“La gallinella strapazza storie”, l’ipermodernismo letterario
L'albo illustrato divertente di David Ezra Stein ci racconta il potere della lettura. Chi legge e chi ascolta diventano personaggi attivi.
L'albo illustrato divertente di David Ezra Stein ci racconta il potere della lettura. Chi legge e chi ascolta diventano personaggi attivi.
Vi ricordate quando, da bambini e bambine, vi veniva raccontata la storia della buonanotte?
È una pratica che siete soliti fare se ne avete l’occasione?
Se sì, quali storie vi piaceva ascoltare e vi piace leggere?
E, soprattutto, con che atteggiamento entrate in relazione con la storia narrata, sia che vi troviate dalla parte di chi legge o che vi siate trovati dalla parte di chi ascolta?
Oggi vi propongo un libro esilarante che ruota attorno proprio alla storia della buona notte e ad una vivacissima ascoltatrice che tutto fa eccetto che addormentarsi…
Si tratta di La gallinella strapazzastorie di David Ezra Stein edito dal Il barbagianni con la traduzione di Laura Berneschi.
La storia è presto detta: papà gallo accompagna a letto la piccola gallinella rossa e le racconta una storia per addormentarsi, fin qui tutto normale, direi.
Il punto è che ogni volta che la storia, si tratta di fiabe classiche, arriva al suo punto critico la gallinella interviene nella storia e la modifica mettendo al sicuro i personaggi prima che accada loro qualcosa di brutto.
Per tre volte, come in ogni fiaba che si rispetti, la nostra gallinella interviene a turbare la storia che il papà le legge: Hansel e Gretel vengono messi in guardia dalla strega; Cappuccetto Rosso dal lupo; i compagni di fattoria di Chicken Little dalle paranoie del pulcino che in una ghianda caduta dalla quercia vede la fine del mondo imminente.
Va da sé che l’atteggiamento della gallinella mette in crisi il papà lettore e non concilia affatto il sonno della piccola che invece decide di invertire i ruoli e provare a sua volta a raccontare una storia della buonanotte al papà, questa volta inventandola di sana pianta, non leggendola da un libro di fiabe per bambini.
La storia che la gallinella racconta è una storia autobiografica: racconta di una gallinella che racconta la storia della buonanotte al suo papà che, indovinate un po’, non riesce a dormire. Ed è a questo punto che però il papà interviene (anche lui!) nella storia della buonanotte… ma non vi dirò come, vi lascio scoprirlo nella lettura del libro che vi divertirà parecchio!
Cosa c’è in questa storia di così interessante che permette la riuscita del gioco di intromissione nelle storie? Direi, sintetizzando e selezionando, due elementi in primis:
1- la messa in scena della relazione vitale e attiva tra lettore e storia
2- il fatto che, dopo l’intervento della gallinella, e quindi l’eliminazione del momento di crisi della storia, la storia termina in un istante, la fine interviene a chiudere senza che, di fatto, la storia si realizzi. Senza il lupo non esiste la storia di Cappuccetto rosso, e di fatto nemmeno la sua catarsi.
La gallinella strapazzastorie è dunque una storia che ci racconta di come le storie senza il loro momento difficile non esistano più, ed ecco allora che ciò che viene messo a tema della narrazione non è la fiaba ma la relazione con essa.
Ma La gallinella strapazzastorie è anche un albo illustrato divertente che ci racconta il potere della lettura, un libro che esplicitamente mette in scena (anche grazie alle illustrazioni in cui si sovrappongono la realtà della gallinella e la realtà delle storie dei libri) i livelli narrativi in cui il lettore che legge (il papà in questo caso) e la lettrice che ascolta (la gallinella) diventano personaggi attivi della storia stessa con un movimento narrativo tipico dell‘ipermodernismo letterario.
Vi vengono in mente altri libri con questa forza metanarrativa? Vi piacciono?
Io apprezzo moltissimo, al netto delle implicazioni letterarie, l’ironia e il divertimento che tendenzialmente questi libri portano con sé.