C’è chi nasce con il desiderio di avventura nel sangue e chi invece è destinato ad una vita tranquilla.
Tra i globuli rossi e bianchi della cosacca Evgeniya Andreyevna Zhigulenko vi era un concentrato di orgoglio, spirito di emancipazione e voglia di emergere; la sua storia era già scritta lì.

Evgeniya nacque il 1 dicembre 1920, a Krasnodar (Russia), da genitori di origine norvegese. Da ragazza alternò il sogno di diventar attrice – e i conseguenti corsi di recitazione – a pazze corse in cavallo; quando vicino al suo quartiere costruirono una torre per paracadutisti passò dalle cavalcate al sogno di volare.
Evgeniya risparmiò denaro per poter saltar dalla torre il più possibile. Subito dopo, si iscrisse a un corso di volo a vela, per pilotare alianti.

“Ero incantata dal mistero del volo”, racconta “pensavo che potesse integrarmi nell’universo…”.


Dopo essersi diplomata alla scuola secondaria di Tikhoretsk nel 1939, presentò domanda per l’Accademia Aeronautica. Rifiutata perché era donna, si iscrisse all’Istituto di Design per Dirigibili di Mosca dove venne accettata senza esami di ammissione grazie ai suoi eccellenti voti. Durante il giorno studiava e di notte volava in una scuola di alianti all’aeroporto di Tushino. In aggiunta a questo, la giovane studiava anche musica al Conservatorio.

Quando scoppiò la guerra decise di offrirsi volontaria. L’esser donna non aiutò il suo desiderio di combattere per la patria. Grazie a molte pressioni presso le alte sfere statali, vennero alla fine costituiti tre differenti battaglioni aereonautici formati da donne.
Con il 588° Reggimento di Aviazione da Bombardamento Notturno svolse – come navigatore – decine di missioni nel Nord del Caucaso e proprio sulla sua regione natia il Kuban, volando su un trabiccolo di legno e tela e scampando miracolosamente alla morte per ben tre volte.

I tedeschi, sorpresi dalle capacità di tali valorose bombardiere, le soprannominarono con ammirazione e timore Nachthexen, le streghe della notte.

Evgenya svolse un totale di 968 missioni di combattimento sul Polikarpov Po-2. Era molto apprezzata dalle sue compagne per la sua abilità, il coraggio e la compostezza.
Prima ancora che la guerra finisse, il 23 febbraio 1945, fu insignita del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.

Dopo la guerra la Zhigulenko rimase nell’Aeronautica in servizio attivo fino a quando si laureò all’Accademia Militare-Politica di Lenin nel 1955, fu la seconda donna russa a riuscirci. Si congedò quindi con il grado di maggiore.

Nel 1976 si laureò come regista (rispolverando l’antico sogno) all’Istituto Statale di Cinematografia e dopo qualche anno girò il film Streghe della notte, un racconto accurato dello stormo di eroine in cui aveva combattuto.

Evgeniya scomparve il 27 febbraio 1994, dimenticata dai più e quasi in solitudine.
E’ davvero triste che una donna tanto intelligente e piena di risorse sia stata persa nella storia, offuscata da figure maschili che non necessariamente hanno meritato più di lei l’onore del ricordo.

In Italia le imprese delle donne eccezionali del suo battaglione sono ricordate da Gian Piero Milanetti nella canzone Streghe della notte e dall’omonimo libro.

Condividi: