I processi di rigenerazione urbana, che trovano i propri riferimenti fondamentali nell’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 dell’ONU, orientano verso la trasformazione delle città in comunità urbane sostenibili, più durature, ed efficienti, favorendo politiche di gestione sostenibile del suolo fino al raggiungimento del consumo netto pari a zero nel 2050.

In Italia, il carattere trasversale della rigenerazione urbana colloca questa disciplina a cavallo di diverse politiche pubbliche, più o meno marcate a seconda del contesto territoriale in cui si sviluppano (più definite nella legislazione regionale e finora solo tratteggiate nella legislazione statale) ed appare evidente che per raggiungerne gli obiettivi sia necessario sfruttare non solo le risorse pubbliche disponibili, ma favorire un’attiva partnership tra pubblico e privato.

L’Urbanistica tattica, la gestione degli spazi urbani

Come risposta a necessità sociali trascurate dalla pianificazione istituzionale, all’interno dei processi di rigenerazione urbana, si è sviluppata l’Urbanistica tattica, un modello di gestione informale degli spazi urbani, che sfrutta la ricchezza di potenzialità della collaborazione fra cittadinanza attiva e soggetti pubblici.

La sua peculiarità è quella di presentare una intrinseca connessione con l’aspetto sociale, fortemente collegato al concetto di partecipazione attiva delle comunità alla progettazione, gestione e, talvolta, realizzazione dell’opera, capace di riattivare i tessuti urbani per mezzo di interventi maggiormente legati alle condizioni fisiche, economiche e sociali del contesto.

Grazie alla transizione ecologica, che sta generando una sempre maggiore consapevolezza dell’impatto che ognuno di noi ha sull’ambiente, e all’attuale processo di mutazione delle città, che parte non più da utopici piani urbanistici, ma dagli occhi e dalle esigenze di chi le vive e le abita, anche la pubblicità esterna deve necessariamente re-inventarsi e abbandonare canoni ormai passati: il panorama urbano viene salvaguardato, i formati più invasivi sono accettati solo se contribuiscono alla riqualificazione di monumenti e edifici, mettendo al centro anche la collaborazione tra pubblico e privato.

I GreenGraffiti, comunicare in modo sostenibile

È in questo contesto che si inseriscono i GreenGraffiti®, lo strumento di comunicazione urbana sviluppato dall’agenzia di comunicazione milanese Jungle, che prevede la realizzazione di messaggi pittorici temporanei, non convenzionali, sulla superficie di piazze e marciapiedi che si presenta come un’alternativa alla classica cartellonistica pubblicitaria.

I graffiti, che non necessitano di impianti permanenti, si rivolgono ad un pubblico unicamente pedonale, lasciano di fatto lo scenario urbano inalterato e vengono creati con una tecnica serigrafica, grazie all’uso di un sistema di maschere in alluminio: la tela su cui dipingere è l’asfalto dei marciapiedi, mentre il colore è una miscela a base yogurt, gesso e cellulosa, facilmente rimovibile con un getto d’acqua calda ad alta pressione.

L’intero processo operativo è stato concepito con una logica di sostenibilità, prevedendo un totale azzeramento nella produzione dei rifiuti, che creano spesso grossi problemi soprattutto nelle realtà urbane che ancora non dispongono di sistemi di smaltimento tecnologicamente avanzati. Non vi sono stampe da smaltire, non vengono utilizzati inchiostri né solventi chimici: al termine del periodo di esposizione i graffiti vengono cancellati con sola acqua, e i template in alluminio completamente riciclati.

I GreenGraffiti® parlano il linguaggio di un pubblico digitalizzato: i messaggi, collocati a terra, rientrano facilmente nel campo visivo degli smartphone, e sono pensati per essere fotografati, instagrammati, scansionati attraverso QRcode o attivati con app di realtà aumentata. Inoltre, il fatto di non dipendere da strutture portanti facilita naturalmente la loro diffusione e li rende esempi di una comunicazione inclusiva: infatti i graffiti possono essere realizzati ovunque, in quartieri popolari o su vie commerciali, e permettono di parlare ai cittadini del centro e delle aree più periferiche,  raggiungendo anche località sprovviste di altre soluzioni pubblicitarie.

Non meno importante è, infine, il legame con il mondo della street art, da cui GreenGraffiti® eredita l’approccio diffuso e fuori contesto delle installazioni, la naturale tendenza a sorprendere il pubblico con opere inaspettate e temporanee, che magicamente appaiono e che, altrettanto inspiegabilmente, da un giorno all’altro non ci sono più.

Con l’obiettivo di ridurre ancor di più al minimo l’impatto sull’ambiente, da giugno 2023 è stato inoltre attivato un meccanismo di compensazione dell’impronta idrica, cioè del consumo di acqua dolce sia diretto che indiretto, mettendo in atto una volta all’anno, grazie a WAMI e OXFAM che contribuiscono anche a progetti di sviluppo della rete idrica in alcune aree del sud del mondo. Un processo di ripristino della quantità dell’acqua utilizzata, sia in ambito gestionale che durante le fasi di pulizia dei messaggi.

Contestualmente, partendo dallo stesso concetto di rigenerazione urbana partecipata, da quest’anno le installazioni GreenGraffiti si sono evolute in presidi mangia-smog diffusi, contribuendo in modo sostanziale alla pulizia dell’area cittadina. Ogni messaggio realizzato viene ora infatti trattato con Pureti®, un composto che mediante un processo di fotocatalisi permette la creazione di un layer protettivo in grado di disattivare le molecole nocive e di rilasciare ossigeno nell’aria.

Prendendo Milano come città campione, e ipotizzando per una campagna di esposizione di GreenGraffiti® una durata media di 15 giorni, nell’arco di dodici mesi l’insieme delle campagne di attività realizzate sul territorio urbano produce in media riguardo alla riduzione di inquinanti nocivi quali NOx, SOx e COV e alla produzione di ossigeno un effetto pari a quello prodotto da circa 120 alberi, ovvero a quello prodotto da un parco cittadino.

Questa pratica, quindi, sebbene non abbia un carattere risolutivo rispetto alla complessità del problema, contribuisce in modo efficace alla riduzione dell’inquinamento dell’ambiente, e al conseguente miglioramento della qualità della vita nelle città.

Per un’informazione corretta e aderente alla realtà, la comunicazione del futuro relativa alle tematiche ambientali, data la loro complessità, deve fare ricorso al contributo di un’ampia gamma di  discipline scientifiche e sociologiche, e inoltre, per stimolare nelle persone una partecipazione attiva ai programmi di sviluppo sostenibile delle città, deve utilizzare la metodologia della persuasione attraverso argomentazioni fondate scientificamente e attinenti ai problemi reali delle comunità urbane-

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