Tristissimus dies, così venne definita dai contemporanei la data del 19 agosto del 14 d.C. in cui si spegneva il primo Imperatore di Roma, colui che aveva assicurato al popolo la Pax Augustea dopo anni di lotte intestine, che aveva lasciato una Roma di marmo avendola ricevuta in mattoni.

Le origini illustri di Augusto

Caio Ottavio (poi Ottaviano, e dal 27 a.C. Augusto) era nato da una famiglia, la Gens Ottavia originaria di Velletri, il 23 settembre del 63 a.C. Sua madre Azia era figlia di Giulia, sorella di Giulio Cesare. Riferiscono le fonti che quando il prozio morì e se ne lesse il testamento conservato fino ad allora dalle Vestali, Ottaviano venne designato come suo erede. Aveva solo 19 anni! Si impegnava da quel momento a perseguitare i cesaricidi, come segno distintivo del suo voto tenne la barba lunga fino al raggiungimento dell’intento.

Oroscopo di un imperatore

Augusto era del segno della Bilancia e per i romani gli astri avevano grande importanza poiché al loro interno si celava il destino umano. Ebbe grande predilezione anche per il Capricorno riconosciuto come il segno del suo concepimento. L’imperatore stabiliva così un preciso riferimento al periodo dell’anno in cui il sole esaltava la sua vittoria sulle tenebre (solstizio d’inverno) e rinnovava il suo ciclo vitale.

Il segno zodiacale del Capricorno preannunciava dunque il nuovo anno e rafforzava la speranza di una nuova era. Non a caso, all’interno di questo stesso arco di tempo venne prescelto il giorno del 25 dicembre che celebrava per i pagani il dies natalis del sol invictus, il giorno della nascita del dio Mitra, e più tardi tra i cristiani commemorava il Natale di Gesù.

Uno dei mausolei più grandi del mondo

L’erezione del Mausoleo di Augusto avvenne quando Ottaviano era poco più che trentenne e le motivazioni denotavano già allora un’astuta strategia e una propaganda politica che assumeva i tratti di una visione lungimirante. Illegalmente e ante tempo, Augusto aveva reso noto il testamento di Marco Antonio a seguito del quale si era diffusa la notizia che il condottiero avrebbe offerto alla sua Cleopatra il regno di Roma e che avrebbe preferito essere sepolto con lei! Cleopatras lussuriosa, la apostrofava Dante, colei che lo aveva portato in Egitto, per la quale viveva alla greca, che lo aveva traviato col suo amore e le sue arti seduttive. Lei, regina straniera, lo aveva travolto con una passione così fatale da lasciare a Roma moglie e figli: intendendo per moglie nientemeno che Ottavia, la sorella di Augusto!

Per essersi discostato così tanto dai costumi romani, Marco Antonio fu dichiarato nemico della patria; lo scontro con Ottaviano era quindi imminente e i due si diedero battaglia davanti alle coste della città di Azio il 2 settembre del 31 a.C.

L’erezione del Mausoleo  (termine che prendiamo da Mausolo, re della Caria, che nel IV sec. a.C. fece erigere ad Alicarnasso la sua tomba considerata una delle sette meraviglie del mondo antico) iniziò subito dopo la battaglia, nel 28 a.C., e con esso Augusto ribadiva la sua romanità (a differenza di Marco Antonio), la sua fedeltà al popolo di Roma, prendeva su di sé le sorti di erede del divo Giulio.

Scelse come luogo il Campo Marzio e tutto il complesso sarebbe diventato la tomba di un’intera dinastia. Le dimensioni sono tutt’oggi senza pari e può essere certamente annoverato tra i più grandi del mondo occidentale con i suoi ben 87 m di diametro e circa 45 di altezza. Era articolato in 5 muri concentrici, rafforzati da strutture radiali di raccordo e da ambienti riempiti di terra destinati a sostenere l’imponente mole sovrastante.

Un alto basamento ne conteneva la parte inferiore, mentre al di sopra si impostavano diverse strutture concentriche, più alte e arretrate, che si concludevano con una parte apicale in cui sorgeva la statua dell’imperatore. L’ingresso era regolato da un grande corridoio ai lati del quale Augusto aveva posto due obelischi portati dall’Egitto in ricordo della Battaglia di Azio e due iscrizioni che riproducevano le sue Res Gestae.

Il loculo imperiale era posto nel luogo più interno, proprio al centro del grande complesso anulare, in un ambiente quadrato in cui furono tumulate le ossa combuste del Princeps dopo che il suo copro venne bruciato nell’ustrinum (luogo in cui si innalzava la pira funebre per la cremazione dei defunti). Nelle nicchie circostanti furono deposte le urne cinerarie degli altri componenti della famiglia imperiale.

Augusto e la sua dinastia immortale

Il primo ad essere sepolto nel Mausoleo fu Marcello, figlio della sorella Ottavia e suo erede in pectore. Era il 23 a.C. e aveva solo 21 anni! Augusto soffrì a tal punto la sua scomparsa che costruì un teatro in suo onore: il Teatro di Marcello. Fu poi la volta di Agrippa nel 12 a.C., amico devoto e secondo marito della figlia Giulia; poi dei giovanissimi nipoti Gaio e Lucio. Le spoglie di Augusto furono deposte nel 14 d.C. Seguirono, per citare solo i più importanti, Germanico, Livia, Tiberio, Agrippina, Poppea moglie di Nerone, e gli imperatori Claudio, Vespasiano e Nerva (98 d.C.). E’ questo il momento in cui il monumento termina la sua funzione di tomba dinastica per lasciare il posto ad un nuovo sepolcreto imperiale: il Mausoleo di Adriano costruito tra il 125 e il 138 e oggi noto come Castel Sant’Angelo. Furono esclusi dal mausoleo di Augusto la figlia Giulia e Nerone perché indegni.

La visita al Mausoleo di Augusto che vi consigliamo è un modo per approfondire ciò che abbiamo raccontato finora, ma se in periodo di pandemia il vostro viaggio vuole essere virtuale, ecco il sito per voi!

Approfondimenti controcorrente

Dopo aver raccontato queta storia però, vorremmo suggerirvi una contro-biografia dell’Imperatore, una visione anticonformista e non edulcorata, un’agiografia diversa e un punto di vista differente che mette in risalto la parte non sempre lodevole del Princeps.

Troverete all’interno un racconto controcorrente di tutte le vicende che preludono alla sua ascesa; del male che arrecò alla figlia Giulia per la sua vita un po’ troppo libertina. In Augusto, il grande baro, di Antonio Spinosa per Oscar Mondadori, leggerete i retroscena più incredibili della Roma del primo Imperatore. Ne esce una visione incroyable: “Augusto era insomma ritenuto ingegnoso e abile, dotato di quella scaltrezza che è propria di un baro quando cambia le carte in tavola”, scrive il bravissimo Spinosa.

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