Le tensioni tra Russia e i paesi della Nato (in particolar modo gli Stati Uniti) arrivano fino allo spazio. Infatti, l’agenzia spaziale russa Roscomos minaccia l’uscita dalla collaborazione con Stati Uniti, Europa, Canada e Giappone sulla Stazione Spaziale Internazionale, nel caso in cui non venissero rimosse le sanzioni imposte alla Russia per la guerra in Ucraina. Il direttore generale della Roscomos, Dmitry Rogozin ha dichiarato “ritengo che il ripristino delle normali relazioni tra i partner della Stazione Spaziale Internazionale e altri progetti congiunti sia possibile solo con la completa e incondizionata revoca delle sanzioni”, aggiungendo che “proposte specifiche di Roscomos sui tempi per porre fine alla cooperazione sulla Iss con le agenzie spaziali di Stati Uniti, Canada, Unione Europea e Giappone saranno presentate all’amministrazione del nostro paese nel prossimo futuro”.
Queste dichiarazioni rompono il clima più sereno che si era venuto a creare con lo sbarco di astronauti a bordo della Iss, che erano stati accolti con gioia dai colleghi americani ed europei e dal messaggio di bentornato dei Russi per il rientro dell’astronauta americano Mark Vande Hei.
Rogozin ha inoltre criticato con un video postato su Twitter la sorpresa dei paesi occidentali di fronte alla tranquillità del rientro di Vande Hei, affermando che la Russia da sempre si impegna affinché le missioni sulla Stazione Spaziale abbiano successo e ricordando inoltre che la navetta russa era l’unico mezzo disponibile agli astronauti per poter raggiungere la Iss.
Le reazioni del capo della Nasa, Bill Nelson, alla minaccia della Russia di abbandonare il programma spaziale, sono state piuttosto vaghe. Nelson afferma infatti che “gli Stati Uniti continuano a sostenere la cooperazione internazionale nello spazio, in particolare con i partner della Iss”, e che sono intenzionati a “continuare a lavorare per facilitare la collaborazione sulla Stazione Spaziale”. Una risposta di questo tipo non esaurisce chiaramente le richieste fatte dalla Roscomos, le quali minacce sono state sostanzialmente ignorate.
Rogozin ha inoltre aggiunto che al momento si attendono le risposte dell’Agenzia Spaziale Europea e di quella canadese, specificando inoltre come la decisione sul futuro della collaborazione non sarà presa da Roscomos, bensì direttamente dal governo russo. Rogozin conclude infine il suo tweet ricordando come la Russia sia stata il primo paese ad andare nello spazio, accompagnando questa affermazione con una foto di Yuri Gagarin datata 12 aprile 1961, ovvero, il primo lancio di un uomo verso lo spazio.
Questo dibattito sulla Iss dimostra come sebbene lo spazio sia in teoria un territorio neutrale dove si dovrebbe solo scoprire, studiare e innovare, anche esso entra a far parte delle dispute politiche riguardanti le nazioni del nostro pianeta. Sul tema si trova l’interessantissimo articolo di Silvia Peppoloni pubblicato sulla rivista Rewriters, che fornisce un importante approfondimento sul tema della politica spaziale (https://rewriters.it/il-lato-oscuro-della-luna-tra-giurisprudenza-politica-ed-ecologia/).