Anima in pace, cari lettori: a ballare non si torna, non entro l’estate almeno.
Si tratta di un’opinione personale, una previsione basata sull’analisi della situazione in cui verte attualmente l’Italia, insieme ad altri Paesi europei, ma mi pare abbastanza fondata.

Negli ultimi giorni l’indice di contagi in Italia è risalito drasticamente e, se già la deliberazione del Consiglio dei Ministri del 22 luglio scorso non contemplava provvedimenti riguardo le riaperture di eventi e locali da ballo, figuriamoci adesso.

Sono molti i festival di elettronica in giro per l’Europa protagonisti dell’ennesima posticipazione a causa Covid-19.

In Spagna, il famosissimo Monegros Desert Festival, che si tiene nei pressi di Fraga dal 1994, avrebbe dovuto celebrare lo scorso anno la sua ventunesima edizione. A causa delle restrizioni, il grande evento techno è stato posticipato dall’agosto 2020 al 31 luglio di quest’anno, ma comunque, a pochi giorni dall’apertura delle danze, il tutto è sfumato nuovamente in una gran nuvola di fumo e delusione.

Il festival, che è conosciuto e seguito da clubbers di tutto il mondo, vede schierati nelle line-up delle varie edizioni artisti del calibro di Paul Kalkbrenner, Len Faki, Loco Dice, Ilario Alicante, Pan-Pot e molti altri. Si tiene in una location terribilmente suggestiva, tra le polveri del rosso e roccioso deserto di Los Monegros, che al tramonto e all’alba si infiamma di sole inebriando animi già infuocati dalla musica.

Quest’anno la famiglia del Monegros ha però cercato di fornire un’alternativa ai suoi seguaci affamati di musica e danza: mentre scrivo, stasera 31 Luglio, dalle 20.00, orario locale, Paco Osuna terrà un live streaming da una location molto speciale, trasmessa sulla pagina Facebook dell’evento. Il dj set si tiene dall’interno di un aereo modello Airbus330, smantellato e trasportato dall’aeroporto di Teruel al centro del deserto, che nella prossima edizione in presenza sarà un privè per più di 1.000 fortunati.

In un momento difficile come questo, la solidarietà e il supporto nei confronti degli organizzatori di eventi musicali è fondamentale, come dichiarano gli addetti ai lavori sul sito dell’evento: “Your energy is our engine to continue working non-stop and to be able to return in 2022 with more strenght than ever”.

MONEGROS DESERT FESTIVAL

Un altro evento di musica elettronica che ha visto un cambio di rotta in corner è il Polifonic. Si tratta di un festival di musica house, techno e disco che si tiene in Puglia, in Valle d’Itria, ogni anno, e ospita per lo più dj italiani inserendo sempre una spruzzatina di internazionalità. Quest’anno si sarebbe dovuto tenere dal 22 al 25 luglio, vedendo in consolle dj originari della penisola come Adiel e Marco Shuttle e stranieri come Lauer da Francoforte e il greco Ilias Pitsios.

A 13 giorni dall’evento arriva la notiziaccia: nonostante le migliori intenzioni, i ciechi sforzi e le speranze, l’emergenza è ancora alta e il festival rischia di prestarsi come palcoscenico per un ennesimo focolaio. I ragazzi dietro all’organizzazione del festival col cuore in mano danno la triste novella sui social affermando inizialmente di credere nella possibilità di una posticipazione agli ultimi giorni di agosto, ma già a distanza di una settimana le previsioni sembrano essere meno positive e l’opzione più probabile è anche qui l’estate 2022.

In questo caso, l’alternativa offerta dall’organizzazione è stata quella di mini dj-set dilazionati nel tempo, situati in due diversi stabilimenti della zona, così da non creare assembramenti.

Uno dei primi festival sul patibolo è stato il Tomorrowland, annullato già dal 23 giugno e rimandato a luglio 2022. Così anche il Decibel Open Air, che si sarebbe tenuto a Firenze alla Visarno Arena a inizio settembre è stato rimandato di un anno. Stessa sorte è toccata al Sonar di Barcellona, che si terrà a giugno prossimo. E la lista è ancora lunga.

Uno dei pochi festival di elettronica che ha vinto la corsa contro il virus è stato l’EXIT Festival, che si è tenuto dall’8 all’11 luglio 2021 nella fortezza di Petrovaradin a Novi Sad, in Serbia. 180.000 sono stati gli ospiti e 0 i contagi (basandosi su un campione di 345 persone testate nei giorni seguenti).

Questo fa pensare che forse un modo per partecipare a eventi del genere in sicurezza esista, ma quale? Il Green Pass? Ridurre il numero dei partecipanti? Una riflessione approfondita e un’analisi delle condizioni in cui si è svolto l’EXIT potrebbe aiutare ad avanzare eventuali ipotesi.

Condividi: