Dopo Giorgia e Elodie, anche Bertè contro la Meloni: il 25 settembre andate a votare!
Il vecchio asse Berlusconi, Meloni, Salvini ci ha portato al tracollo finanziario. Ma il motivo per cui non bisogna votare Giorgia Meloni è un altro.
Il vecchio asse Berlusconi, Meloni, Salvini ci ha portato al tracollo finanziario. Ma il motivo per cui non bisogna votare Giorgia Meloni è un altro.
Ho letto commenti al post di Loredana Bertè contro Giorgia Meloni (scesa in campo dopo Giorgia ed Elodie) e anche al mio di una tale ignoranza che forse due parole per spiegare il contesto servono: mi sembra che ancora oggi non tutti sappiano cosa sia il fascismo e cosa la Costituzione, eppure anche chi non sa vota. Mi rivolgo ai giovani, con cui mi sento più a mio agio, e dedico a loro questo articolo.
Cari ragazzi e care ragazze, mi sono associata alla critica della nostra blogger Loredana Bertè alla Meloni perchè mi ha urtato profondamente il commento dell’Onorevole all’articolo sul New York Times del noto giornalista David Broder (che, tra l’altro, sta lavorando a un libro sul fascismo nell’Italia contemporanea):
“I giornali internazionali imbeccati dalla sinistra raccontano di un’Italia governata da FdI come una specie di pericolo per tutto il mondo, ma segnalo alle persone che imbeccano la stampa internazionale che nessun italiano smetterà di votare FdI perché glielo dice il New York Times”.
Un modo volgare e come al solito violento di fronte ad un articolo colto, intelligente e informato (che vi consiglio di leggere) andato in onda su Rai Radio1.
Il titolo dell’articolo era eloquente (Il futuro è l’Italia, ed è squallido) ma non basta leggere solo quello: l’analisi politica di cosa sta accadendo al nostro Paese, anche grazie al fatto di essere osservato da fuori è molto utile per orientarci quando andremo a votare (mi raccomando, andiamo tuttə!).
A distanza di un secolo dalla marcia su Roma, spiega Broder, ci stiamo dirigendo verso la fiamma tricolore (la fiamma che arde sulla tomba di Mussolini, per intenderci), ossia Fratelli d’Italia che, grazie alle elezioni anticipate, potrebbe diventare il primo partito di estrema destra a guidare la nostra penisola.
Ricordiamoci che il vecchio asse formato con Forza Italia e la Lega, governandoci dal 2008 al 2011, ci ha portato al tracollo finanziario (lo spread passò in pochi mesi da 173 punti base a quota 528 – 226 era stato il record dalla nascita dell’Euro), facendoci entrare nei PIIGS, i Paesi in difficoltà (Standard & Poor’s declassò l’Italia facendo schizzare i Credit default swap: il mondo scommetteva sul fallimento del nostro Paese).
Ci siamo ripresi solo quando Berlusconi, Meloni e Salvini se ne andarono. Ricordo anche, tanto per rinforzare il messaggio di Elodie, che in quegli anni Salvini ha tolto i documenti ai bambini e alle bambine con famiglie omogenitoriali che, ancora oggi, non possono avere la carta di identità con sopra i nomi dei genitori riconosciuti per legge, perché non rispondendi alla dicitura padre e madre. Tra quei bambinə, tra l’altro, come scrivevo su Facebook, c’è anche la mia.
Ora il trio si ripropone ma questa volta, appunto, la spina dorsale è la fiamma tricolore: a poco serve il videomessaggio della Meloni in tre lingue e destinato alla stampa internazionale (ma non in italiano…) in cui dichiara che “la destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche”. Come le ha detto la senatrice Liliana Segre, contano i fatti, e quella fiamma tricolore, simbolo fascista, se resta significa qualcosa.
E arrivo al nocciolo, cari ragazze e ragazzi: anche se da noi per fortuna è garantita la libera manifestazione del pensiero, tuttavia associare un’iniziativa al fascismo (ad esempio usando nel proprio simbolo di riconoscimento la fiamma tricolore?) è reato.
Si chiama apologia del fascismo e fa parte dell’ordinamento giuridico italiano (art. 4 della legge Scelba attuativa della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione). Le parole dell’Art. 1 della Legge parlano chiaro:
«quando un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista (…) svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista».
Per questo, togliere la fiamma tricolore da Fratelli D’Italia è l’unico gesto che renderebbe credibili le parole della Meloni pronunciate nel suo videomessaggio internazionale.
Per trovare dichiarazioni razziste e omofobe della Meloni stessa e della sua crew, basta googlare (ad esempio qui) e ricordare che, secondo il rapporto 2017-2018 di Amnesty International sulla situazione dei diritti umani di 159 Stati del mondo, nel nostro Paese tra i leader a svettare per dichiarazioni politicamente scorrette è il segretario della Lega Matteo Salvini, seguito dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
E non posso non ricordare la crème de la crème, una dichiarazione del 2019 che ha reso l’Onorevole una vera pop star internazionale: “Come nelle fiabe ci sono gli orchi che rubavano i bambini per mangiarseli, a Bibbiano c’erano gli orchi che rubavano i bambini per mangiarsi sopra. Voglio dire che non credo in uno Stato che mette il desiderio legittimo di un omosessuale di adottare un bambino di fronte al diritto di quel bambino di avere un padre e una madre. Semplicemente perchè l’omosessuale vota e il bambino no”.
Vi saluto forte del fatto che, per fortuna, siamo in Europa e che la Risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull’omofobia in Europa, art 8 dice: «Il Parlamento europeo […] ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell’Unione europea senza discriminazioni»
Mentre l’art 10 aggiunge: «Il Parlamento europeo […] condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l’odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo, e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli».
Andiamo a votare in massa.