Un musicista che non fa successo, smette di suonare e inizia a lavorare come operaio. La sua musica invece in altri Paesi vende più dei Rolling Stones, di Elvis Presley e dei Beatles, a sua insaputa. I diritti sono guadagnati dal suo produttore, che si dimentica di riferire… Avvincente storia di un film? No tutto vero.
Questa settimana vi presento Sixto Díaz Rodríguez. Tra il 1970 ed il 1971 pubblica due album che però non hanno successo negli Stati Uniti dove viveva. Termina il rapporto con la casa discografica mentre sta per registrare il suo terzo album, che non viene mai pubblicato. In difficoltà economiche, Rodriguez comincia a lavorare come operaio in cantieri edili e per ditte di demolizione.
Un’ etichetta Australiana acquista, non si sa da chi, i diritti di alcuni suoi brani e Rodriguez riesce a fare un Tour in Australia per poi ritornare al suo lavoro come operaio. Dopo questo tour pubblica nel 1981 l’album Alive (il cui titolo significa letteralmente in vita, in risposta alle voci che lo davano per morto).
Ma è in Sud Africa che la sua musica diventa in breve simbolo della lotta contro l’Apartheid grazie ai testi contro l’establishment, l’oppressione e il pregiudizio sociale.
Rodriguez è completamente ignaro dell’enorme successo, come nulla sa dei diritti d’autore che qualcuno negli Stati Uniti ogni anno incassa a sua insaputa.
Nel 1997 viene trovato quando un suo fan e un giornalista musicale realizzano un sito web (The Great Hunt Rodriguez) proprio per cercare sue notizie. Inizia la sua nuova carriera e dopo il Documentario a lui dedicato “Searching for Sugar Man” arriva il successo anche negli Usa e nel resto del mondo.
A questo punto la domanda che mi faccio è: quanti Rodriguez ci saranno nel mondo? Qualcuno penserà che bisogna stare attenti ai propri diritti e alle persone a cui ci si affida. Ma a questo punto devo rimandare al mio precedente Blog su Glenn Gould ed alla sua frase su l’autodisciplina degli artisti e al nostro rapporto con la società.
Quanto alle persone che anche ora stanno sfruttando i diritti di artisti in tutto il mondo… posso solo esprimere una profonda pena per loro.