I Profumi di Madame Walberg: l’ultima pellicola di Grégory Magne
La pellicola del regista francese Grégory Magne, con sobrietà e delicatezza, tra profumi e fragranze, ci racconta la storia di un incontro tra due solitudini.
La pellicola del regista francese Grégory Magne, con sobrietà e delicatezza, tra profumi e fragranze, ci racconta la storia di un incontro tra due solitudini.
Anne Walberg è stata una donna di successo, naso sopraffino, artista delle essenze e dei profumi, reclutata subito dalle grandi maison delle fragranze di lusso. La sua vita ora è diversa (non vi racconto i motivi, correte al cinema se siete curiosi) la sua agente le scova diversi lavori ma lontani dal mondo a cui era abituata.
L’olfatto, la capacità di cogliere gli effluvi, i sentori più particolari, l’abilità nel comporre una fragranza, la rendono unica e anche totalmente dipendente dal suo potere. Anne vive sola, isolata, la sua vita è povera di relazioni, l’unico motivo di vivere è il suo naso e la capacità di inebriarsi con esso. L’incontro/scontro con l’autista Guillaume le permetterà di mutare la sua interazione con il mondo.
Il regista Grégory Magne si muove con sobrietà e tatto, e dipana i fili della trama muovendo verso un finale aperto e non scontato. Una pellicola che alterna dramma a commedia e che mantiene aperte molteplici vie di fuga.
L’incontro di due anime isolate è decisivo per entrambi: Anne, la cui ragion di vita coincide con la maestria del suo naso e che non permette alla vita di raggiungerla, e Guillaume, divorziato che cerca di ricomporre la sua vita e il rapporto con la figlia.
Il rapporto che si instaura tra i due protagonisti è un legame particolare, uno scambio intenso costruito su una sorta di confronto conflittuale: da una parte Anne, che ha la necessità di avere una figura che non accoglie le sue istanze ma che anzi la osteggi per progredire, dall’altra Guillaume, che man mano si incuriosisce del mondo dei profumi ma che, con una visione più prosaica della vita, tenta di offrirle una nuova concezione della stessa.
Se Anne offre a Guillaume una visione della realtà filtrata dall’olfatto, l’autista diventa il punto di riferimento, il collegamento con quel mondo reale tanto complicato da affrontare. Se Emmanuelle Devos è perfetta per interpretare l’algida Anne, Grégory Montel (Guillaume) rispecchia in pieno le paure e i tormenti dell’uomo medio.
Due solitudini si incontrano e si sfiorano in un equilibrio mutevole, una pellicola che fa sorridere sì, ma a denti stretti: l’amarezza della vita, le sue continue difficoltà sono dietro l’angolo, ma a volte gli incontri riserbano sorprese…