Martina Stoessel: la forza di una donna in una “ciocca di capelli”
La cantante e attrice argentina Martina Stoessel, conosciuta come Tini, racconta la sua vita e il suo dolore nell’album ‘un mechόn de pelo’
La cantante e attrice argentina Martina Stoessel, conosciuta come Tini, racconta la sua vita e il suo dolore nell’album ‘un mechόn de pelo’
La cantante e attrice argentina Martina Stoessel, conosciuta come Tini, racconta la sua vita e il suo dolore nell’album un mechόn de pelo
Sono sicura che ognuno di noi abbia provato, almeno una volta, la bellezza della sensazione che si prova quando sprigioniamo verso l’esterno la tempesta che proviamo dentro, anche quando tutto, fuori, appare soleggiato e sereno.
Proprio questo ha fatto la cantante, attrice e ballerina argentina, classe 1997 Martina Stoessel… per intenderci, ha interpretato la protagonista di una delle serie televisive prodotte da Disney più famose di tutti i tempi, Violetta.
Dopo tante produzioni dai toni allegri e vivaci, in cui il tema principale pare essere l’amore in tutte le sue sfumature, l’artista decide di voler mostrare una versione di sé del tutto inedita.
Già l’album Cupido del 2023, mostra una Tini più matura, segnata da varie vicende legate alla sua vita amorosa, che hanno dato inizio ad un processo di cambiamento e maggiore autoconsapevolezza, come nel caso della traccia Carne y Hueso (Pelle e Fumo). I brani, in ogni modo, mostrano ancora i tipici ritmi della musica latina, sempre molto ballabili e divertenti.
Nel 2024, Tini cambia completamente il suo repertorio, stile e… acconciatura. Ricordo che, da piccola, quando mi capitava di guardare Violetta in TV, Tini era sempre caratterizzata da un sorriso ingenuo, luminoso e gli occhi grandi e brillanti… e così è rimasta, pur crescendo, fino a poco tempo fa. Oggi, però, i suoi fan storici capiscono che, proprio mentre, la Stoessel girava la fortunata serie, nasceva in lei un dolore oscuro, profondo e alimentato non solo dal pubblico malizioso, ma, soprattutto dai giornalisti. Tini racconta di essere stata accusata di assumere farmaci illegali e di soffrire di anoressia a causa della sua corporatura – da sempre esile e slanciata – quando così non era. E Martina ha continuato a ingoiare queste cattiverie, nonostante la giovane età.
Tra il 2021 e il 2023, la sua storia d’amore con il centrocampista argentino Rodrigo de Paul continua, ma l’artista viene accusata di aver distrutto la famiglia di lui e di impedire al calciatore di vedere i suoi figli – nuovamente storie inventate, ma che concorrono a spazzare il cuore di Martina. Cancella tutti i suoi post di Instagram e il suo sguardo si spegne. Il primo post risale, ora, al 4 gennaio di quest’anno e il 21 marzo annuncia – inaspettatamente e in un modo sconvolgente – il suo quinto album in studio un mechόn de pelo (una ciocca di capelli), pubblicato l’11 aprile. Un reel su Instagram di pochi secondi: Tini, con i capelli lunghi e uno sguardo perso, disilluso, disperato. L’artista, davanti lo specchio, piange, mentre taglia i suoi capelli. Il brano miedo, in sottofondo, rende tutto ancora più commovente. Poi, Martina accenna ad un sorriso.
Questo album, come racconta la stessa Tini in un’intervista, nasce dalla sua privata e intima esperienza. È come una sorta di diario segreto, con il quale racconta tutti i trascorsi vissuti da lei e dalla sua famiglia nel corso degli anni.
Dalle vicende giudiziarie del padre, accusato per truffa (ma Alejandro Stoessel si è sempre dichiarato innocente), a tutte le porte in faccia ricevute da Martina poiché la sua unica colpa era essere figlia di suo padre, tutte le derisioni, il cyberbullismo a causa del suo peso, le critiche spinte dalle sue relazioni romantiche e, così come la definisce l’artista, la goccia che ha fatto traboccare un vaso pieno: la malattia di suo padre. Da qui, è stato tutto buio, depressione diagnosticata, problemi di accettazione del proprio corpo, farmaci, terapia.
La stesura di questo album è stato un processo consapevole. È una storia, la sua storia, dall’inizio alla fine. I brani, i testi, i visual sono complessi, toccanti e profondi e Martina li ha ideati in prima persona.
“È stato complesso lavorare a questo album. Non serve solo l’dea, ma anche l’interpretazione. Pensiamo al video dall’inizio alla fine e poi cerco di interpretarlo al meglio”
Quest’opera dà voce a tutto ciò che Martina non ha mai osato dire, è la libertà di espressione pura:
“Il mio obiettivo è quello di incoraggiare le persone a parlare”.
L’album ha permesso alla giovane donna di condividere il proprio vissuto con i suoi ascoltatori:
“Le cose brutte accadono a tutti nella vita ed è bello vedere che, effettivamente, i miei fan mi capiscano” e continua “il bello di esibirsi dal vivo è vedere le persone cantare e piangere per delle canzoni che le hanno accompagnate in una fase buia della loro vita”.
pa è la prima canzone della raccolta:
“Ricordo che, quando la scrissi, piansi tutto il giorno. Ci ho messo tre giorni a registrarla”.
