Psyché: oltre gli stereotipi, riscrivendo l’anima sonora di Napoli
Napoli ha sempre pulsato di una vitalità musicale. Ne parliamo con il gruppo Psyché, la tracklist dell'album omonimo.

Napoli ha sempre pulsato di una vitalità musicale. Ne parliamo con il gruppo Psyché, la tracklist dell'album omonimo.
Napoli, crocevia di culture e culla di una storia millenaria, ha sempre pulsato di una vitalità musicale che va ben oltre i cliché. Lontano dagli stereotipi che spesso la confondono, la città partenopea si rivela un ambiente sonoro fertile e multiforme, permeato da influenze che spaziano dal cuore del Mediterraneo fino ai confini del mondo. Gruppi come Psyché, la cui recente esibizione all’Auditorium Novecento (storica sede della Phonotype Records), ne sono una conferma.
La band è composta da Marcello Giannini (Guru, La Famiglia, Bassolino, Nu Genea Live Band), Andrea De Fazio (Parbleu, Tropico, funky machine, Nu Genea Live Band) e Paolo Petrella (La scimmia)
Ma come nasce questa alchimia sonora che sfida le etichette? E in che modo realtà musicali come Psyché contribuiscono a ridefinire la narrazione musicale di Napoli, riscrivendone l’immaginario collettivo? Lo abbiamo chiesto direttamente ai protagonisti.
Psyché nasce dall’incontro di cinque individualità distinte. Come descrivereste la genesi del gruppo e in che modo le vostre diverse provenienze influenzano il suono che create?
“In realtà siamo partiti in trio e, dopo aver fatto il primo disco che era pieno di synth, abbiamo optato per il quartetto per suonare i brani live.
Il trio è partito perché avevamo fatto un tour insieme ai Nu Genea e abbiamo deciso di creare qualcosa insieme. Va detto che io avevo già suonato tanti anni con Andrea De Fazio nel duo Arduo (jazzcore) e Andrea aveva condiviso l’esperienza Revenaz con Paolo Petrella e Roberto Porzio quindi avevamo tanta musica suonata insieme alle spalle.”
La vostra musica sembra evocare paesaggi sonori inesplorati. Quali sono i luoghi, fisici o metaforici, che alimentano la vostra immaginazione musicale?
“Dipende dai brani: A volte ci lasciamo ispirare da paesaggi più messicani, deserto, altre volte da quelli mediorientali, altre da quelli sudamericani, spesso anche da quelle urbane europee e quindi più club. Direi che l’approccio è “world music”.
Operate da Napoli, in che modo il contesto urbano, le sue storie e le sue contraddizioni permeano la vostra espressione artistica? E in che modo la musica di Psyché dialoga con questa città, contribuendo a riscriverne l’immaginario musicale, al di là degli stereotipi?
“In questo progetto non c’è molta Napoli. Cerchiamo di avere un respiro più internazionale. Ovviamente dopo 20 anni di musica e progetti creati in questa città le influenze sono inevitabili ma questo progetto è nato più dalla musica che abbiamo visto suonando in Europa.”
L’improvvisazione è al centro della vostra arte. Come descrivereste il processo di creazione spontanea che si verifica sul palco? Cosa vi permette di lasciarvi guidare dal momento?
“Tutti noi abbiamo praticato l’improvvisazione durante questi anni. Dall’improvvisazione estemporanea, al jazz più canonico, al prog-rock, abbiamo quasi sempre improvvisato nei nostri progetti. Quindi per noi è normale, e anzi vitale, dilatare un pezzo e creare delle parti estemporanee, ogni live deve essere diverso.”
Oltre ai musicisti, quali sono gli artisti, di qualsiasi disciplina, che hanno plasmato la vostra visione creativa? Quali sono le correnti artistiche che vi ispirano?
