Fra qualche giorno sarà il mio compleanno. 44 per l’esattezza e mi sento una vera Queen. Gli ultimi anni sono letteralmente volati. Il tempo mi scivolava della mani, i giorni correvano l’uno dopo l’altro, i mesi sul calendario scomparivano ed in certi momenti vedevo il mio compagno alla notte quando rientravo e lui dormiva già profondamente ed al mattino quando socchiudevo un occhio solamente per dargli il buongiorno alle 5 del mattino quando partiva per il lavoro.

Lavorare nella ristorazione non è una cosa semplice e chi dice che per essere felici bisogna lavorare entrambi nella ristorazione per bilanciare gli orari di lavoro dell’una e dell’altro è una fesseria incredibile.

Lavorare il tempo necessario per dare il meglio di noi

Mi sono fermata a riflettere lungamente su questo problema che affligge tutte le persone che lavorano nel mio mondo. Forse stiamo considerando il problema dal punto di vista sbagliato. Dovremmo iniziare a considerare gli orari di lavoro come il tempo necessario per dare il meglio di noi e per collaborare nel modo più sublime per onorare la cucina. Mi rendo conto che osservando dall’esterno le persone che lavorano con me sono stressate e ripetono all’infinito le stesse azioni, quasi inutilmente, non programmando tutto ciò che sarà necessario per affrontare il servizio del ristorante.

Photo by zoli gy on Pixabay

Le nuove tecnologie ci sono venute in aiuto, ma sovente si respinge la novità anche a fronte di un beneficio in termini di qualità della vita. La ristorazione sta cambiando e non possiamo far finta di niente. Non credo in termini assoluti che la mancanza di personale sia data dall’assenza di persone che vogliono lavorare nel comparto ristorativo, penso invece che non si trovino più persone disposte a lavorare su turni spezzati che occupano tutta la giornata dalle 9:30 del mattino sino alle 23.

Non pensate anche voi che bisognerebbe riconsiderare l’aspetto umano? Per quanto mi riguarda mi sono domandata perché ed in nome di cosa fare il lavoro più bello del mondo, a mio avviso, la cucina, voglia dire vivere nella più completa solitudine ed entrare letteralmente in un tritacarne che ci fa perdere le cose più belle che ci circondano? Come possiamo interpretare la contemporaneità nei nostri piatti se non possiamo vivere ciò che ci circonda?  

Voglio assaporare il mio tempo. Lascio il mio lavoro di chet executive

Gli obbiettivi che mi ero prefissata li ho raggiunti: affermazione di genere, riaffermazione lavorativa e grazie al cielo l’amore. Dopo lunghi mesi di riflessione su cosa volessi fare della mia vita e che cosa avrei voluto cambiare sono giunta alla conclusione di cambiare lavoro. Fra qualche giorno lascerò definitivamente il mio posto di chef executive nei ristoranti in cui lavoravo a Bologna e mi dedicherò a tempo pieno alla formazione ed alle consulenze in ambito ristorativo.

Il tempo è la cosa più importante che abbiamo ed io voglio cercare di assaporarne ogni istante.

La ricetta

Rimanendo in tema, vi voglio proporre una ricetta slow cooking: Pollo alle erbe aromatiche.

Ingredienti:
4 cosce di pollo
Sale grosso q.b.
Olio Evo 4 cucchiai
2 rami timo cumino
2 rami timo all’arancio
1 ramo di rosmarino
4 patate sbucciate e tagliate e tocchetti grossi

In una ciotola disponete le cosce di pollo e copritele con abbondante sale grosso. Lasciatele marinare per un’ora nel frigorifero.

Trascorso il tempo della marinatura sciacquate le cosce sotto acqua fredda  per eliminare il sale e lasciatele in ammollo per dieci minuti in acqua, in questo modo si reidrateranno più di quanto non lo fossero state prima.

Disponete le cosce in una teglia da forno che risulti di misura, aggiungete le patate, le erbe aromatiche e l’olio EVO. 

Infornate a 135 gradi per un’ora e trenta minuti, trascorso detto tempo alzate la temperatura a 190 gradi sin quando le cosce non risulteranno croccanti.

Prendetevi tutto il tempo che serve per degustare questo piatto della tradizione accompagnandolo con una buona fetta di pane.

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