Ho conosciuto Debora Riva attraverso alcune sue colleghe nel contesto di un progetto editoriale intitolato Amori 4.0un viaggio nel mondo delle relazioni del terzo millennio, una raccolta di contributi di professionisti che operano su tutto il territorio nazionale.

Conoscere la Dott.ssa Debora Riva mi ha permesso di scoprire il legame tra i tatuaggi e le modificazioni corporali con il delicato tema della morte in un gioco di luci ed ombre che tratteggia l’immagine dell’essere umano impegnato nella narrazione di sé tramite diversi mezzi simbolici. 

Tattoo e Thanatos: rendere eterno l'effimero>?
Mirko Tedesco Soulskin Ink (Parabiago) – Instagram: tattoosoulskin

Debora Riva, con determinazione, ha approfondito non solo questo particolare studio dei segni sui tessuti cutanei ma ha deciso di portare la psicologia soprattutto nelle crepe di un metaforico tessuto sociale che vede spesso la diversità come minaccia. 

Questo studio, che si amplifica nella delicata raccolta di dati sensibili, le permette di essere d’aiuto alle persone affinché queste possano riconoscere e volgere a proprio vantaggio le crepe come finestre attraverso le quali far filtrare consapevolmente quella luce che rende ciascuno di noi unico.

Con questa intervista vi darò modo di esplorare il suo lavoro e comprendere quanto sia importante la sua missione.

Di che cosa ti occupi esattamente?
Svolgo la mia attività in ambito privato dove, come psicologa, mi occupo principalmente di consulenza e sostegno rivolto ai singoli e ai nuclei relazionali. Lavoro in situazioni di crisi, di disagio, ossia in tutti quei momenti in cui la vita ci mette di fronte una sfida, ma anche per favorire l’attivazione di percorsi di crescita personale. Il mio studio mi permette di aiutare le persone a scoprirsi e comunicarsi in modo sano e consapevole, valorizzando l’irriducibile complessità dell’umano e sostenendo il cambiamento di quelle che sono le “note stonate” che caratterizzano ogni narrazione.

Le tematiche d’elezione a cui mi rivolgo sono tutto ciò che ruota intorno al mondo dell’underground, dall’appartenenza a culture “alternative”, al mondo delle modificazioni corporali e dei tatuaggi, fino all’erotismo, alla sessualità e alle relazioni atipiche, kinky e nello specifico BDSM.

Dott.ssa Debora Riva

Che cosa significa Kinky?
La parola “kink” si può tradurre dall’inglese con “curva brusca”, una decisa deviazione rispetto a un simbolico percorso lineare. È un termine cosiddetto “ombrello” che indica pratiche, preferenze ed attività erotiche, sessuali e relazionali, considerate “atipiche” o estreme.

Immaginando un continuum, se agli estremi troviamo il kink, ciò che invece si assesta su posizioni più “normative” viene definito “vanilla” in riferimento proprio al sapore della vaniglia: buono, ma non particolarmente forte. Queste espressioni non hanno valenza medica o morale, ma servono solo ad indicare una preferenza. Vanilla sono, ad esempio, il sesso penetrativo, i baci, la masturbazione. Kinky invece sono fantasie, role-playing, sesso di gruppo, feticismo, voyeurismo, esibizionismo, BDSM (acronimo che sta per Bondage, Dominazione/Disciplina, Sottomissione/Sadismo, Masochismo).

Il confine non è netto: kinky e vanilla possono coesistere o essere esclusivi, così come alcuni kink possono essere più o meno “estremi” (ad esempio le fantasie o i giochi di ruolo sono piuttosto comuni, come il feticismo per scarpe femminili o autoreggenti). I capisaldi del kink sono il consenso, la responsabilità, la consapevolezza ed il rispetto dei limiti (propri e altrui).

Come ti sei avvicinata a questo ambito?
Ho sempre pensato che per stimolare nell’altro il cambiamento non avrei voluto essere io la prima a nascondermi dietro confortevoli luoghi comuni che non mi sono mai appartenuti. Ho scelto di rivolgermi ad un mondo che sento a me vicino, poco conosciuto e ancora vittima di molti stereotipi interiorizzati in maniera piuttosto trasversale. Desideravo portare la psicologia proprio in quegli spazi “estremi” troppo spesso colorati da giudizi morali, o esclusivamente patologizzanti ma che fondano la loro essenza prevalentemente nella percezione pregiudizievole del diverso. 

Quale ritieni sia il collegamento tra la psicologia e l’underground?
La mia psicologia, o meglio la mia missione di psicologa, mi permette sia di comprendere che sciogliere i nodi che legano le persone al mondo del “si deve” perché possano riprendere coscienza della propria esistenza e offrire a sé stessi l’opportunità di costruire percorsi alternativi. Ritengo che gli individui debbano poter uscire dalla visione binaria di uno sguardo dove ciò che apparentemente non è “normale” spesso viene stigmatizzato, non compreso ed interiorizzato a priori come “sbagliato”. 

Ri-significare la “diversità” è possibile attraverso una svolta paradigmatica, in cui l’autenticità di chiunque possa essere vissuta e compresa in modo sano e soddisfacente.

Dott.ssa Debora Riva

Chi si rivolge a te per un aiuto?
Esatto! Aiuto, poiché non definisco mai le persone che incontro per il mio lavoro “pazienti”, perché penso che la parola paziente richiami l’idea di passività, “patire” (dal latino patiens, participio presente di pati, soffrire, sopportare)…e nel percorso che ritengo debba essere fatto non sarò io ad imporre una “cura”; piuttosto lavoreremo insieme per essere uniti nella cura della persona che si è rivolta a me all’interno di una relazione che diviene incubatrice relazionale. Chi mi si rivolge non risponde a un prototipo, accolgo madri di famiglia, giovani universitari, professionisti appartenenti a varie categorie dato che tutti abbiamo delle zone d’ombra. La differenza la fa il desiderio di esplorarle! 

Che messaggio vorresti lasciare ai lettori di ReWriters?
Un antico detto marinaro recita: “non è il vento, ma l’assetto delle vostre vele a stabilire la rotta che volete seguire”. Troppo spesso si sceglie di lasciarsi vivere, intimoriti dalla possibilità di trovarsi di fronte ai propri mostri. Ebbene, è proprio conoscendoli e facendo con loro amicizia che questi smetteranno di popolare le nostre paure, diventando personaggi della nostra storia. 

Per esplorare l’ambito di ricerca della Dott.ssa Debora Riva o rivolgerle nuove domande per trovare qualche risposta la si può contattare direttamente sul suo sito

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