Humanities in Conservation è stato presentato lo scorso Settembre al Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale alla Reggia di Venaria Reale, una delle residenze sabaude in Piemonte che, insieme ad alcuni selezionati edifici residenziali dei Savoia, a Torino e nelle zone circostanti, è parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1997. Una svolta memorabile per la storia di un Centro reso luogo fondamentale d’incontro tra Cultura e Accessibilità negli spazi della Biblioteca, degli Archivi e del nuovo Centro visitatori.

Fotografia di Stefano Merli – Vista sulla galleria della Reggia della Venaria Reale

Accessibilità, ottimizzazione degli spazi

Si tratta dell’ottimizzazione degli spazi divenuti completamente godibili aperti e accessibili, privi di barriere fisiche, culturali, cognitive e linguistiche. L’accurato lavoro di rivalorizzazione ha predisposto il CCR al coinvolgimento del pubblico in esperienze assolutamente uniche, arricchite dal racconto delle storie nascoste dei propri collaboratori e di tutti coloro che lo visiteranno. Nell’intervento di riqualificazione, finanziato dall’Unione Europea NextGenerationEU con fondi del PNRR, vi è la Biblioteca.

Lo spazio ospita oltre 35.000 tra volumi libri, periodici e Archivi tra cui si annovera l’Archivio Storico Pinin Brambilla Barcilon composto dalla documentazione (per la maggior parte fotografica) prodotta dalla stessa Pinin Brambilla Barcilon durante gli anni in cui svolse l’attività di restauratrice, dal 1954 al 2016.

Giuseppina Brambilla Barcilon – (Monza, 1° Dicembre 1925 – Milano, 12 Dicembre 2020) Prima del 1999 – Immagine di Pubblico dominio.

Citare Pinin Brambilla Barcilon rende necessario un approfondimento. Alla colta restauratrice italiana si riconosce non solo il merito di aver condotto personalmente restauri fondamentali, sia in Italia che all’estero, ma anche di aver guidato, nel ruolo di soprintendente, il restauro di altrettanti capolavori di collezioni pubbliche e private, italiane e straniere.

Leonardo Da Vinci, Ultima cena, dal 1494 al 1498, dipinto murale a secco, Al. 460 x La. 880 cm., Refettorio di Santa Maria delle Grazie Milano. Immagine di Pubblico domini

Giuseppina Brambilla Barcilon

Giuseppina Brambilla Barcilon, detta Pinin (Monza, 1° Dicembre 1925 – Milano, 12 Dicembre 2020), tra i più importanti restauratori (tra restauratrici e restauratori) del XX Secolo, è nota in tutto il mondo per aver condotto dal 1977 al 1999 il restauro dell’Ultima Cena di Leonardo di ser Piero Da Vinci (Anchiano, Vinci, Firenze, 15 Aprile 1452 – Amboise, Francia, 2 Maggio 1519), nel Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano; e per gli interventi eseguiti su alcuni dei maggiori capolavori dell’arte italiana, come gli affreschi di Giotto di Bondone (Colle di Vespignano Vicchio, Firenze, 1267 – Firenze, 8 Gennaio 1337) nella Cappella degli Scrovegni a Padova.

Giotto di Bondone, Cappella degli Scrovegni, 1303 – 1305, affresco, Padova. Immagine di Pubblico dominio.

Fu lei a fondare nel 2005, e a dirigere fino al 2012, il Centro Conservazione e Restauro dei Beni Culturali La Venaria Reale, un Istituto d’eccellenza per la formazione universitaria dei restauratori nell’ambito dei beni culturali. A questo prestigioso luogo di studio e ricerca, Pinin Barcilon affidò le carte del suo Archivio che furono trasferite al CCR nel 2017, e giunsero già separate, in faldoni ordinati topograficamente, per luogo di intervento con una sezione a parte dedicata al celebre cantiere che si occupò del lungo restauro del dipinto di Leonardo Da Vinci.

Una toccante e straordinaria testimonianza in ricordo di Giuseppina Brambilla Barcilon.

MASBEDO
Madame Pinin
2017 – Single channel video HD, loop, mute – Duration 2′ 25”

La sua gestualità, si disse, fu portatrice di bellezza e carattere, di momenti comunicativi attraverso cui il movimento del corpo nello spazio, si dimostrò espressione di grande conoscenza e rivelazione; come se fossero i gesti di una performance, un’arte performativa di testimonianza, necessaria per formare chi potesse essere erede della sua dolcezza, volontà e determinazione.

Il lavoro di Pinin Brambilla Barcilon è sempre stato quello di svelare la corretta relazione tra l’opera e chi l’ha creata. Sollecitava gli allievi ad aver cura dei corpi fragili delle superfici per fare in modo che potessero riemergere a nuova vita, e a stabilire con la mano, rispetto ai differenti materiali, un rapporto adeguato ottenuto dalla gestione delicatissima di quell’organo specializzato nella presa di precisione, adatto ad eseguire operazioni complesse e consapevoli di ogni capacità creativa.

