Tutte le donne, nei racconti di Veronica Raimo, La vita è breve, eccetera, Einaudi, rivestono un loro fascino particolare. Siano belle o brutte, giovani o anziane, alte o basse, magre o grassottelle, tutte possono vantare una forte personalità che permette loro di sopravvivere in un mondo che forse non è ostile ma certamente è piuttosto assurdo!

Queste donne non sono impegnate in battaglie epocali, ma vivono come se le avessero vinte. Sono i personaggi che animano i racconti del volume appena uscito per i tipi Einaudi, La vita è breve, eccetera.

Ironia e comicità nei racconti di Veronica Raimo

Dopo il grande successo del libro precedente, Niente di vero, tutto dedicato a dinamiche familiari e a un’interpretazione soggettiva del conflitto con i genitori, questa raccolta di racconti volge lo sguardo al di fuori delle mura domestiche  e si focalizza soprattutto sulle donne.

La perizia di Veronica Raimo ormai è nota. Sa usare gli attrezzi dell’ironia e della comicità, sa guardare all’interno della dimensione interiore dei personaggi che racconta, a volte rischia di sembrare cinica ma in lei sempre prevale un approccio tenero e fortemente umano nel trattare le figure della grande commedia che tutti vivivamo.

Il racconto che dà il via a questa raccolta, come spesso succede, è il più rappresentativo dello spirito e della volontà dell’autrice. Che spunto offre l’occasione di una donna che, dopo un terremoto si ritrova in un letto non suo con accanto un uomo sconosciuto? Che senso ha lasciarsi imporre le mani sulla schiena quando non si crede nel prana, lo spirito vitale in sanscrito. E’ solo un tentatativo per guarire dai dolori insistenti?

L’arte? Un approccio leggero, quasi comico

Ma poi ci si occupa anche di cose che riguardano l’arte, il femminismo, il sesso, la religione, la guerra, la paternità, la vita e la morte.

Tutti questi temi godono di un approccio che molto spesso sembra leggero, quasi comico. Poi diventa goffo, come quando non ci si concede di vivere certe convinzioni, giuste o sbagliate che siano. E si vede infine che siamo noi stessi a impedircelo.

Le stesse occasioni semplici della nostra vita quotidiana, che pochi avrebbero considerato degne di essere raccontate, diventano spunto per molte suggestioni. Il dono è un racconto che parte dall’eccitazione e dallo smarrimento di essere nella propria casa nuova. Di aver dormito in quella casa per la prima volta e di ritrovarsi sullo zerbino uno scherzo cretino del quale non si riesce a venire a capo.

Ma sul tema della famiglia, in particolare sul rapporto madre figlio, Veronica Raimo ritorna. Lo fa nel racconto più lungo: Come nessuna madre.

Le donne, dicevamo, anche quando goffe e pasticcione o belle e arroganti o ancora persone semplici, hanno sempre un loro netto profilo. Gli uomini, invece, – e non sono pochi – in questo libro sembrano proprio doversi rassegnare a una posizione da comprimari. Una ragione ci sarà pure. Ma forse, rispondere a questa domanda, non è neanche così importante. La vita è breve, eccetera eccetera.

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