Dal 2 giugno al 14 agosto 2024, l’associazione Magma presenta la quinta edizione di Elementi, la rassegna itinerante di musica, performance e arti visive contemporanee, ideata nel 2020 con l’intento di creare una dimensione performativa immersiva all’interno di paesaggi naturali dall’elevata potenza emozionale che caratterizzano il territorio romagnolo.  

L’edizione 2024 di “Elementi”,
cosa è e cosa fa Magma

A un anno dall’ultima edizione, realizzata nel difficile periodo immediatamente successivo all’alluvione che ha colpito la regione, Elementi ha scelto di invitare ancora una volta il pubblico a scoprire una serie straordinari palcoscenici en plein air, tra Cervia, Milano Marittima, Faenza e Lugo di Romagna con una serie di eventi a impatto ambientale zero basati sulle specificità naturali di ogni location. L’edizione 2024 di Elementi conferma il proprio format interdisciplinare volto alla diffusione multisensoriale di forme eterogenee di espressione artistica contemporanea, con un calendario di 14 spettacoli performativi site specific distribuiti in 7 giornate.

Per l’associazione Magma ce ne parla Alex Montanaro

Cosa è Magma e cosa promuove?
Magma è un collettivo di ricerca interdisciplinare che dal 2014 si dedica alla promozione di forme eterogenee di espressione artistica contemporanea, spaziando dalla musica alla performance, fino alle arti visive. Il suo impegno si concretizza nella creazione di esperienze immersive che trasfigurano simbolicamente e culturalmente la percezione collettiva di luoghi di rilevanza storica, artistica e naturalistica, attraverso progetti curatoriali che esaltano un dialogo sostenibile con l’ambiente.

“Elementi” si posiziona in un momento molto particolare: quanto le condizioni meteo dello scorso anno hanno influenzato le vostre scelte?  
Le condizioni meteorologiche dell’anno precedente, in particolare gli eventi alluvionali che hanno flagellato alcuni luoghi di pregio come la Salina di Cervia, hanno avuto un impatto profondo e significativo. Questi eventi calamitosi hanno ispirato una riflessione sulla resilienza e la rigenerazione, influenzando in maniera determinante la programmazione di attività artistiche che interagiscono con i processi di ricostruzione, narrando storie di rinascita e conservazione culturale.

Quest’anno, uno dei luoghi più emblematici sarà senza dubbio la Salina, che lo scorso anno ha contribuito esponenzialmente a preservare gran parte della comunità cervese, trasformandosi in un bacino di laminazione emergenziale. Un altro luogo ancora profondamente segnato dagli eventi dello scorso anno è la pineta, il cui scenario è mutato drasticamente: molti alberi sono caduti e, durante la produzione del percorso che sarà utilizzato il 7 luglio, ci siamo resi conto di quanto la natura stia cambiando i nostri ambienti. In termini di scelte condizionate, il nostro approccio ha sempre saputo adattarsi alle situazioni contingenti. I format attivati da Elementi sono così rispettosi e site-specific da imporre una partecipazione del pubblico di dimensioni contenute.

Ci racconti dei criteri utilizzati per selezionare gli artisti in questione…
La selezione degli artisti per la rassegna Elementi si basa su una scrupolosa valutazione delle loro capacità di reinterpretare il lavoro in relazione ai genius loci dei luoghi prescelti, promuovendo una partecipazione attiva e multidisciplinare. Vengono privilegiati quegli artisti che propongono nuove modalità di interazione con il pubblico, dimostrando una sensibilità ecologica e una capacità di adattamento ai contesti.

Un altro criterio fondamentale è il desiderio di proporre un programma autentico, svincolato dalle logiche commerciali dei grandi festival. Ci piace mantenere una dimensione di scoperta, ritenendo che ogni evento rappresenti un’opportunità per far conoscere nel territorio romagnolo artisti che in contesti ordinari sarebbe difficile vedere e ascoltare. Abbiamo la fortuna di poter contare su un tavolo di confronto composto da diversi artisti che, integrandosi nella produzione del festival e della rassegna, si impegnano a curare parte delle proposte, mettendo a disposizione le proprie risorse e contatti personali, frutto di esperienze passate.

Fin dalla prima edizione di Elementi, ci siamo resi conto che la formula vincente delle nostre iniziative risiede nella forte connessione con i luoghi, portandoci ad essere molto più attenti alla selezione dei contenuti proposti, senza limiti nel presentare attività radicali e innovative. Prediligiamo un forte focus sui giovani emergenti del panorama sperimentale italiano e internazionale, credendo che l’ibridazione dei linguaggi rappresenti attualmente una delle più grandi virtuosità della rassegna.

Quali le maggiori difficoltà incontrate e che sostegno avete avuto?
Le principali sfide affrontate hanno riguardato la logistica nell’organizzazione di eventi in spazi naturali e non convenzionali, soprattutto in seguito a condizioni meteorologiche avverse. Il sostegno è giunto dai comuni locali, dalle istituzioni museali e dalle associazioni culturali, che hanno contribuito in modo significativo alla realizzazione e al successo degli eventi, fornendo risorse e supporto logistico. Una delle difficoltà maggiori è difendere il piccolo formato della rassegna, trovandoci spesso a fronteggiare numerose richieste per i singoli eventi, che possiamo accogliere solo parzialmente per rispettare i luoghi e le normative vigenti.

Un’altra grande sfida è far raggiungere i luoghi degli eventi al pubblico e agli artisti provenienti dall’estero. Molti piccoli comuni non sono adeguatamente attrezzati con servizi pubblici e strutture ricettive sufficienti per accogliere centinaia di persone. Lo scorso anno abbiamo affrontato numerosi imprevisti legati ai trasporti aerei, come l’incendio dell’aeroporto di Catania e numerosi ritardi e cancellazioni di voli nazionali e internazionali. Con grande impegno, siamo sempre riusciti a risolvere queste problematiche, garantendo il regolare svolgimento degli eventi.

Un cenno più specifico sulle performances?
Le performance di Elementi sono concepite per rispondere a una ricerca visiva innovativa e coinvolgente. Questi interventi esplorano nuove forme di espressività artistica, fondendo arte sonora, visiva e performativa, in un contesto di partecipazione e apprendimento attivo. Durante questa edizione, le performance saranno variegate e profonde. Nell’evento all’interno della pineta, verranno realizzate attività rivolte al concetto di nuova abitabilità nei luoghi naturali, con performance acustiche o semi-acustiche legate anche alle pratiche corporee che dialogheranno con lo scenario sonoro e visivo della pineta. A Villa Emaldi, splendida villa di Faenza immersa in scenari naturali, verranno proposte diverse attività performative.

Tra queste, Uomo Uccello, artista noto per le sue estetiche sonore e costumistiche, si legherà fortemente allo spazio e alle attività laboratoriali attivate nel pomeriggio grazie al progetto School of Nothing, a cura di Viole Emaldi per il Museo Carlo Zauli. Un’altra attività distintiva sarà lo sleeping concert a Faenza, un evento notturno in cui il pubblico sarà accompagnato nella veglia da diversi artisti. A Lugo, presso l’aeroporto Francesco Baracca, John Chantler con “No Such Ray” si esibirà producendo un’installazione finalizzata a creare nuovi metodi di ascolto attraverso strumenti autoprodotti che fluttueranno all’interno di un hangar, offrendo un’esperienza sonora unica e innovativa.

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