Il pulcino Ergo e la locuzione di Cartesio in versione bimbi
Ergo è il pulcino dalle mille domande, e il suo nome rimanda al pensiero filosofico di Cartesio e al collegamento tra pensare ed essere.
Ergo è il pulcino dalle mille domande, e il suo nome rimanda al pensiero filosofico di Cartesio e al collegamento tra pensare ed essere.
Ci ho pensato tanto, davvero, su quale libro proporvi questo inizio di aprile, volevo un libro bellissimo, come sempre, ma anche un libro versatile… Insomma volevo un libro adatto a ReWriters e che vi lasciasse del buono in bocca. E alla fine ho scelto e spero la scelta vi piacerà.
Ho scelto lui, Ergo di Alexis Decano e Viviane Schwartz edito da Il Castoro.
Ergo è un uccellino, un pulcino se preferite, che un giorno si sveglia e si mette a esplorare il mondo. Scopre le zampe, le ali, il becco, insomma scopre tutte le sue parti del corpo e le sperimenta fino a quando pensa di aver scoperto tutto…. tutto di sé… o forse tutto del mondo… almeno così per un momento gli sembra.
Ma, attenzione, Ergo non è un pulcino libero, Ergo è un pulcino ancora chiuso nell’uovo, per quanto lui non lo sappia, e quando si accorge di avere attorno un muro, dopo essersi posto domande su di sé inizia a interrogarsi su cosa ci sia oltre quel muro che vede.
Inizia a muoversi per andare oltre il muro, rotola, sente rumori provenire dall’esterno, inizia a fare congetture a cui però non può dare risposta e si arrabbia perché…
E’ brutto non sapere, pensò Ergo.
Ergo non si abbatte e continua la sua ricerca alla scoperta di sé e del mondo esterno, continua a fare congetture col pensiero almeno fino a quando, finalmente e in maniera naturale, trascorso il tempo necessario alla maturazione del pulcino, il guscio inizia a rompersi e l’albo si chiude con una doppia tavola e una brevissima chiusa sulla vita di Ergo, la vita fuori dal guscio, che inizia a fianco di altri pulcini di diversi colori e anche di altri animali.
Tutta la storia, prima di questa ultima doppia tavola, insomma si muove dentro il guscio ed è assai difficile non pensare che quel nome, Ergo, non sia un nome casuale ma che sia lì per richiamare il Cogito ergo sum di Cartesio, il “penso dunque sono” in cui il centro rivoluzionario dell’affermazione non sta né nel cogito (penso) né nel sum (sono), bensì in quell’ergo, in quel dunque che collega il pensare all’essere.
Posso essere perché penso ma anche, se volete andare avanti con i giochi di parole – e con i bambini e le bambine, allontanandosi dal latino, si può fare tranquillamente – esiste quello che penso, o, ancora, può esistere quello che immagino, ma soprattutto, esiste anche quello che non riesco a pensare e immaginare perché è al di là di ciò che conosco già…
Ergo insomma è un pulcino che si pone delle domande, ogni risposta che trova non è mai sufficiente a placare la sua ricerca di senso.
Ergo sembra dapprima scoprire tutto il mondo in se stesso, come spesso accade, e deve accadere in una fase necessaria di crescita, a bambini bambine, per poi arrivare a dedurre che però il mondo non può essere tutto chiuso in sé, ma qualcosa lì fuori ci deve essere: qualcosa di non noto, qualcosa anche di molto bello, qualcosa comunque tutto da scoprire, qualcosa che con buona probabilità ridefinirà anche i confini di quel mondo che aveva scoperto inizialmente dentro di sé.
Ergo il libro, e Ergo il pulcino protagonista, secondo me hanno buone possibilità di entrare in sintonia con i piccoli lettori e lettrici, facendoli sorridere e anche facendo loro provare tenerezza ma soprattutto portandoli a sperimentare il pensiero e a porsi domande su se stessi e sul mondo che li circonda proprio come fa Ergo.
Ecco, mi sembrava bello aprire questo mese all’insegna della ricerca della propria identità che è per i piccini e le piccine la base per poi entrare in relazione con gli altri riconoscendoli nella loro identità.
Spero incontrerete con i vostri bambini e bambine Ergo e le sue domande, e anche il suo giallo che cattura gli occhi sin dalla copertina, e spero proprio vi piacerà leggerlo ad alta voce e lasciare spazio alle chiacchiere che nascono da una lettura condivisa… in fin dei conti leggiamo dunque siamo, se vogliamo continuare a giocare con le parole e il nome del nostro piccolo Ergo 🙂