Ci sono degli spettacoli naturali che, sebbene si ripetano ogni anno, non smettono mai di stupire, facendo sempre notizia. Celebre è la fioritura dei ciliegi in Giappone, la quale solitamente cade nel mese di marzo o aprile, che rappresenta un trionfo di eleganza e di delicatezza, dato delle tinte tenui di quel tipo di fiore. Proprio il Giappone ha dedicato a questo evento un vero e proprio culto, chiamato hanami. Hanami significa semplicemente ammirare i fiori e questa tradizione di contemplazione affonda le proprie radici attorno al 700 d.C., ma ancora oggi riveste un significato molto importante. 

In Italia un evento di simile portata è la fioritura delle lenticchie a Castelluccio di Norcia; il panorama descritto da chi giunge sul Pian Grande dalla strada provinciale 477 è da togliere il fiato. Un caleidoscopio di colori in cui il rosso dei papaveri, il blu dei fiordalisi, l’azzurro dei fiori di lenticchia e il verde dei prati si fondono in armonia ai piedi dei monti Sibillini. Ogni anno uno spettacolo grandioso ma sempre diverso da se stesso. Quest’anno, dalle terre martoriate dal terremoto del 2016, ci giunge la testimonanza del sindaco di Castelluccio: ”E’ una delle fioriture più belle di sempre, poche altre volte abbiamo assistito ad una fioritura così lunga e duratura”. Occorrerebbe però un artista per rendere questa fioritura eterna.

A tal proposito le opere d’arte che descrivono la folgorante bellezza della natura sono davvero tante ma vorrei qui considerarne una, Il giardino di fiori (Bauerngarten) di Gustav Klimt. L’opera, creata nel periodo dei dipinti d’oro, rappresenta una vera e propria inquadratura di una parte di un giardino in cui papaveri, margherite, rose e violette creano una texture che, attraverso una sfavillante esplosione di colori, investe lo spettatore. Il quadro fu dipinto en plein air da Klimt durante uno dei suoi soggiorni sul lago Attersee, nell’alta Austria, che gli fu fatto conoscere da una delle sue più celebri amanti, Emilie Floge. Klimt all’epoca era solito recare con sé una piccola cornice di avorio, che utilizzava per inquadrare visivamente il soggetto da dipingere. Forse proprio in questa piccola cornice si nasconde il vero significato di tutta l’arte, cioè quello di catturare, sublimare e rendere eterna la bellezza della natura.

Gustav Klimt, Bauerngarten

1907, olio su tela

collezione privata

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