Dal 17 al 20 marzo, il Teatro Lo Spazio ospiterà il fortunato spettacolo Le dissolute assolte, ideato, scritto, diretto da Luca Gaeta che restituisce un’atmosfera erotica, rituale.

Un teatro che si trasforma in un night club dove abitano le donne che Don Giovanni ha reso immortali, inserendole nel suo famoso catalogo; ognuna di loro si racconta impudicamente.

Un onirico locale notturno, dove il servo Leporello accompagnerà il pubblico in una festa dai toni orgiastici, attraverso una sorta di caccia al tesoro guidata dalla seduzione. Con Alessia Fabiani, Lucia Rossi, Nela Lucic, Valentina Ghetti, Annamaria Zuccaro, Glenda Canino, Raffaella Paleari, Priscilla Micol Marino, Giulia Morgani, Licia Amendola, Martina Palmitesta, Melody Quiteros e Marco Giustini… Incontriamo Luca Gaeta.

Le dissolute assolte ha la dimensione di un teatro quasi sadiano, da boudoir: in cosa lo hai differenziato da una messa in scena convenzionale?
Il teatro per definizione vive di forme convenzionali, forse direi di più, il teatro è una convenzione. Anche le avanguardie teatrali o le forme contemporanee di teatro rientrano in delle convenzioni. Possiamo cambiare lo spazio scenico, distruggere la drammaturgia, utilizzare la tecnologia in maniera spinta, ma una ne resta sempre; ed è la sospensione dell’incredulità. Lo spettatore accetta sempre di essere portato per mano da un’entità che non esiste: il personaggio, e attraverso un mondo che non esiste: la storia. Poi la forma che si dà allo spettacolo può essere classica, sperimentale o immersiva, ma il patto ormai è sancito. L’importante è rispettarlo, perché il pubblico non mente a differenza dell’attore. Qui abbiamo usato una forma ibrida tra teatro itinerante (forse la prima forma di teatro) e quello performativo, ma tenendo sempre a mente una vicenda precisa, la storia del don Giovanni e del potere della seduzione.

Quali sono gli elementi essenziali della relazione tra Don Giovanni e il femminile che hai voluto mettere in evidenza?
Quello che vorrei far arrivare è la grande femminilità che vive dietro la capacità di seduzione del don Giovanni. Capacità del tutto femminile, infatti il famoso burlador di Siviglia deve la sua natura di seduttore alla madre, donna colta e raffinata, dai modi eleganti e di alta capacità dialettica. Tutte doti che il nostro protagonista ha imparato, assimilato, e con le quali ha giocato e vinto. Per questo mi è piaciuto riportare nelle carni femminili delle Dissolute questa precisa natura.

Come lavora un regista maschio con una molteplicità orgiastica di attrici?
Con le attrici, con cui condivido questa esperienza da dieci anni, ho un rapporto molto professionale, profondo, di grande pathos per la loro fragilità, con spasmodica attenzione a non “usare” la loro vulnerabile generosità artistica. Ho cercato sin dall’inizio di instaurare un rapporto pulito e di completa fiducia reciproca proprio per la tematica, al limite, dello spettacolo. Per me è stato un percorso di educazione sentimentale importante.

C’è qualche aneddoto particolare che Luca Gaeta ha piacere di raccontare avvenuto nel lungo percorso di questo ormai piccolo classico?
In dieci anni di aneddoti ne sono passati tanti davvero, cose potenti, forti, che ci hanno unito e fatto crescere come una strana famiglia per sempre. Momenti intensi e unici. Spesso ci diciamo che dovremmo scrivere un libro che li contenga tutti, ma che tutti non possiamo riportarli. Se dico che un giorno stavamo per essere arrestati direttamente dal Ministro degli Interni della nostra Repubblica e la sua scorta…

Cosa sono per Luca Gaeta la seduzione e la trasgressione oggi?
Onestamente la trasgressione non mi ha mai interessato particolarmente. Tendo a non avere dogmi o riferimenti morali importanti e così il senso del trasgredire viene meno. La seduzione invece è un gioco sottile, che può partire da un battito infinitesimo di sguardo reciproco o da un semplice sorriso su di un mezzo pubblico. Ogni volta che ci sembra di cascare nel vuoto stiamo compiendo o subendo un atto di seduzione. Credo sia energia pura, leggera, ubriacante. Sicuramente tra le cose più belle che possiamo vivere come esseri umani, come vivere intorno all’amore.

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