Henri Focillon, Vita delle forme seguito da Elogio della mano, Milano, Piccola Biblioteca Einaudi 2002

Un altro spazio, oggetto della riqualificazione, è il Centro Visitatori ribattezzato Il Ristoro delle Arti, progettato e realizzato con la collaborazione del regista e sceneggiatore Carlo Zoratti e un gruppo di lavoro composto da dieci creativi tra designer, artisti e scrittori. Il luogo è funzionale al racconto dei fatti e delle storie che quotidianamente accadono nei laboratori, divenuti spazi sempre più accessibili e inclusivi in una struttura che permetta una maggiore partecipazione fisica, digitale, educativa e culturale del visitatore e dell’utente.

Innovazione e creatività avvolgeranno e accompagneranno i visitatori della reggia al CCR offrendo loro un’esperienza immersiva delle dinamiche laboratoriali dove si muovono i professionisti dalle diverse competenze: storici dell’arte, restauratori, scienziati impegnati in attività di ricerca e progettazione finalizzate alla prevenzione, monitoraggio, manutenzione e restauro delle opere d’arte.

Cos’è il Ristoro delle Arti? Lo spazio coinvolge tre pareti: la Parete dei Fatti, la Parete delle Cose e la Parete delle Storie.

La Parete dei Fatti

Sulla Parete dei Fatti il CCR si presenta al pubblico attraverso le attività svolte, i dati e i numeri. Si tratta del racconto dei professionisti e dei laboratori di restauro, ciascuno dei quali è specializzato in un settore specifico: arredi lignei, arte contemporanea e design, manufatti cartacei e fotografici, dipinti murali – materiali lapidei e superfici dell’architettura, dipinti su tavola, su tela, sculture lignee, manufatti in metallo in ceramica e vetro, manufatti tessili. La Parete, inoltre, racconta degli interventi eseguiti su opere provenienti da epoche diverse come le mummie dell’antico Egitto, i reperti dell’Antica Roma, i dipinti dei maestri del Rinascimento, oggetti di design e, in ogni caso di opere dalle diverse dimensioni.

La Parete delle Cose

Sulla Parete delle Cose, invece, sono affisse 45 tavolette che presentano alcune delle materie sulle quali intervengono i restauratori al lavoro nei laboratori. Ai materiali esposti sono associati separatamente alcuni degli strumenti utilizzati per il restauro che rispondono alla domanda: Come si usa? L’invito espresso al pubblico è di toccarli per meglio comprenderne quali siano le differenti caratteristiche e per rispondere alla domanda: Di cosa è fatto? Sopra le tavolette si potranno trovare l’acciaio, la piuma, il marmo, la gommapiuma, la pergamena, la pelliccia, l’alabastro, la carta giapponese etc.

La Parete delle Storie

Infine, sulla Parete delle Storie, all’interno di 10 nicchie dotate di sportelli girevoli su cerniere, sono stati inseriti oggetti curiosi e bizzarri che evochino storie di attività svolte dal CCR: accessibili con il QRcode attraverso le cuffie, o con due web app: una adatta ai non-vedenti ed una ai non udenti.

Per farvi un esempio, la presenza nella nicchia di una lampadina rotta rappresenterà la testimonianza della prima prova a cui saranno sottoposti gli studenti del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro. Con questo Test sarà possibile verificare se gli aspiranti restauratori siano in grado di ricostruire una lampadina andata in frantumi con l’obiettivo di appurare se, effettivamente, dimostreranno di possedere la prima dote richiesta a chi si dovrà occupare di restauro: la pazienza, dovendosi dedicare ad un lavoro lento e di precisione.

Accessibilità culturale, lettura facilitata dell’archivio

Per l’accessibilità culturale è offerto, digitalizzato e reso più facilmente disponibile, il prezioso archivio del CCR con trascrizione in lingua italiana dalla lettura facilitata, e la possibilità di usufruire della Biblioteca che rimarrà aperta per molte ore al giorno. Il personale formato accoglierà il pubblico di uno dei principali poli di formazione sul restauro in Italia che permetterà agli studenti di acquisire competenze nell’ambito delle tre macro-direttrici del Centro: la conservazione, la formazione e la ricerca.

Nelle aree aperte al pubblico sono stati realizzati percorsi, mappe tattili, segnaletica multilingue con l’utilizzo di Font ad alta leggibilità e lettura facilitata per dislessici e ipovedenti, dispositivi touch con altezze regolabili (utili ad esempio per coloro che si muovono con la sedia a rotelle), un ascensore con specchio parlante in LIS, la lingua dei segni italiana, un videoingranditore per gli ipovedenti con riconoscimento ottico dei caratteri, servizi igenici a misura di bambin*, uno spazio morbido per la decompressione o per chi senta la necessità di ritrovare tranquillità.

In questo ampio processo di rinnovamento è stato coinvolto anche Logo CCR, che ha mantenuto comunque l’identità originale e le proprie storiche caratteristiche; l’immagine coordinata e la segnaletica sono state predisposte al fine della progettualità: il trasmettere un messaggio di inclusività. Il rinnovato sito web, più facile e coinvolgente, studiato per offrire maggiore accessibilità dell’utente e sviluppato in conformità alle linee guida WCAG 2.2, è garanzia d’accesso a disabilità differenti. Il suo possibile utilizzo da strumenti screen reader e tavolette braille darà una straordinaria opportunità di poter accedere agli Archivi del CCR.

