Eccolo lì, il Capodanno! Arriva pomposo, ridanciano, pieno di luci e paillette: come fai a non prepararti per lui? Ti ammicca con la tracotanza di chi si porta via un presente già usato e ti mostra come il migliore dei piazzisti tutti i suoi prodotti che ancora una volta sono… un tempo in scadenza.

La sua bravura è quella di farlo sembrare nuovo, intatto, e noi, come tanti Uri Geller, super illusionisti, ci concentriamo per lievitarlo, allargarlo, per riempirlo ancora di nuovi propositi. E intanto tra tappi che volano e trenini che inciampano, dovrai ammettere di essere invecchiata di un anno e allora ahimè, il bicchiere davanti a te diventa il più piccolo dei contenitori per dimenticare, ma il più grande per regalarti l’ebrezza con cui affrontare questa realtà.

Così quelle bollicine che salgono dal fondo unite, piccole e senza sosta, danno l’idea che improvvisamente là sotto ci sia un vulcano. Alzi il calice per brindare e vorresti essere inglobato in quella colonna che sale per essere sparata chissà dove. Invece no! È solo lì dentro.

Beviamo è meglio. Effervescenza è il termine con il quale si determina questo effetto. Trovo che non ci sia niente di più femminile di questo. La capacità di essere piene di brio, di fantasia e di temperamento. Forse sarà per questo che la storia dello Champagne è legata alle donne che, rimaste sole, diventano fondamentali per la storia di questo vino.

La prima in senso assoluto, la mia amata, Veuve Clicquot Ponsardin.

Rimane vedova a 27 anni, nella Francia napoleonica con poca considerazione al mondo femminile, eppure con la genialità, la caparbia e l’intuito, riesce a diventare la prima proprietaria di una Maison. Pretende che il suo ruolo di vedova sia presente ovunque, soprattutto sulle etichette.

A lei dobbiamo il primo Champagne Millesimato nel 1811, l’anno del passaggio della cometa di Flaugergues. Ma l’idea che i vini debbano essere puliti, trasparenti anche dopo qualche tempo è la ricerca che la impegna di più.

Così dopo qualche esperimento si inventa la tecnica del remuage sur le pupitres, usata per la raccolta nel collo della bottiglia dei sedimenti prodotti dalla rifermentazione. I produttori del metodo classico di tutto il mondo ringraziano.

E lo Champagne Rosé? Anche quella è una sua idea, aggiungendo Pinot Nero alla base da spumantizzare, invece dei fiori di sambuco come facevano alcuni. E poi, giusto per ribadire la sua effervescenza e lungimiranza, riesce a costruire una rete vendita fatta di agenti e contatti in ogni corte europea. La sua etichetta arancione è la prima a tornare nei palazzi dello Zar dopo la caduta di Napoleone. Mitica Barbe Nicole Ponsardin! Penso che un buon sceneggiatore dovrebbe farci un film su questo Club delle Vedove.

La seconda Madame Louise Pommery, aveva un’altra tempra e uno dei suoi talenti, era la capacità di cogliere i cambiamenti con un certo anticipo. A quel tempo lo champagne era un vino dolce e si serviva nelle coppe, motivo per cui la percezione del gusto era immediata.

La maggior parte dei suoi estimatori erano in Inghilterra, storicamente la nazione più importante per il consumo di questa bevanda, e lei, la più grande influencer dell’epoca, capì che era venuto il momento di diminuire prima il residuo zuccherino, arrivando al demi-sec, per arrivare nel 1784 al primo Champagne secco della storia. 

“C’est brutal!” disse all’assaggio, ed ecco il Brut che conosciamo.

L’ultima delle tre, ma non per importanza: Élisabeth Law Lauriston-Boubers, nota come Lily Bollinger. Bellissima la Maison! Siamo in anni più recenti. Nel 1967 rompe gli schemi che vogliono gli Champagne non troppo invecchiati, mettendo in commercio qualcosa che era rimasto in cantina. Erano bottiglie del 1952, ovviamente sboccate 15 anni dopo. 

Così, come un genio del marketing, nasce la Cuvée de Prestige Bollinger R.D., Récemment Dégorgé, con ovviamente impressa in etichetta la data. Questa diventa l’informazione importante per sapere quale sia il momento giusto per essere bevuto. Non produrrà mai Rosè, lo considera qualcosa di poco elegante, ma in compenso è da sempre lo Champagne della Corte inglese.

Donne fantastiche per le quali essere vedove era una condizione, ma non un limite alla loro incredibile effervescenza!

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