Se oggi il compagno Zingaretti ci sembra il Nullah Omar, se ci fa arrabbiare per come è diventato bistecca alla fiorentina per mano di un figlio di Rignano, se ci sembra ormai un Toninelli solo meno loquace, ci tocca dolorosamente misurare la vertiginosa progenie da cui sta ruzzolando. Ovvero anzitutto il Walter, morbido padre di una de-generazione intera. Saggista, romanziere, cineasta, politico, giornalista, amministratore mai, sa di volgare condominio. Sotto il sorriso sbarazzino il presidente Veltroni è stato capace di incutere molta benevolenza. Sommamente profetico dei tempi odierni nel non avere alcun talento proprio, tranne quello di raccontarlo, è riuscito a instaurare un sistema culturale che ha sfondato gli indici di gradimento e i pollici degli oppositori.

Walter ha all’attivo infatti tanti successi cinematografici, tutti nel segno della commozione sentimentale, tendente alla cerebrale. Opere zen che sono il massimo dell’inclusione, vai al cinema e sono loro a guardarti. Opere con cui ha vinto anzitempo un premio alla carriera, nella speranza che esercitasse anche altrove la sua arte.
Nonostante la sua elegantissima nonchalance amministrativa tuttavia da sindaco ha controllato il traffico edilizio con grandissima attenzione, si può dire sia stato un vigile urbanista. Con lui sono fioriti infatti i risolutivi piani-piani di zona, per i quali molti aspettano ancora l’acqua, come in un coinvolgente survivor. Ha portato a Roma le Archistar: la Calatrava nell’occhio, la Nuvola di Fuffax che ci porta nel futuro perché la ripagheremo in tre secoli, la nuova Fiera di Roma che infierisce sempre di più.

Che dire del geniale parcheggio sotterraneo dell’Aurelio? Uno splendido esempio di archeologia industriale pre-attuata, un luogo meravigliosamente inservibile fin dall’inaugurazione, contro l’utilitarismo. Ha anche combattuto la criminalità, il buon Walter, istituendo il nucleo antiviolenza per le donne Casa Monica alla Romanina.
Ha lasciato insomma per i romani un grande debito di riconoscenza, scadrà nel 2048 con i City Bond. Recentemente ha raccontato di nuovo tutto in un suo tomo su Roma dall’effetto antistress: una volta letto scatta la voglia di lanciarlo catarticamente sul muro. Edizioni Excusatio Non Petita, 18 euro, da aggiungere ai 6 miliardi e otto.
Ha scritto del resto molti libri di successo nel segno dell’originalità: pamphlet solidaristici, testi universitari di escre-scienze politiche, inauditi gialli con commissari simpatici, una versione meno complessa del tenente Colombo, nel senso della Cristoforo. Ultimamente sembra abbia ideato per Fedez il fatale ritornello “Storia bella bella storia”.
Ha mantenuto insomma tutte le promesse, è andato, all’insaputa di tutti, anche in Africa, accolto da festosi bambini al grido ci basta la fame.
Al momento è tornato e quindi illumina ancora tv, giornali e giurie, comunicando su tutto, dalla politica allo sport passando per l’arte. Fino all’ultimo fondamentale testo “Il buonismo a nulla”, in anteprima sul Corriere con una implacabile intervista a se stesso.

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