Pensavo fosse importante solo per il mio personale calendario, invece é inimmaginabile quante cose rappresenta il numero 29. La cosa più fantasy? È il numero dell’unicorno. Per Einstein é uno dei suoi numeri primi. Una cometa periodica del sistema solare. È il numero atomico del rame. L’alfabeto dei Fenici aveva 29 segni cuneiformi. Più prosaicamente é nella Smorfia il padre dei bambini. Una meravigliosa canzone di Lucio Battisti cantata dall’Equipe 84. Il tempo più o meno esatto per bere questa bottiglia e dopo che ho conosciuto chi produce questo vino, credo anche lo spazio di reazione che hanno impiegato per decidere se imbarcarsi in un’avventura che non diventerà mai una proprietà. Vignaioli naturali folli: una nuova categoria. Un progetto che a raccontarlo merita un posto nel cuore di noi appassionati e non solo. Una vigna in città, ad Empoli, in provincia di Firenze, dietro al convento di Santa Maria a Ripa fondato alla fine del 1400, sicuramente nei secoli posto di preghiere, lavoro silenzioso e rinunce.

Io mi immagino queste vigne circondate da mura, paragonabili ad un Clos in Francia, ne immagino le trasformazioni, e il loro essere pronte a mettere in pratica tutta quella benevolenza dopo non averne avuta più la possibilità per lungo tempo. Probabilmente quando Simone, Sandro, Matteo e Roberto si sono presentati al loro cospetto, avranno respirato quell’aria piena di misticismo, e intuito quell’ora (o mai più) che li circondava, così come in una preveggenza. La stessa che il parroco di turno ha avuto, dando loro l’assenso per un appuntamento con la Curia fiorentina, dopo non si sa quanti no ad altri possibili gestori. Eh, sí, perché il convento é in vendita, vigna compresa. Quindi ricapitolando, parliamo del 2017, dove tutto inizia e dove da allora, tutti i giorni sono buoni per finire. Sembra una metafora triste, invece é il vero scopo dell’esserci senza che le scadenze ci rendano immobili. I primi e unici interventi fatti dai vignaioli sono stati sulle piante con potature sopportabili, visto che l’età media é tra i 70\80 anni. Non hanno mai girato la terra e parlando con Sandro, non solo vignaiolo prestato, ma proprietario di un locale fichissimo in centro, mi diceva che sicuramente alcune piante sono a piede franco, cioè pre-filossera.

Questo 29 Vino Arcaico spumante, é un insieme di uve toscane bianche e rosse: Sangiovese, Trebbiano e Malvasia. Tutta la lavorazione avviene all’aperto e la cantina, ex-stanza mostra del presepe, é praticamente sotto l’altare della chiesa adiacente. La metodologia per ottenerlo é attendere che la gradazione zuccherina sviluppi le atmosfere per renderlo spumeggiante. Quindi tappo a corona e sistemazione nel posto di cui sopra, ascoltando messe e benedizioni. Io sono rimasta a bocca aperta, vedendo tutte quelle  bottiglie a capo in giù dentro a casse colorate. Un tripudio d’allegria che dura 58 minuti nella versione magnum. La sboccatura avviene a mano e per farlo, deve essere molto freddo fuori, roba da sopravvivenza termica.

Quelle 1800\1900 bottiglie sono la certezza che la passione é figlia dei sogni e che anche le viti sono state felici di partecipare. Nel bicchiere é un girotondo di profumi che passa dalla mandorla, a frutti dolci e arriva alle erbe aromatiche. In bocca é divertente (si può dirlo di un vino?), non per il sorriso in automatico (effervescenza sorridente), ma perché quando vorresti parlarne é già finito. Attenzione che prima o poi, questi non folli, ma VU(M) Vignaioli Urbani Mistici (si chiamano così), dovranno essere inseriti nell’elenco di quelli per cui il domani é un giorno in meno.

Per acquisti: VU(M), via della Repubblica 125 – Empoli

sandroalfaroli@gmail.com

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