Il genio della giovane Noemi Comi che con la sua arte denuncia la teoria del complotto
Noemi Comi ha appena vinto il Primo Premio del Musa Fotografia, dedicato a donne artiste, con un progetto psichedelico da capogiro: a Monza, il 19 novembre.
Noemi Comi ha appena vinto il Primo Premio del Musa Fotografia, dedicato a donne artiste, con un progetto psichedelico da capogiro: a Monza, il 19 novembre.
Prima classificata al Premio Nazionale Musa per fotografe, Noemi Comi esporrà il progetto vincitore con Alessia Locatelli, curatrice del Premio, al Musa Fotografia di Monza, il 18 novembre 2021.
Homo Saurus è un lavoro fotografico effettivamente degno di nota, tanto che, oltre al Musa, nel 2021 ha portato a casa ben quattro premi in giro per il mondo (Grand Prix Białystok Interphoto, PHmuseum Days, RADICI Futuro Arcaico, Belfast Photo Festival Award).
E’ un racconto fotografico surreale, fluorescente e psichedelico, che “documenta” l’esistenza dei rettiliani. Per chi non lo sapesse, i rettiliani sono presunti umanoidi (alieni mutaforma simili a rettili) che prendono sembianze umane per confondersi con la popolazione mentre perseguono il loro scopo: manipolare la società tramite il potere politico e dominare la Terra. La teoria è di David Icke, il quale sostiene che molti leader mondiali siano in realtà dei rettiliani.
La giovanissima artista mette in scena dunque un mondo alterato e distopico e le sue foto sono documentazioni fittizie che testimoniano la presenza dei rettili-umonaoidi sul nostro pianeta e all’interno del loro pianeta natale Nibiru. Un progetto ironico e critico, direi anche di denuncia, che si basa sulle teorie complottiste tanto in voga in questo momento storico causa Pandemia, o, come dice Comi, “per la crisi economica e l’ascesa del populismo“. E continua: “I cospiratori presentano una visione distorta della storia dell’umanità e del cosmo, probabilmente per giustificare la loro mancanza di potere o l’incapacità di realizzarsi lavorativamente“.
Il lavoro usa elementi mitologici per creare delle atmosfere ambigue, al limite tra realtà e finzione, mettendo in risalto l’aspetto allucinatorio, anche attraverso l’uso di tinte acide che richiamano la controcultura hippy. L’ottica è enciclopedica e, partendo da una visione scientifica del mondo, riscrive la realtà e denuncia un atteggiamento tipico della società edonistica: la costruzione di miti e finzioni.
Bravissima, Noemi Comi, calabrese, classe 1996, diplomata con Menzione d’Onore alla Libera Accademia di Belle Arti di Firenze mentre seguiva un corso con Steve Bisson dell’Urbanautica Institute: “Voglio unire arte e scienza cercando di abbattere ogni tabù”. Seguitela qui su Instagram!
A noi non resta che invitarla a partecipare al nostro premio Cherchez la femme: una frase che ha iniziato la sua fortuna dalle pagine di un geniale misogino, lo scrittore francese Alexandre Dumas. Quando c’è un problema un guaio, un casino, un delitto, un affare andato storto, Cherchez la femme, cercate la donna: state sicuri che dietro ce ne è sempre una. Le donne “elles sont au centre de toutes les affaires” dice infatti Joseph Fouch, protagonista del romanzo di Dumas (padre). Siamo talmente d’accordo che Cherchez la femme diventa un concorso per immagini: cercate la donna, raccontatela in ogni sua nuova, complessa, vera, multiforme declinazione. Per strada, a letto, mentre legge, dirige un’azienda, sogna a occhi aperti, osserva, parla, urla, ovunque e comunque. Un gesto, un’espressione, un movimento. Il Concorso di Crumb Gallery in collaborazione con la Web Art Gallery di Rewriters, vuole riscrivere con le immagini il Cherchez. Forse per vederla davvero, e finalmente, la femme.