Quando si dice: Empatia! Incrocio su Instagram il giovane viso sorridente di Camilla Dragoni ed il suo Camifoodies, un diario alimentare colorato, con bellissime immagini e ricette tutte da provare. Scopro così la sua storia.

Camilla Dragoni è una ragazza di Lierna (Lecco) che ha vissuto, nel suo recente passato, le problematiche legate ad un forte calo di peso ed alla difficoltà di re-imparare a nutrirsi correttamente. All’improvviso riaffiorano le immagini di una me adolescente sempre più magra. Ricordo come cibo, stress, convinzioni e paure fossero picchi da scalare o ripide discese dove scivolare velocemente giù, seguendo le montagne russe adolescenziali. L’impulso mi dice di lasciare a Camilla Dragoni la descrizione di come ha affrontato il suo ostacolo, iniziato al liceo nel 2017 a causa di un forte stress scolastico, che l’ha portata a perdere 10kg praticamente senza accorgersene e di come ha accolto il problema ed iniziato un percorso con una nutrizionista.

Camilla Dragoni e l’idea della sua pagina Instagram

Ciao Camilla, bentrovata qui su Rewriters.it. Ci racconti com’è nata l’idea della tua pagina Instagram e con quale finalità l’hai creata?
Ciao Catia, saluto i lettori e lettrici del tuo blog! La mia pagina Instagram nasce nel 2017, qualche giorno dopo la prima visita dalla dottoressa dietologa che mi ha accompagnata durante il percorso nutrizionale. Ero demotivata: il mio stomaco ormai molto piccolo non riusciva a contenere tutti quei volumi enormi. Mia sorella, che aveva visto spegnersi la luce e la gioia che brillavano nei miei occhi, mi suggerì di aprire questa pagina con l’intento di motivarmi a creare piatti appetibili in cui riuscivo a combinare tutti i macronutrienti di cui avevo bisogno, senza ottenere delle porzioni esagerate. Da lì ha avuto inizio la sperimentazione. 

Qual’è stata la molla che ti ha portata a comprendere che chiedere aiuto era la scelta giusta da fare?
Ricordo ancora il giorno in cui io e la mia famiglia ci accorgemmo del calo di peso: era un giorno di primavera, la prima giornata di caldo. Pensai di cambiarmi i vestiti che indossavo e scegliere dei pantaloncini corti per prendere un po’ di sole e trascorrere del tempo all’aperto. Quando provai quei pantaloncini, che l’anno prima mi vestivano aderenti, notai che le mie gambe erano ormai dimezzate. Mi guardai allo specchio e mi misi a piangere. Dopo quel giorno, mamma cercò di aumentare le proporzioni che mi venivano servite durante i pasti, ma nulla sembrava fare la differenza. Ogni volta che mi guardavo allo specchio, sentivo un vuoto. Sentivo le voci delle persone che in spiaggia, mi passavano accanto e sussurravano “tutta pelle e ossa”, “e magnatelo un piatto di pasta”. Non capivano come stessi e quanto cercassi di impegnarmi. È stato lì che ho deciso di chiedere aiuto. È stata la paura di vedermi isolata da tutti, nel terrore di essere giudicata per il mio aspetto.

Oggi sei molto seguita (quasi 45.000 followers) e ricevi feedback quotidianamente. Quali difficoltà, legate al cibo, ti portano maggiormente i giovani ed i bambinə (o chi si occupa di loro)?
Su @camifoodies non mi ero mai mostrata. Decisi di chiudere la pagina e di rivelare veramente chi fossi e perché avevo iniziato a pubblicare le mie ricette attraverso un post datato agosto 2022. Raccontai così della mia storia. Ricevetti tantissimi feedback da parte di persone che stavano affrontando un periodo buio legato all’alimentazione. Mi dicevano che condividendo quel post avevo dato loro un po’ di speranza: anche loro potevano farcela. Per questo ho deciso di non chiudere il profilo. Oggi le persone che mi scrivono riportano soprattutto problemi legati ad anoressia o semplicemente ad un disprezzo della propria immagine che si riversa su un’alimentazione scostante e non idonea.

Camifoodies_pagina_instagram

Quale contributo veicoli verso loro e che progetti o sogni hai per te stessa nel mondo della formazione e del lavoro?
Mi piacerebbe molto ampliare la mia pagina e forse un giorno, chissà, aiutare più concretamente queste persone. Attualmente sono una studentessa di Ingegneria presso il Politecnico di Milano. Mi piacerebbe girare un po’ il mondo per incontrare diverse culture e nuovi sapori, ma anche proseguire la mia formazione. Penso alla magistrale di Food Engineering.

Disturbi alimentari, la situazione

Negli ultimi tre anni i disturbi alimentari sono più che raddoppiati, specie fra i giovanissimi. Difficile e complessa l’individuazione di una causa scatenante individuale e di un percorso di cura. Questo destabilizza emotivamente i genitori che non riescono a trovare la leva emotiva per relazionarsi efficacemente e portare aiuto. Suggeriresti dei libri, film o altre modalità che possano fare da “ponte” e creare un dialogo genitori-figlə?

È con molto piacere che consiglio un libro: A body to Love di Angelina Caruso. Inoltre, penso che questo dialogo possa essere nutrito anche attraverso la meditazione e lo yoga. Si tratta di discipline che insegnano ad amare e ad amarsi per come si è. In questi percorsi, ritengo che il supporto dei genitori sia fondamentale, ma, allo stesso tempo, è necessario rispettare il tempo che i loro figli necessitano per accettare il cambiamento che stanno affrontando. È un percorso difficile, ma uscirne è possibile: non bisogna mai perdere la speranza! 

Ringrazio di cuore Camilla Dragoni e saluto tuttə con questo pensiero di Brittany Burgunder. Lei è una ragazza americana che per 7 anni ha combattuto contro la bulimia e l’anoressia. Da 25 chili è arrivata a pesarne 100, ha sconfitto i suoi demoni ed oggi è una Life Coach professionista, specialista in disturbi alimentari e autrice del bestseller autobiografico Safety in Numbers.

Non esistono due disturbi alimentari uguali. Non esistono due individui uguali. Non esistono due percorsi di recupero uguali. Ma la forza di tutti per raggiungere la guarigione è la stessa

(Brittany Burgunder)

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