Il 2 Novembre, oltre ad essere l’anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, uno dei più lucidi intellettuali che l’Italia abbia mai avuto, era prevista anche l’uscita nelle sale del suo primo lungometraggio Accattone del 1961, restaurato a cura della Cineteca di Bologna che dal 2013, con il progetto Il Cinema Ritrovato, offre nuove vita alle pellicole più significative del passato e le ripropone nei cinema italiani.

Purtroppo a causa del Covid 19 le sale sono chiuse e non abbiamo avuto la possibilità di vederlo sul grande schermo.

Il poeta emiliano sente la necessità di esprimersi attraverso la macchina da presa ma, come anche da lui dichiarato, senza una formazione tecnica. Un giovanissimo Bernardo Bertolucci è il suo aiuto regista. La storia è ambientata nel sottoproletariato romano, Franco Citti Accattone sopravvive di piccoli imbrogli e si fa mantenere da Maddalena che si prostituisce. I ragazzi di vita già tanto descritti nei suoi romanzi prendono forma. Proiettato alla 22ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia la pellicola viene contestata, e dopo una primo passaggio in sala viene bloccata dalla censura e tolta dalla distribuzione. Il tema della prostituzione ma soprattutto la figura scomoda di Pasolini segnano il destino di questo grande lungometraggio.

Un bianco e nero abbacinante, una fotografia spesso sovraesposta, frutto di una scelta mirata, accompagna il protagonista che assume quasi toni sacri, lo scrittore ricorderà:«...istintivamente ho scelto una tecnica sacrale […] Avevo il senso della sacralità tecnica dei movimenti della macchina, delle carrellate, delle panoramiche, della fotografia».

Questa volontà di trattare in maniera rigorosa e algida i personaggi, le cui azioni non coincidevano con la morale borghese del tempo (ricordiamo anche la scelta di usare nella colonna sonora uno dei cardini delle musica sacra, La Passione secondo Matteo di Johann Sebastian Bach) è l’ennesima provocazione del poeta. Pasolini restituisce forza e verità ai dimenticati, ai derelitti a coloro che non riusciranno mai a rialzarsi.

Le borgate romane vengono riportate nelle loro più cruda realtà e nello stesso tempo l’immagine è resa in maniera fortemente ieratica, come ricorda Serafino Murri nel Castoro Cinema: «in questo definitivo omaggio alla forza espressiva dell’immagine ‘muta’, a questo silenzio vuoto che fa da contrappunto ai numerosi momenti di silenzio pieni di latrati, di motori, di urla, e di vento i cui passi sconsolati di Accattone si aggirano per tutto il corso del film».

Una pellicola costruita sui primi piani, sugli sguardi, sul volto, che consigliamo attualmente disponibile su Amazon Prime Video.

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