Un viaggio fatto di luoghi, cultura, persone e tecnologia, per riprendersi il futuro, che è già qui. In una notte d’estate ho visto il futuro. Cultura, tecnologia e persone per le aziende di domani, edito da Franco Angeli, è un libro necessario, e per questo ho intervistato l’autore in diretta streaming:

Boscato è stato il primo supporter sia del progetto ReWriters sia del progetto ReWorld (azienda che oggi è l’editore di ReWriters): ha sostenuto economicamente sia l’associazione che la startup, sponsor e mecenate del ReWriters fest. e autore nel libro Nuove tecnologie e web.

Un uomo che crede nelle visioni, nelle persone, nelle diversità, che per lui sono unicità e che, studi alla mano, aiutano le idee a fiorire e le imprese a performare meglio.

La copertina di “Nuove tecnologie e web”

L’autore di questo libro visionario è uno dei massimi esperti italiani di Digital Transformation, Collaboration e Intelligenza Artificiale per il business, Vicepresidente di Injenia, membro del Board direttivo di Enchora e Direttore Didattico alla Bologna Business School, recentemente inserito da Forbes nella prestigiosa lista dedicata ai 100 manager più influenti d’Italia. Mica cippa.

Il libro ha la forma di romanzo e racconta di un viaggio in Sicilia di Boscato con la famiglia. Ma è anche un testo di filosofia o, ancora, un manuale che svela segreti per un business illuminato.

Insomma, una lettura diretta a tutti e tutte, ma anche ad addetti ai lavori: un testo ironico, frizzante e lucidissimo che analizza le reazioni delle organizzazioni del domani verso un mondo in continua evoluzione, dove le persone sono parte fondamentale della crescita aziendale del futuro.

Leggendolo, diventano chiare le le dinamiche che hanno causato il vero e proprio movimento tellurico che stiamo vivendo nelle aziende e nel mondo del lavoro, a partire da tre concetti chiave: cultura, tecnologia e persone.

Cristiano Boscato

Oggi fare impresa – ci spiega Boscato – non più essere solamente generare profitto, ma soprattutto benessere e senso per le persone: ed eccolo, il modello di business dell’autore geniale, un “organismo pensante, in cui i neuroni sono i team di lavoro e le sinapsi le connessioni tra essi”.

Un ecosistema, dunque, alla costante ricerca del proprio equilibrio dinamico, unica via per affrontare le sfide di un contesto in cui il cambiamento diviene un elemento fondante, perpetuo e intrinseco. Sfide, la cui portata e le cui conseguenze, hanno e avranno un profondo impatto non solo sul nostro lavoro, ma sulla nostra vita.

Quello che mi ha colpita di più è lo stimolo alla responsabilità individuale, insieme all’umanesimo che queste pagine trasudano: le persone al centro, la loro felicità, la loro realizzazione (focus del suo progetto Interacta).

Questo libro, in maniera umana e scientifica, risponde ad alcune domande del nostro tempo: le aziende stanno cambiando tanto velocemente quanto il mondo che le circonda? E come potranno trovare l’equilibrio necessario a gestire le accelerazioni imposte dal mutevole contesto in cui viviamo?

Si deve cambiare il paradigma di come generare profitto – dice Boscato. Serve ciò che gli americani chiamano trust: un patto decisivo tra le persone, un andare incontro all’incessante e perenne cambiamento del sistema valoriale di tutti coloro che sono coinvolti nella buona riuscita della partita della vita. Nella buona riuscita della vita di ognuno, dove il lavoro sarà sempre e comunque solo una parte, sebbene una parte molto impattante. Il come affrontarlo è alla base di tutto“.

Non ce ne voglia Raymond Carver, certo, ma Il fenomeno umano o dell’umanesimo tutto, è un fenomeno complesso e sempre sul crinale del fraintendimento. La tecnologia nasce per semplificare i processi di comunicazione, di attuazione del pensiero e, più nello specifico, per contribuire al miglioramento dei processi di business. Perché la tecnologia resta e rimane anche un pensiero. A volte ci fermeremo a contemplarla, altre volte ci supererà; molto spesso la afferreremo. Come l’amore (a questo proposito: Il futuro dei social network, appena uscito).

Desidero ringraziare questo riscrittore illuminato (pioniere e un portavoce di un cambiamento culturale, ancor prima che tecnologico, nel modo di fare business e di lavorare), per l’ottimismo che emerge dal suo libro, per la generosità di lasciarci speranzosi.

Credo infatti che l’essere veramente disrupt, riuscire a riscrivere le logiche del sistema, essere visionari, sia rispondere ad una domanda controfattuale: what if? Ossia: che cosa succederebbe se invece avessimo un futuro bellissimo? Che cosa dovremmo e potremmo fare per arrivarci?

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