. La voce e il movimento si alternano, gli editti di Fabrizio De André, parole del passato, si uniscono alla voce di Antonio Rezza creando una vicenda in continuità con il nostro presente fatto di abusi e veicolazioni di massa straordinariamente efficaci.

Amistade di RezzaMastrella

Fotofinish, dal 19 al 31 dicembre, con eccezionale replica domenica 31 dicembre ore 21:30 per uno speciale Capodanno con spettacolo, brindisi di mezzanotte e asta al buio, è la storia di un uomo che si fotografa per sentirsi meno solo. Apre così uno studio dove si immortala fingendosi ora cliente ora fotografo esperto. E grazie alla moltiplicazione della sua immagine arriva a credersi un politico che parla alla folla. Una folla che non c’è. Ma che lo galvanizza come tutte le cose che non avremo mai.

Tra un comizio e l’altro arriva a proclamarsi costruttore di ospedali ambulanti che si spostano direttamente nelle case dei malati. E all’interno di questi ospedali c’è sempre lui: sotto le vesti del primario, sotto quelle del degente e sotto quelle delle suore cappellone che sostituiscono la medicina con gli strumenti della fede. Ben presto, grazie all’inflazione della sua immagine, è convinto di non essere più solo. E continua nelle sue scorribande politiche delegando sé stesso alla cultura per costruire impossibili cinema dove l’erotismo differisce dalla pornografia solo per qualche traccia labile di dialogo.

E ipotizza incendi e sciagure, ipotizza uscite di sicurezza per portare in salvo lo spettatore medio che lui stesso rappresenta. Di tanto in tanto torna dal fotografo che è per costringersi a scattarsi nuove foto. E impazzisce a poco a poco. Ma mai completamente. Nel pieno del suo delirio auto presenzialista arriva a farsi donna con tutta la sua nudità camuffata; e a farsi uomo, pensandosi ora l’una ed ora l’altro, immaginando di uscirci insieme per rientrarsi accanto.

E come politico sblocca ogni piano regolatore per regalarsi una casa ambulante, come gli ospedali, come la disperazione di chi tenta di imbrogliar sé stesso. E quando è costretto a mettere un cane a difesa della sua abitazione capisce di esser solo e di essere lui quel cane posto a tutela della proprietà. Ma con un colpo di coda inaspettato torna da cane a politico e accusa gli elettori di non aver capito. Di non aver capito che nulla è mai esistito. L’unica cosa che esisteva era la sua solitudine. Che non può essere fotografata perché la solitudine è l’assenza di chi non ti è vicino.

Fotofinish di RezzaMastrella

Hybris dal 3 al 14 gennaio 2024, spettacolo debuttato nel 2022 a Spoleto nell’ambito del Festival dei Due Mondi, parte da una domanda: come si possono riempire le cose vuote? È possibile che il vuoto sia solo un punto di vista?

La porta… perché solo così ci si allontana. Ognuno perde l’orientamento, la certezza di essere in un luogo, perde il suo regno così in terra e non in cielo. L’uomo fa il verso alla belva. Che lui stesso rappresenta. Senza rancore. La porta ha perso la stanza e il suo significato, apre sul nulla e chiude sul nulla. Divide quello che non c’è… intorno un ambiente asettico fatto di bagliori. L’essere è prigioniero del corpo, fascinato dall’onnipotenza della sua immagine trasforma il suo aspetto per raggiungere la bellezza immobile e silente che tanto gli è cara. Le gabbie naturali imposte dal mondo legiferano della nascita, della crescita e della cultura, ma la morte è come al solito insabbiata; ai bambolotti queste cose sembrano inutili sofferenze, antiche volgarità.

La porta attraversata dal corpo, che è di cervello e profondamente pigro, si trasforma in un portale nel vuoto; al bordo del precipizio si può immaginare un mondo alternativo ma il bambolotto si lascia abitare da chiunque, di ognuno prende un pezzo, uno spunto, sicuro e consapevole di dare una direzione sua alle cose. La spina dorsale si allunga e si anima: finalmente si divide. Aprire la porta sulle altrui incertezze, sull’ambiguità, sull’insicurezza dell’essere e la meschinità dello stare. Chiunque sta in un punto, detta legge in quel punto. Ci si conosce sotto i piedi, nulla può durare a lungo quando due persone si incontrano esattamente dove sono: e dove stanno non si vede bene perché ci sono i piedi sopra. I rapporti finiscono perché nascono sotto i calcagni, senza rispetto. Piccoli dittatori che fanno della posizione la loro roccaforte. Ma poi barcollano con una porta davanti gestita da un carnefice inesatto che stabilisce dove gli altri vivono. Non cambia molto essere un metro oltre o un metro prima, ma muta lo stato d’animo di chi sapeva dove era e adesso ignora dove andrà perché non sa da dove parte.

Chi bussa sta dentro, chi bussa cerca disperatamente che qualcuno da fuori chieda “chi è?”. Bussiamo troppo spesso da fuori per tutelare le poche persone che vivono all’interno, si tratta di famiglie di due o tre elementi, piccoli centri di potere chiusi a chiave. Dovremmo imparare a bussare ogni volta che usciamo, perché fuori ci sono tutti, l’esterno è proprietà riservata, condominio esistenziale, casa aperta. L’educazione va sfoggiata in mezzo agli altri e non pretesa quando ci si spranga insieme al parentato. La famiglia la sera chiude fuori tutta l’umanità, che senso ha accogliere il diverso quando ogni notte ci barrichiamo dichiarando l’invalicabilità della nostra dimora? Infimi governanti delle pareti domestiche, come le bestie. L’uomo diventa circense, domatore della proprietà privata.

Hybris di RezzaMastrella

Cosa regalare? Doni letterari

Dal 20 al 25 aprile Leggere: tutti, in collaborazione con Agra Editrice e Grimaldi Lines Tour Operator,  con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura e dell’ANP organizza la XII edizione di Una nave di libri per Barcellona, viaggio letterario in coincidenza con il 23 aprile, Giornata Mondiale del Libro che a Barcellona si festeggia in modo del tutto particolare: nella Diada de Sant Jordi (il giorno di San Giorgio, patrono della Catalogna) è tradizione che gli uomini regalino una rosa alle donne e siano contraccambiati con un libro; così tutta la citta si riempie di rose e di libri con decine di eventi e incontri con scrittori e poeti.

Durante il viaggio, sia all’andata sia al ritorno, nelle sale della nave Cruise Roma il programma letterario, tra gli ospiti che hanno già aderito Lorenzo Marone, Gabriella Genisi, Giampaolo Simi, Anna Maria Gehnyei, la cantautrice Patrizia Cirulli, prevede incontri con scrittori, presentazioni di libri, spettacoli teatrali e musicali.

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