Il Kirghizistan, grande quasi quanto due terzi dell’Italia, ma senza sbocchi sul mare, è un paese dai paesaggi emozionanti ed inesplorati, poco conosciuto dal turismo di massa, un tesoro nascosto nel cuore dell’Asia Centrale, al confine con Cina, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan.

Il paese, per via della sua posizione geografica e di un’industria poco sviluppata, conserva tutt’oggi uno suo stile di vita nomade, retaggio di tradizioni ed usanze antichissime, che riporta alla mente le carovane dei nomadi e dei mercanti che, percorrendo la Via della Seta, commerciavano in pietre preziose, argento, stoffe e spezie dall’Estremo Oriente.

Qui è ancora possibile ammirare un paesaggio straordinariamente immutato, caratterizzato da vasti e splendidi ghiacciai, da laghi alpini, praterie e steppe sconfinate e città che, ancora oggi, sembrano villaggi più che moderne capitali, caratterizzate da un’architettura brutalista da sempre preservata, tipica dell’era sovietica, fatta di enormi palazzi in cemento armato dalle forme rudi.

Parco Nazionale di Ala Archa

Nel 1918, infatti, il territorio del Kirghizistan fu conquistato dall’Armata Rossa e il paese divenne parte del Repubblica socialista federativa sovietica russa (URSS). Molti furono gli sforzi, nel periodo del regime comunista, per industrializzare velocemente l’economia kirghisa, ciò nonostante il paese rimase sempre una delle repubbliche sovietiche economicamente meno prospere.

Statua di Lenin nel centro di Biskek

Nel novembre del 1985, con la nomina di Mikhail Gorbachev come nuovo Segretario generale del partito Comunista, venne avviata una nuova politica di apertura che portò all‘introduzione di una importante riforma in base alla quale il capo sovrano delle varie repubbliche non era più il capo ufficiale del Partito Comunista, ma il capo della Repubblica. Fu così che alle elezioni del febbraio 1990 fu eletto il primo capo della Repubblica del Kirghizistan.

Parlamento del Kirghizistan

A partire dal 1 gennaio 1991, il nome del paese è stato cambiato in Repubblica del Kirghizistan e, dopo vari colpi di stato e tentativi di rovesciare il presidente della Repubblica, nello stesso anno fu dichiarata l’indipendenza (31 agosto 1991). Nel 1993 fu, inoltre, approvata una nuova costituzione, rendendo di fatto il Kirghizistan una Repubblica Presidenziale, unico tra i 5 Stan. Il Kirghizistan è la nazione più libera e democratica dell’Asia centrale, la sua stampa è la più libera di tutta la regione.

Come in molti paesi dell’Asia centrale, nella Repubblica del Kirghizistan sono ancora presenti tensioni etniche soprattutto tra le popolazioni uzbeke e kirghise. Il 73% degli abitanti del Kirghizistan è di etnia kirghisa, mentre gli uzbeki costituiscono una minoranza etnica pari a circa il 15%.

Parco nel centro di Biskek

I forti problemi di corruzione e la presenza di crimine organizzato pesano negativamente sull’economia che, sostanzialmente, è ancora legata ad agricoltura ed allevamento, sebbene negli ultimi anni si sia cercato di sviluppare maggiormente il settore industriale, grazie alla buona disponibilità di risorse minerarie, come i grandi giacimenti di oro presenti nel paese.

Ad aggravare la situazione economica pesano anche gli effetti del cambiamento climatico che sta riscaldando la Terra a una velocità senza precedenti e con impatti reali e molto pericolosi per le comunità locali.

Nella Repubblica del Kirghizistan, l’aumento delle temperature sta portando a eventi estremi più frequenti e intensi, come la siccità, un clima stagionale imprevedibile e un numero crescente di disastri naturali come frane, colate di fango e valanghe.

Questi avvenimenti causano la perdita di vite umane e dei mezzi di sussistenza, e influenzano negativamente i settori economici chiave del paese, come l’agricoltura e l’energia, causando una crisi economica generale  e povertà. Il cambiamento climatico pone una sfida significativa al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile Agenda 2030, quindi, bisogna agire velocemente sul clima riducendo le emissioni di gas serra. Questo è particolarmente importante per nazioni come il Kirghizistan, dove oltre la metà della superficie totale del paese serve come pascolo per i suoi 1,7 milioni di bovini e 6,3 milioni di ovini e caprini.

Il più grande mercato di animali a Karakol, Issyk-Kul

Come la maggior parte delle altre nazioni, il Kirghizistan si è impegnato a limitare la sua produzione di carbonio per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5-2 gradi Celsius, riconoscendo che apportare modifiche al settore zootecnico può rappresentare una parte significativa di questi sforzi. Nel mio recente viaggio in Kirghizistan, dove ho mappato e documentato le aree di biodiversità per il Centro di ricerca mondiale per l’agricoltura e allevamento (ILRI), ho avuto modo di osservare e studiare uno dei progetti che stanno aiutando il governo del Kirghizistan a perfezionare i propri impegni per limitare le emissioni future tramite un adattamento ai cambiamenti climatici.

In particolare, per conseguire questo fondamentale obiettivo, l’Associazione Kyrgyz Jayity, con il supporto della FAO e di IFAD, sta collaborando con il governo per l’attuazione di un progetto che porti significative modifiche ai programmi di sviluppo del settore zootecnico e che introduca un metodo innovativo nella creazione di un ghiacciaio artificiale, che dovrà avere come requisito principale quello di essere posto a breve distanza dalle aree da irrigare e vicino a flussi di acqua naturale di piccole e medie dimensioni.

Ghiacciaio artificiale

Gli ingegneri della Pasture Users Association hanno sviluppato un metodo semplice da implementare, economico ma efficace per conservare l’acqua di irrigazione. Il criterio è quello di costruire nelle aree aride serbatoi artificiali e strutture ingegneristiche utili a condurre l’acqua da fonti naturali (piccoli fiumi e scarichi) per brevi distanze, che incamerino, nel periodo autunno-inverno, le risorse di acqua utilizzabili successivamente in primavera e in estate.

In questo modo si crea una sufficiente riserva di acqua sotto forma di una torre congelata (secondo il principio di una fontana) che, nel periodo di scongelamento, sarà utilizzata come aggiunta significativa al flusso naturale di acqua utilizzato per l’irrigazione delle aree agricole.

Ghiacciaio artificiale

Questo metodo può diventare un’efficace soluzione dei problemi degli abitanti dei villaggi situati lungo i bacini naturali e gli alvei fluviali e può costituire un sistema più conveniente, semplice e pratico per mitigare i cambiamenti climatici nelle regioni di montagna, offrendo, inoltre, il vantaggio di essere esportabile in molti altri paesi, dove si possono ottenere altrettanti risultati positivi.

Anche grazie alla realizzazione di questo progetto Bishkek, capitale del Kirghizistan, potrà mantenere il suo status di capitale più verde dell’Asia centrale. Infatti, con l’acqua del disgelo delle montagne circostanti potrà continuare ad irrigare senza difficoltà i numerosi parchi e alberi della città, che le conferiscono un aspetto ospitale e quasi agreste.

Biskek
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