Sognare ad occhi aperti è la forma d’evasione più difficile dalla quale tornare alla realtà. In quei passaggi da una scenografia all’altra tutto si compone seguendo il filo nascosto dei nostri desideri che non sono necessariamente quello che non abbiamo mai vissuto, ma a volte, forse anche troppe, quello che vorremmo non finisse mai.  Guardare una foto e tac, si vola via a cercare l’attimo esatto in cui quello sguardo ci ha cambiato la giornata. E poi ci ricordiamo cosa ci siamo detti, i mezzi sorrisi complici alle parole. Sì, sempre persi, mentre tutto attorno scorre. Poi c’era un dolce: succulento e pieno di colore. Semplice, come questa fuga nelle colline fiorentine. Una meravigliosa schiacciata con l’uva. Era settembre.

Tempo di raccolta in vigna.
La nonna di casa l’aveva preparata con i grappoli del Canaiolo, rubati tra i filari. È la tipologia più dolce tra quelle toscane e si assembla insieme al Sangiovese per produrre il Chianti. L’impasto come fosse per il pane, olio d’oliva, quello buono, zucchero e qualche ago di rosmarino. Le mani appiccicose perché è impossibile non sporcarsi.
Quel succo viola che scivola ad ogni morso e quei chicchi d’uva un po’ caramellati e pieni di semi: esiste un altro dolce così pieno di vendemmia? No, non credo. E quando sei lì che manca giusto un attimo a immergerti definitivamente in quel ricordo, qualcuno chiama il tuo nome oppure inavvertitamente ti urta chiedendoti scusa. Quella persona non sa esattamente cosa ti ha fatto perdere e cosa ha rischiato. Allora non esiste altra soluzione se non abbandonare quel posto in prima fila e appagare quel desiderio rimasto sospeso.

Via alla ricerca di un fornaio (anche se sappiamo già quale sarà). E una volta nel negozio ecco lo sguardo indagatore per trovare dove fa bella mostra di sé. Assecondare il taglio abbondante giustificandosi con scuse non richieste, ma che ti fanno sentire meno in colpa. Uscire soddisfatta per cercare un posto tranquillo. Aprire il sacchetto e sentire che la golosità non è mai stata infelice. E mentre finalmente  la mangi, gli occhi si socchiudono per riportarti esattamente dove quel qualcuno ti aveva fatto smettere di essere lì solo per finta. Però adesso c’è una  una piccola differenza. Innanzitutto non potrai mai dire che i sogni non diventano realtà e quella macchia color viola che si è impiantata sulla manica della camicia, sarà sempre lì a ricordartelo. 

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