È da pochi giorni uscito sulla piattaforma Netflix il nuovo film biopic su Gianna Nannini Sei nell’anima. Il film, diretto da Cinzia TH Torrini, è un adattamento dell’autobiografia Cazzi Miei della grande artista rock italiana. Nei panni di Gianna Nannini c’è la giovane attrice Letizia Toni per la prima volta in un ruolo da protagonista e in grado di cantare anche le hit più famose della cantante. La sua interpretazione è sorprendente da tutti i punti di vista rendendo questo film non il solito biopic autocelebrativo ma una storia avvincente e dal grande portato emotivo.

Letizia Toni (foto da Ig: @letiziatoni)

L’attrice Letizia Toni è Gianna Nannini

Letizia Toni, classe 93′, al suo primo film da protagonista dimostra di avere un grande talento che già era venuto fuori nel ruolo di Chiara Turati nella serie tv L’allieva. Letizia Toni è Gianna Nannini nel nuovo film prodotto Indiana Production e distribuito da Netflix. La somiglianza con Gianna Nannini è tanta ed è evocativa, ma questa è ormai una prerogativa quando si tratta di biopic. Eppure Letizia Toni offre un’interpretazione degna di nota, che sa far emozionare e divertire. E come se non bastasse si dimostra anche un’artista completa e competente non solo come attrice ma anche come cantante.

Letizia Toni è Gianna Nannini anche nei remake di alcune celebri canzoni della rocker italiana. Questo aspetto risulta insolito nella produzione di un biopic che solitamente tende ad inserire pezzi autentici dell’artista di cui si racconta la storia. Invece il lavoro sul canto dell’attrice è stupefacente ed è stato piacevolmente accolto anche da Nannini stessa, la quale ha lavorato con Letizia proprio sulla riproduzione della sua voce: una questione non solo di diaframma.

Letizia Toni non è l’unica a brillare nel film. Anche l’attrice Selene Caramazza risulta estremamente interessante nel ruolo della compagna di Gianna, Carla Accardi. Maurizio Lombardi veste i panni del padre, Danilo Nannini, imprenditore e dirigente sportivo senese, e anche la sua interpretazione non è da meno. Un uomo spigoloso e difficile, l’altro fuoco di questa complessa relazione padre-figlia. Un padre che vuole a tutti i costi che sua figlia diventi tennista ma che lentamente deve fare i conti con la realtà, ovvero che sua figlia è Gianna Nannini. Una personalità che non scenderà mai a compromessi, per cui non esistono mezze misure, e che ha il sogno di cantare e farà di tutto per raggiungerlo come vuole lei.

“Sei nell’anima” è molto più di un biopic

Il film percorre i primi trent’anni della vita della rocker. Dalla sua infanzia combattuta tra il tennis obbligato e le faticose lezioni di canto fino al successo di metà anni 80 con l’uscita di Fotoromanza, solo l’inizio della sua gigantesca carriera internazionale. Gianna è molto giovane quando capisce di dover andare via di casa per inseguire il suo sogno. Trasferitasi a Milano comincia a cantare in un locale mentre cerca qualcuno che possa farle incidere un disco senza chiederle di snaturarla. Incontra Mara Maionchi che, ascoltando Morta per Autoprocurato Aborto, si commuove e la prende sotto la sua ala.

Dov’è il coraggio di continuare a dar la vita
Tra le macerie se la gente non ci sente più
Forse daranno un paradiso a donne come lei
Che così han deciso

Ma dopo il successo di America, Gianna è incontenibile e indisciplinata. Un litigio con il padre sembra allontanarla definitivamente da casa e Mara Maionchi la abbandona. L’artista si rivolge a Peter Zumsteg e intraprende un viaggio in Germania che formerà la sua vera anima rock.

In altri articoli mi sono espresso contro la moda cinematografica del biopic, meccanicizzata e stantia. Eppure Sei nell’anima è riuscito a stupire. Il merito va sicuramente all’interpretazione di Letizia Toni nei panni di Gianna Nannini e al resto del cast strepitoso. Ma anche il film stesso gode di un’ottima regia che non solo ripercorre la storia dell’artista ma mette in primo piano aspetti che in un film celebrativo sarebbe stati nascosti. Centrale nel biopic è l’episodio psicotico avuto nel 1983 dalla cantante. Uno stato di crisi psicotica non indotto da alcuna sostanza che ha rischiato di farla internare in un manicomio.

Gianna Nannini
Foto di Fabio Lovino

Gianna va in preda alla follia, a forti allucinazioni che la tormentano e la costringono a tornare a casa, dove la famiglia e il suo primo grande amore si prendono cura di lei. È il 1983 e da questo momento di profonda crisi avviene quella che la rocker stessa ha definito la sua rinascita. Per Gianna Nannini affrontare questo evento doloroso della sua vita è necessario: un’occasione per parlare di salute mentale condividendo la propria esperienza con chi può ritrovarsi in condizioni e momenti simili. Nel film, anche queste sequenze più delicate e cupe sono restituite da Letizia Toni con grande accuratezza: l’attrice di Pistoia offre una performance disturbante e imprevedibile, e che ritrae la rocker in un momento di grande vulnerabilità.

Appurate le grandi capacità di questa giovane attrice, ci si chiede, ora, quale carriera aspetti Letizia Toni. Nel mondo del cinema spesso attrici o attori che hanno ricoperto il ruolo di un personaggio iconico hanno poi faticato a dissociarsene, a livello d’immagine. Ci si augura che non sia questo il caso di Letizia Toni, perché ha dimostrato di avere tanto da offrire al mercato cinematografico e al panorama artistico italiano.

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