A quasi dieci anni di distanza dall’uscita del primo successo, Inside Out 2 torna nelle sale ed è il cartone animato con il più alto incasso di sempre nel nostro paese. 

Oltre 4 milioni di spettatori e 30 milioni di euro al botteghino, il nuovo film d’animazione targato Disney-Pixar supera il record Barbie dell’estate scorsa. Ma perché stiamo correndo tutti al cinema a vedere un cartone animato?

Inside Out non è un fenomeno che attira solo i più piccini, e meno male

Era il 2015 e vedere le nostre emozioni prendere vita sullo schermo nei panni di Gioia, Rabbia, Tristezza, Disgusto e Paura, ci ha stupito e lasciato a bocca aperta. Oggi, nel 2024, il pentagono delle emozioni basiche che abitano il quartier generale della mente di Riley si amplia grazie all’arrivo di Ansia, Invidia, Noia e Imbarazzo. C’è qualcosa di più attuale? 

In una società basata sulla legge della performance, Inside Out 2 racconta con accurata delicatezza la complessità delle emozioni umane che a partire dall’età della pubertà si affacciano nella nostra mente e creano l’“Idea di sé”.

Inside Out 2

Niente filtri né scorciatoie, la mente si ammala come il corpo

Ma Inside Out 2 non è solo bello, è rivoluzionario. Per la prima volta infatti non ci sono filtri né scorciatoie nel parlare di sanità mentale, di ansia patologica, di attacchi di panico paralizzanti; nel dire a piena voce che la mente si ammala così come il corpo, che l’inconscio è il fondamento su cui poggia tutto il resto e che annullare è quanto di più pericoloso esiste.

Che provare questa lotta interna di emozioni è possibile e che non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto, perché così come è possibile ammalarsi, è possibile guarire. È questo che rende Inside Out 2 assolutamente rivoluzionario: il coraggio di svelare i tabù che per troppo tempo hanno portato a negare la nostra realtà interna. 

Per tutto questo non possiamo che ringraziare Meg LeFauve e Kelsey Mann, che hanno rispettivamente scritto e diretto il film d’animazione con cui passiamo ufficialmente dalle principesse che aspettano il principe azzurro allo sdoganamento della malattia mentale. E scusate se è poco. 

Dunque forza, andate al cinema. Portateci i vostri figli e i vostri nipoti, ma anche i vostri genitori e i vostri nonni. Ma soprattutto, portateci voi stessi. 

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