Il video, a mio avviso, è straordinario. Martina ha voluto portarci con sé e suo padre durante tutte le fasi della sua vita, intrappolata, per un periodo, in un corridoio di un ospedale.
buenos aires è stato un altro brano complesso “perché è il luogo che più amo al mondo e ho dovuto tirare fuori alcune verità scomode”.
ángel, invece, racconta, da donna adulta, tutta la vicenda delle accuse contro suo padre e tutte le conseguenze che ne sono derivate.
posta e ni de ti si concentrano sulla ribellione verso coloro i quali, durante gli anni, hanno solo manipolato
“esprimendo la loro opinione sulla mia vita in totale impunità. È un atto di brutale insensibilità. È deplorevole vedere come ci siano persone che, attraverso un mezzo di comunicazione o un social, siano capaci di farlo. Esprimi te stesso nel modo più crudele possibile. Ingannare, diffamare, con l’unica intenzione di ferire nel più profondo possibile. E a tutti coloro che continuano a credere o ad alimentare queste bugie, vi auguro, con tutto il cuore, di trovare qualcosa di più produttivo da fare con le vostre vite vuote”.
È fiera del fatto che lei sia riuscita a parlare, a tirare fuori tutto ciò che la stava divorando:
“Se c’è una cosa che vorrei dire alla me del passato è di parlare. Non sono la sola a soffrire, non sono la sola a provare certe emozioni”.
In una toccante e profonda intervista con lo psicologo e psicoanalista argentino Gabriel Rolón, Martina si racconta:
“Questo album mette insieme i pezzi di un piatto rotto voglio ricordare tutte le ciocche di capelli che ho perso durante la malattia di mio padre e tutte le ciocche di capelli che mi sono lasciata alle spalle”
Martina ricorda come i suoi capelli siano sempre stati castani, folti e lunghi, era il suo modo per esprimere forza e sicurezza in sé stessa. Ha vissuto la sua depressione, legando il dolore ai suoi capelli, con l’irrefrenabile bisogno di cambiare continuamente: tagliare, tagliare, tagliare e tingere:
“Ora, pur avendo i capelli corti, mi sento una donna completamente diversa, con maggiore forza. Sono cresciuta molto e sto imparando tanto”.
Lo psicologo afferma come l’interiorità di Tini sia evidente in tutti i testi dei brani, in particolare la frase “non esiste ciò che non si può nominare” (in posta) e l’artista spiega
“prima, non sapevo cosa fosse l’ansia, non sapevo cosa fosse un attacco di panico, non sapevo come chiamare queste emozioni, non capivo nulla e non sapevo se parlare oppure no del mio malessere”.
“Per silenziare le cattiverie, ho pensato che coprirmi fosse la soluzione, ho iniziato a vestirmi con taglie in più, a indossare dei guanti e a modificare le foto per sembrare normopeso. E tutto mi sembrava normale, era quasi meccanico agire in questo modo”.
me voy nasce da una particolare fase del buio vissuto dall’artista:
”Una mattina, non potevo più alzarmi dal letto, non perché non avessi le forze fisiche, ma perché la mia anima mi ha detto non puoi più. Sembrava che dovessi rimanere in quel luogo buio per sempre, mi sono sentita spersonalizzata”.
Il medico, quindi, paragona ‘un mechόn de pelo’ alla Divina Commedia di Dante:” Come se prendessi per mano i tuoi fan e portassi loro nel tuo inferno”
Martina ha, quindi, iniziato un percorso di guarigione:
”Ho iniziato a pensare di non poterne parlare solo con la mia famiglia, con il mio psicologo il mio psichiatra. Dovevo fare uscire fuori tutto ciò che avevo”.
Parla, poi, della sua insonnia:
“Da tre o quattro anni, e sicuramente dopo la malattia di mio padre, ho avuto difficoltà a dormire da sola, sia a casa mia che in hotel. Dopo aver pubblicato l’album sono riuscita a superare questa problematica e dormire da sola.”
Rolón spiega questo accadimento come un tipico esempio della sublimazione, cioè il trasformare un’emozione in qualcosa di creativo.
Continua Tini:
“Io non sono più la stessa” ed è la frase che più rimane impressa nelle menti dei fan. “Avrei potuto pubblicare un album che non ha nulla a che vedere con la mia vita e andare avanti, ma non avrei lasciato il segno. Questo era il momento giusto per farlo, ora sto imparando a gestire i miei tempi e ad accettare il mio dolore.”
Proprio la canzone ‘me voy’ risulta essere l’epilogo della sua sofferenza:
“Me ne vado da questa Martina, da questa fase della mia vita, per entrare in qualcosa di nuovo. Tutto parte dall’accettazione, dalla terapia, dal racconto e dai farmaci, fino a diventare un’’amica di questo sentimento e abbracciarlo. Ecco perché ho pubblicato quest’album, ricordare è il miglior modo per dimenticare”.
Le ultime informazioni che posso darvi sulla Stoessel è che l’artista ha deciso di prendersi una breve pausa dalla musica, per dedicarsi alla sua altra passione: la recitazione. Avrà un ruolo, infatti, in una serie televisiva di produzione messicana, perché
“la cosa importante è che io stia bene”.
2 Commenti
Desde Argentina, hermosa nota; claridad, emoción y altura en el tratamiento de un tema tan importante como lo es la salud y bienestar mental. Tini es una auténtica estrella, con todo lo que ello conlleva en la sociedad actual. Es bueno descubrir este periodismo.
Muchas gracias 💜