“La campana di vetro” di Sylvia Plath: l’estate dell’abisso
Per chi ama i cult e divora i sad hot girl books è il momento giusto per recuperare “La campana di vetro” di Sylvia Plath.

Per chi ama i cult e divora i sad hot girl books è il momento giusto per recuperare “La campana di vetro” di Sylvia Plath.
“Fu un’estate strana, soffocante, l’estate in cui i Rosenberg morirono sulla sedia elettrica, e io ero a New York e mi sentivo come un’anima persa”.
Inizia così il racconto di Esther, la protagonista de La campana di vetro di Sylvia Plath. Esther che non riesce a divertirsi. Esther che non riesce a godersi quanto ha. Una borsa di studio, un premio, un soggiorno offerto da una rivista di moda. Eppure, scrive: “io non ero padrona di niente, nemmeno di me stessa”.
Si sente inerte, vuota, trainata passivamente da eventi più grandi di lei. Complice un’estate senza obiettivi né direzioni, inizia a precipitare e a demolire speranze e prospettive. Abbandonare gli studi e trovarsi un lavoro? Viaggiare all’estero e imparare bene il tedesco? Scrivere un romanzo?
“Se mi avesse dato un biglietto per l’Europa o mi avesse regalato una crociera intorno al mondo, non avrebbe fatto alcuna differenza per me, perché dovunque io mi trovi – seduta sul ponte di una nave o in un caffè di Parigi o Bangkok -, sarei sotto la stessa campana di vetro, a soffocare nella mia stessa aria acida”.
Un doloroso elettroshock, vari tentativi di suicidio, il primo sofferto rapporto sessuale. Quello che è diventato un vero e proprio cult, l’unico romanzo di Sylvia Plath pubblicato a un mese dalla morte con lo pseudonimo Victoria Lucas, non è certo un libro facilmente digeribile.
Al tempo stesso, non l’unico che racconta di una donna che inizia a precipitare dolorosamente. Riecheggia tra le pagine de La campana di vetro il “pozzo” di cui parlavano Natalia Ginzburg e Alba de Céspedes e si apre il filone dei sad hot girl books – libri con protagoniste giovani ma tristi, vittime di una condizione intima e sociale perennemente sospesa tra aspettative esterne e ambizioni personali. Cos’è cambiato da quegli anni Cinquanta in America? Come vivono oggi le donne? Domande che ci perseguitano, aprendo nuovi scenari, analizzando dati e statistiche, frugando con occhio indagatore tra le pieghe di vite vissute ma non sempre pienamente realizzate.