Venerdì ho fatto la mia iniezione settimanale di Semaglutide, un farmaco di nuova generazione che in Italia, secondo indicazioni AIFA, è indicato esclusivamente per il trattamento di adulti affetti da diabete mellito di tipo 2.

Piccolo focus medico: la semaglutide è una molecola analoga all’ormone Glp-1, prodotta dall’organismo per stimolare il rilascio di insulina quando i livelli di zucchero nel sangue sono elevati, e perciò ha effetti simili a quelli prodotti dall’ormone in questione, inoltre riduce l’appetito, rallentando la velocità con cui lo stomaco si svuota.

Questo che, da bugiardino, è considerato un effetto collaterale del farmaco, sembra invece essere diventato il primo motivo per cui l’Ozempic e gli altri farmaci con lo stesso principio attivo, stanno lentamente diventando introvabili mettendo a rischio la salute dei pazienti diabetici.

Va detto che in America e in altri Stati, tra cui lo Stato del Vaticano, la Semaglutide è utilizzata anche per il trattamento di pazienti in condizioni di obesità grave, quindi è evidente che il farmaco di per sé abbia effettivamente una funzione che aiuta la perdita di peso, tuttavia l’AIFA specifica in una nota, in cui denuncia la carenza del medicinale, che questo tipo di utilizzo è da considerarsi, per il momento, “off label”.

Il tweet di Elon Musk che “pubblicizza” il farmaco per dimagrire

Ora cosa centri questa nuova moda lanciata sui social network, anche da personalità molto influenti tra cui il magnate americano Elon Musk, con la salute mentale è presto detto.

Allarme semaglutide

Il presidente dell’Associazione Medici Diabetologi, oltre ad esprimere preoccupazione per la possibile mancanza del farmaco per i pazienti diabetici che ne stanno traendo non pochi benefici e che rischiano di non poter più usufruirne nonostante siano gli unici ad averne diritto, ha lanciato un allarme abbastanza spaventoso: “Il medicinale – ha dichiarato in un’intervista all’ADNKronos il Dott. Graziano Di Cianni – viene utilizzato, con grave rischio, anche da persone anoressiche che vogliono perdere ulteriormente peso, sfruttando la capacità della molecola di ridurre il senso di fame”.

Se a questo aggiungiamo che gli effetti collaterali della Semaglutide sono tutt’altro che leggeri, ci rendiamo conto di come la dismorfofobia, la grassofobia e i disturbi del comportamento alimentare, siano una componente fondamentalmente per alimentare questa tendenza.

Instagram Story del medico chirurgo Giacomo Urtis

Se per perdere qualche chilo, come si legge in questa instagram story postata dal chirurgo (quindi medico) dei vip Giacomo Urtis, si è disposti, non solo ad aggirare le regole del sistema sanitario nazionale per ottenere il farmaco, ma anche ad accettare reazioni fisiche come nausea (che colpisce il il 15-20% dei pazienti), vomito, diarrea, dolori addominali o costipazione e rischiare l’ipoglicemia (la cui prevalenza in persone non diabetiche e non obese non è nota, e potrebbe essere ben più elevata di quanto emerso dai trial clinici), fatigue, nebbia mentale, aumento del ritmo cardiaco, perdita dei capelli, disgeusia e la possibilità non così remota che gli analoghi del Glp-1 possano aumentare il rischio di sviluppare un tumore della tiroide, allora è evidente che occuparsi del perché questo accade diventa un priorità sempre più impellente.

Secondo la Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare, dalla pandemia da Covid19, c’è stato un incremento del 40% di nuovi casi di DCA e una crescita pari al 50% di richieste di prima visita per i Disturbi del Comportamento Alimentare.

Attualmente, sono più di 3 milioni i giovani che soffrono di questi disturbi, il 96% sono donne, il 4% uomini. L’anoressia nervosa è rappresentata nel 36,2% dei casi, la bulimia nervosa nel 17,9% e il disturbo di binge eating nel 12,4%. Il dato ancora più preoccupante è quello relativo all’età d’esordio di questi disturbi: il 30% di dei malati è sotto i 14 anni.

Certo, i DCA non hanno come causa scatenante solo la forma fisica, la magrezza o il senso estetico stereotipato, ma risulta evidente, soprattutto considerato il dato degli anoressici, quanto questi motivi rappresentino un pensiero intrusivo importante e non siano di certo d’aiuto nella gestione e nel controllo di certi comportamenti.

La preoccupazione di AIFA e AMD per l’uso errato della Semaglutide e per i messaggi totalmente fuorvianti che passano sui social media, è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che andrebbe indagato molto più a fondo.

Non serve, o quantomeno non basta, rendere ancora più stringenti le regole per l’accesso ai farmaci, regole in questo caso già abbastanza rigide visto che la molecola in questione è soggetta a prescrizione ed è distribuita direttamente dalle ASL, perché così come si è trovato un modo adesso, si troverà sempre un modo per aggirarle.

È necessario occuparsi della salute mentale dei giovanissimi perché se essere magri vale il sacrificio di un’iniezione settimanale e il rischio di problemi di salute ben più gravi, allora è il paradigma ad essere completamente sbagliato.

“Volevo essere una farfalla” – Michela Marzano Ed. Mondadori

“L’anoressia non è come un raffreddore. Non passa così, da sola. Ma non è nemmeno una battaglia che si vince. L’anoressia è un sintomo. Che porta allo scoperto quello che fa male dentro” scrive Michela Marzano nel suo Volevo essere una farfalla, che vi consiglio. Perché, spesso, la salute mentale c’entra anche quando siamo sicuri che non sia così.

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