“Gli svedesi lo fanno meglio”: Italy Needs Sex Education
Come un’educazione affettiva e sessuale di stampo nordico può cambiare il nostro Paese: ecco il libro "Gli svedesi lo fanno meglio".

Come un’educazione affettiva e sessuale di stampo nordico può cambiare il nostro Paese: ecco il libro "Gli svedesi lo fanno meglio".
Provare ad analizzare Gli svedesi lo fanno meglio – come un’educazione affettiva e sessuale di stampo nordico può cambiare il nostro Paese (in meglio) di Flavia Restivo non è così semplice come sembra. C’è chi potrebbe storcere il naso a sentir parlare di un argomento purtroppo ancora tabù così come, al contrario, chi, avvezzo a dinamiche scolastiche e/o burocratiche potrebbe uscirsene con una bella risata. Entrambe reazioni più che legittime ma che lasciano poco spazio alla progettualità e nessuno sguardo sul futuro.
Perché sì, è ora di smetterla di considerare il sesso e l’affettività come un argomento di cui non si possa parlare e perché sì, la scuola, pur essendo già subissata di nuove regole, può e deve, se fatto nelle maniere giuste, essere un faro nella crescita anche in tal senso. Come? Ce lo spiega la politologa Flavia Restivo, fondatrice del movimento Italy Needs Sex Education.
Il testo parte con lo spiegare chiaramente cosa sia un’educazione sessuoaffettiva che, in breve, si occupi sia della sfera sessuale che di quella affettiva, entrambe molto importanti in un panorama come quello italiano dove non fanno che riproporsi vecchi stereotipi. Se, infatti, il nostro è uno dei pochi Paesi europei a non prevedere l’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole, in Svezia si fa dal 1955: è stato il primo a introdurla in modo obbligatorio e i risultati si vedono chiaramente. Non a caso, ora in ben 19 Stati membri non solo la materia è obbligatoria ma si fa a partire dalla primaria.
Si è visto come una maggiore consapevolezza sul tema della sessualità aiuti non solo la salute fisica ma anche l’equilibrio mentale, favorendo la riflessione su dinamiche sociali e relazionali. Con un alto numero di femminicidi e un basso indice di parità di genere l’Italia sarebbe il Paese ideale in cui mettere in atto questa proposta per valutarne l’impatto. Quantomeno non staremmo lì solo ad analizzare i problemi, ma proveremmo concretamente a risolverli.
Dal 1975 a oggi in Italia ci sono state circa 20 proposte di legge in tal senso mai approvate. Se negli anni Settanta in Svezia veniva già messo in discussione il matrimonio e si prendevano in considerazione nuovi modelli relazionali nel nostro Paese esistevano ancora il delitto d’onore e il matrimonio riparatore. Un gap che si è trascinato negli anni, basti pensare ai giorni di congedo concessi ai padri – ben 90 rispetto ai miseri 10 italiani – o all’aborto – lì sempre garantito. Certo, l’educazione sessuoaffettiva non basta se non si lavora sul disagio sociale con seri interventi politici. Può essere, però, un buon punto di partenza e a dimostrarlo sono i fatti – come raccontato, per l’appunto, in Gli svedesi lo fanno meglio.
Un Paese non vale l’altro. Storie diverse, mentalità differenti, conformazioni e tratti tipici da tenere in considerazione. A quest’obiezione, tuttavia, si può rispondere pensando a modalità e tecniche specifiche da apportare in loco, a sistemi che possano essere più adatti alle nostre caratteristiche endemiche, a modus operandi maggiormente in linea con quello che rispecchia il nostro essere italiani che non è in sé malvagio, anzi, ma che necessita di evolversi con il tempo. Chissà che tra un paio di decenni non possa essere la Svezia a prendere esempio da noi.