“Quando ci vuole ci vuole”,

direbbe la Mary Poppins di Disney, e oggi mi pareva proprio che ci volesse un libro sul mare, sui giorni in cui si sta sulla spiaggia a vivere avventure, da soli o in compagnia, tra il bagnasciuga la sabbia e le onde.

Dunque il libro che ho scelto per voi oggi è I giorni del mare di Irene Penazzi edito da Terre di mezzo. Si tratta di un libro senza parole che va a fare il paio con Su e giù per le montagne, dunque Irene quest’anno per le vacanze ci porta al mare, invece che in montagna e propone una narrazione senza parole che permetterà a bambini e bambine di ritrovarsi e immedesimarsi.

“I giorni del mare”, giochi e attività in vacanza

Se dovessi dire cosa racconta, anzi cosa mette inscena I giorni del mare direi, molto semplicemente: i giochi e le attività che occupano lo scorrere del tempo quando si va al mare. Qui non siamo nel contesto di una breve vacanza con la famiglia magari, come capita per esempio a me con la mia famiglia, di provare un mare diverso ogni giorno.

No, qui siamo in quella condizione, per alcuni versi ottimale, in cui i bambini e le bambine vanno al mare sempre nello stesso posto, in cui si possono ritrovare i medesimi amici e quindi si possono intessere relazioni di gioco, e anche con l’ambiente, continuative. Questo luogo di mare che i bambini e le bambine protagonisti conoscono molto bene può essere esplorato a tutte le ore del giorno, con qualsiasi grado di affollamento e con le diverse condizioni meteo. Per un certo verso la parte centrale del libro è quasi un catalogo di opzioni di gioco, di condizioni della spiaggia, di orari del giorno.

Vedrete i bambini e le bambine all’opera mentre costruiscono castelli e sculture di sabbia, raccolgono conchiglie, nuotano esplorando il fondale, giocano sulla superficie del mare coi galleggianti, esplorano il boschetto nelle ore più calde e molto altro.

Come sempre però, se un libro è valido lo è per il suo valore estetico non per cosa racconta e quindi proviamo a soffermarci pochissime righe sui punti di forza principali di questo lavoro della Penazzi.

Il libro, la prospettiva, la rappresentazione

Innanzitutto colpisce il suo modo di usare la prospettiva, un modo molto vicino al disegno bambino, le tavole sono talvolta prese dall’altro, come nei risguardi, altre volte sono invece prese di fronte ma sempre con degli inserti di visione da un altro punto di vista. Un modo efficace per far ritrovare il piccolo e giovane lettore o lettrice anche dal punto di vista della costruzione visiva delle pagine.

Poi colpisce la cura per la rappresentazione dell’ambiente naturale, caratteristica costante del lavoro di Irene Penazzi che spesso e volentieri bazzica l’illustrazione di divulgazione e che anche qui, come in altri libri più narrativi, dedica attenzione estrema alla raffigurazione della sabbia, del mare, delle piante e di tutti gli elementi naturalistici delle tavole.

Medesima attenzione è data ai personaggi umani, non compare nessun adulto nemmeno per sbaglio ed è giusto che sia così perché questo è un mondo di bambini dove si sperimenta in liberà tra terra e mare. Oltre ai tre bambini protagonisti che conosciamo sin dalla prima tavola quando li vediamo arrivare in spiaggia insieme in bici, compaiono decine di altri bambini e bambine ripresi come se fossero in instantanea bloccati in movimenti assolutamente naturali e quotidiani tra corse, capriole, giochi, sistemazioni del costume che a volte si sposta dove da fastidio.

I giorni del mare è un libro vero, in cui si vede uno spaccato di esperienza infantile carico di emozioni e odori e rumori. I giorni del mare non ha parole perché andrebbero a interferire con il brusio delle tante chiacchiere dei protagonisti ma forse ancora di più con i suoni del mare, del vento. I giorni del mare vi farà sentire anche un sacco di profumi, quelli dei giorni del mare che ognuno di noi ha vissuto nel tempo e nello spazio, una specie di intermittenza del cuore che ci porta nei giochi sulla spiaggia, se abbiamo, o abbiamo avuto la fortuna di viverli.

Direi che questo è un libro perfetto anche per quando non siamo più in estate, i giorni del mare sono ormai alle spalle ma possiamo riviverli con i neuroni della lettura tra queste pagine brulicanti di vita e gioia.

Non mi resta che augurarvi e augurarci buoni giorni del mare e buona lettura!

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