Alfonso Frugis – Sara Abram

Dalle parole dell’Avvocato Alfonso Frugis Presidente del CCR:

«Il risultato dello sforzo comune che presentiamo oggi racconta bene chi siamo e
cosa facciamo: il CCR nei suoi primi due decenni di percorso ha saputo ascoltare nel tempo le esigenze della società che lo circonda, cogliendo necessità e desiderata, per poi mettere in atto strategie e strumenti all’avanguardia, secondo una visione sempre più inclusiva. L’obiettivo che ci siamo dati con il progetto di accessibilità universale è quello di continuare a preservare e conservare la nostra storia, il passato anche più remoto, ma di farlo con un’attitudine contemporanea nel metodo (attraverso strumenti e tecnologie innovative) e nel pensiero, in una condivisione universale dei saperi (chiunque deve poter accedere al patrimonio della nostra Biblioteca e dei nostri Archivi) e l’accesso a questo patrimonio deve essere fruibile abbattendo ogni tipo di barriera fisica, cognitiva e culturale».

Sara Abram, Segretaria Generale del CCR La Venaria Reale, in occasione della Quinta Edizione dello Young Professionals Forum 2024 quale importante appuntamento scientifico dedicato all’accessibilità culturale con giovani provenienti da ogni parte del mondo e alla presenza dei rappresentanti delle più prestigiose organizzazioni internazionali dedicate alla conservazione dei beni culturali, e che ha preceduto l’inaugurazione degli spazi riqualificati del CCR, ha affermato:

«Quando parliamo di accessibilità universale non si tratta solo di accessibilità fisica o cognitiva, ma anche di accessibilità culturale. Questo significa dare la possibilità di partecipazione e coinvolgimento nelle attività del CCR a nuovi pubblici.»

«Educare alla conservazione del patrimonio culturale, asse del piano strategico del CCR che risponde alle sfide dell’Agenda ONU 2030 è oggi uno degli obiettivi principali per creare consapevolezza e public engagement sul tema della prevenzione per il futuro del patrimonio. Raggiungere un pubblico sempre più ampio e universale è un impegno coerente con la natura pubblica dei fondatori del CCR, nazionali e locali».

«La cultura diventa accessibile quando parla non solo la lingua dei suoi studiosi o fruitori abituali, ma anche quella dell’intera comunità che circonda il CCR. Questo vuol dire utilizzare linguaggi adatti a generazioni diverse, con differenti percorsi di formazione. Accessibilità culturale vuol dire anche permettere l’accesso alle informazioni, grazie a progetti e strumenti che oltre che essere sostenibili economicamente, devono tenere conto della pluralità di bisogni, capacità e contesti culturali delle persone».

Grazia Toderi – Artista

Il Progetto Humanities in Conservation, del Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale, offre oggi al pubblico un polo sinergico di relazioni con diverse realtà: enti di tutela, istituzioni, finanziatori, ricercatori e la creazione di azioni attivate non solo con la partecipazione di specialisti ma anche di umanisti e storici dell’arte che affianchino, nella ricerca e nel lavoro, le aree più tecniche e scientifiche della formazione. L’innovazione strutturale ha dato nuova vita allo spazio e lo ha implementato rendendolo funzionale al rilancio di una struttura fondamentale per la formazione di chi restaura in Italia. L’obiettivo è stato anzitutto l’accessibilità alla quale si è affiancata l’opportunità di raccontare con una modalità comunicativa, comprensibile ed efficace, le operazioni che appartengono all’archivio e raccontino le operazioni di restauro che diano visibilità a tutti coloro che concorrono alla conservazione del nostro straordinario patrimonio artistico italiano.

Credo di poter affermare che l’insegnamento dello studio, della tecnica e della pratica, acquisita in migliaia di ore di vita dedicate al restauro da Pinin Brambilla Barcilon, unita alla possibilità di poter consultare la preziosità delle carte del suo Archivio, oggi patrimonio del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, possa costituire l’eredità più grande e significativa di una «donna e della sua vita professionale ed esistenziale», fondamentale stimolo all’importanza della cura delle opere d’arte che potranno Ri-Vivere attraverso l’aiuto adeguato «di professionalità appositamente formate, di politiche sociali e di mutamenti culturali di atteggiamento».


Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale
Ingresso: Via XX Settembre 18, Venaria Reale – Torino
Orari Biblioteca e Archivi: tutti i giorni dalle 09:00 alle 18:00
Orari Centro Visitatori: secondo gli orari della Reggia La Venaria Reale

La pubblicazione delle immagini fotografiche in questo articolo della Rivista Digitale ReWriters è stata autorizzata dall’Ufficio stampa: Benedini Comunicazione
Lucia Benedini – lucia.benedini@benedinicomunicazione.it – 347 4188 852
Mirta Oregna – mirta_oregna@yahoo.it – 338 7000 168

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