Cos’è: Il gaslighting è una forma di manipolazione psicologica che si presenta in maniera molto subdola e ha lo scopo di distorcere la realtà fornendo informazioni non corrette alla vittima, così che possa arrivare a mettere in dubbio la sua stessa memoria e sanità mentale.

Il termine nasce da un’opera teatrale del 1938 intitolata Gaslight, in cui un marito fa impazzire la moglie manipolandola attraverso l’affievolimento delle luci delle lampade a gas. La moglie rendendosi conto di questi cambiamenti li fa notare allo sposo che però ne nega l’esistenza.

Come funziona il gaslighting: L’obiettivo della persona che utilizza la tecnica del gaslighting è quello di abbattere le reazioni difensive della vittima, di modo tale da non dover subire “punizioni” per i suoi atteggiamenti sbagliati e potendo così continuare a ripeterli. La tecnica si basa su sottilissime manipolazioni verbali o gestuali che prevedono il mettere in dubbio tutto ciò che la vittima dice, pensa e prova. Una delle manipolazioni del gaslighting consiste nell’ignorare la vittima, per poi tornare a farla sentire importantissima e infine ignorarla nuovamente, così che si senta indegna e non riesca più a fidarsi delle proprie sensazioni e dei propri sentimenti.

Gli psicologi Gass e Nichols hanno osservato che molto spesso il gaslighting è utilizzato dal coniuge che esercita violenza fisica sull’altro per negare che gli episodi violenti fossero mai avvenuti. Grazie alla continua ripetizione, la vittima finisce col credere che ciò che il manipolatore afferma sia vero e che dunque tutti gli episodi negativi avvenuti siano solo frutto della sua immaginazione e pazzia. In questo modo le vittime diventano dei complici involontari e finiscono per minimizzare o addirittura negare l’abuso che stanno subendo.

Sulla filmografia del gaslighting consiglio l’interessantissimo articolo della direttrice di Rewriters Eugenia Romanelli, pubblicato il 17 luglio 2020 nella pagina web della rivista (https://rewriters.it/filmografia-del-gaslighting/).

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