“Per quanto mi riguarda sicuramente il cinema. Facendo per lo più musica strumentale da così tanti anni per me è inevitabile non lasciarmi suggestionare dalle immagini cinematografiche. Ogni volta che compongo penso a degli spezzoni di film, reali o immaginari. Se ti devo dire i miei registi preferiti ti direi sicuramente Scorsese, Lynch, Tarantino, Kubrick.”
Come si manifesta la vostra presa di distanza dai modelli musicali preesistenti? Quali sono le convenzioni che sentite il bisogno di sovvertire?
“Non sentiamo la necessità di sovvertire qualcosa. Facciamo quello che ci piace.”
In questa risposta apparentemente semplice risiede una potente affermazione di libertà creativa. Non c’è un intento di ribellione preconcetto, ma piuttosto una naturale propensione a seguire la propria voce, a tracciare sentieri sonori inesplorati, riscrivendo di fatto le regole del gioco senza la necessità di proclami e dimostrando come la creatività napoletana possa esprimersi in forme inaspettate.
Come immaginate l’evoluzione del vostro suono nei prossimi progetti? Quali territori sonori vorreste esplorare?
“Il prossimo disco si ispirerà molto di più alle sonorità mediterranee e quindi influenze arabe o turche ma senza rinunciare a quelle che c’erano nel primo disco. Sarà ancora più world.”
In un’epoca di sovrabbondanza di stimoli, quale ruolo attribuite alla musica come strumento di riflessione e di connessione umana?
“La musica ha sempre un ruolo fondamentale nella società e continuerà a creare connessioni tra le persone perché un mondo senza musica non potrebbe esistere anche se ti confesso dalle nostre parti (in Italia in generale) non ha più quell’impatto che c’era prima.”
Quale messaggio vorreste lasciare a chi ascolta la vostra musica? Quale tipo di esperienza desiderate che il vostro pubblico viva?
“Ognuno è libero di vivere l’esperienza che preferisce ascoltandoci.”Ancora una volta, la libertà è al centro. Psyché non impone un’interpretazione, ma offre un paesaggio sonoro aperto, pronto a essere riscritto dall’esperienza individuale di ogni ascoltatore, sfidando le aspettative legate a un’origine geografica specifica.
Una domanda che non vi è stata mai fatta a cui vi piacerebbe rispondere o qualcosa che vi piacerebbe dire al pubblico di L.M.?
“Ce ne sono talmente tante che…”
Forse è proprio in questo ce ne sono talmente tante che risiede l’essenza di Psyché: un universo sonoro in continua espansione, un dialogo aperto con il mondo, una costante riscrittura delle possibilità della musica.
Nonostante la dichiarata volontà di trascendere i confini locali, è innegabile che vent’anni di attività nella fervente scena napoletana abbiano lasciato un segno indelebile nel DNA musicale di Psyché.
la loro stessa esistenza, la loro capacità di mescolare funk psichedelico con echi lontani del Mediterraneo, rappresenta una riscrittura audace della tradizione, un modo nuovo di raccontare Napoli come un epicentro di suoni globali.
La loro performance all’Auditorium Novecento è stata una vivida dimostrazione di come un gruppo radicato nel cuore di Napoli possa trascendere i confini, riscrivendo non solo la propria storia musicale, ma anche l’immaginario di una città che pulsa di suoni antichi e nuove vibrazioni, confermando la sua natura di crocevia musicale senza etichette predefinite. E per Rewriters, lasciano un invito implicito: ascoltare, lasciarsi trasportare e riscrivere la propria esperienza sonora attraverso in maniera libera, abbandonando categorie, preconcetti e stereotipi.
Prossimi appuntamenti
Raduno Jazz Manouche di Procida – VIII EDIZIONE Procida, 6-8 giugno 2025
Il 19 maggio 2023 è uscito il loro album d’esordio in formato LP, CD, e digitale.
Titolo: Psyché
Tracklist:
1 – Kuma
2 – Cumbia Mahàre
3 – Amma
4 – Angizia
5 – Psyché
6 – Manea
7 – Hekate
8 – Kelebek