Zoom ci ha abituati a riconoscerci in qualche rettangolino mobile per saluti con la famiglia, brainstorming, impegni di lavoro, corsi, psicoterapie, al punto da resettare la percezione un tempo romantica dell’attesa in un rapido link creato per ogni occasione. Dunque anche il teatro ha condotto qualche sperimentazione degna d’interesse, come il Sogno di una notte di mezza estate, sulla scia delle più moderne riletture del bardo, dando vita a una creatura ibrida non priva di fascino e magnetismo. La messa in onda il giorno del solstizio, una grafica antica, sfondi da favola ma anche da cinema di immaginazione come Avatar, abiti casual (d’altro canto quando di parla della straordinaria modernità di un autore non è quasi sempre Shakespeare?) talento recitativo, sfondamento di geografie e un percepibile entusiasmo pronto ad ogni sfida sono gli ingredienti base. Parliamo di A Midsummer Night’s Dream con uno dei protagonisti, in rappresentanza dell’Italia, sensibile e attento interprete della nostra contemporaneità scenica, Giulio Forges Davanzati.
Giulio, quale è stata la scintilla dell’esperimento?
“Il progetto nasce grazie all’impegno e la passione di Rachael Bellis, regista americana che vive e lavora a Londra da diversi anni. La sua intenzione era di radunare un gruppo di attrici e attori provenienti da varie esperienze internazionali e lavorare sull’opera di Shakespeare: quale occasione migliore di una pandemia mondiale! Scherzi a parte, Rachael è stata in grado di trasformare sentimenti di scoraggiamento, paura e insicurezza in energia creativa ed è stata il motore che ha permesso anche a tutto il cast di compiere questa trasformazione”.
Come vi siete rapportati gli uni agli altri?
“Ognuno di noi ha sostenuto dei provini/incontri via Skype e grazie alla velocità del mezzo telematico ci siamo trovati a lavorare un mese intero tra Londra, Roma e New York, ognuno seduto nella propria stanza. Oltre ad esplorare le possibilità di questo nuovo mezzo espressivo c’era la volontà di sostenere una charity che si battesse per una causa di valore e coinvolgendo il pubblico in una votazione, abbiamo deciso di devolvere il 50% dell’incasso a sostegno della campagna Black Lives Matter”.
Vantaggi e svantaggi di questo medium di rappresentazione?
“Indubbiamente si tratta di un mezzo che permette di raggiungere tantissime persone in breve tempo. Pensate che una buona parte di pubblico ha saputo dello spettacolo 5 minuti prima dell’inizio e ha potuto collegarsi immediatamente. Dall’altra penso si tratti di una sfida enorme! Quello del live streaming è un linguaggio che ti porta nella vicenda raccontata con difficoltà. Soprattutto nei testi shakespeariani che sono radicati nel contatto fisico e nel dialogo col pubblico istante per istante. Sono opere scritte con l’obiettivo di celebrare qualcosa insieme in un luogo, una catarsi che avviene fianco a fianco. Insomma ci sono tantissimi “muri” che forse non ha nemmeno senso cercare di abbattere. La sfida è cercare di mantenere viva la fantasia e il colore, di mantenere una fiammella di contatto con un pubblico distante e vicinissimo, che è lì IN QUEL MOMENTO, anzi a volte con un piccolo ritardo, anzi a volte si è staccata la connessione e non lo sai!
… Oh, ci siete?! Per non parlare del contatto tra noi attrici e attori che a volte per relazionarci non ci guardiamo negli occhi per intere scene e ci immaginiamo una risposta, una reazione perché forse c’è un ritardo di ricezione e… non capisco se mi stanno sentendo!”
Credi che una formula del genere abbia avuto una funzione momentanea o possa evolversi fino ad arrivare a costituire una sorta di sostituzione del teatro?
“Assolutamente no! Ma la cosa che trovo meravigliosa è il non rinunciare, il continuare a fare azione, che a volte magari è non fare nulla. E’ una questione di atteggiamento, di stato vitale. Continuare a dialogare creativamente con l’altro. Rachael ha voluto tirare fuori il meglio da questa esperienza e credo che da questo Sogno di una notte di mezza estate emerga questa energia ed è un grande onore per me far parte di questo gruppo. Alla fine solo le azioni decise e in unità ci porteranno a scoprire linguaggi e territori mai esplorati prima”.
Cast: Theseus/Oberon – Srabani Sen
Hippolyta/Titania – Harriet Main
Puck – LaTanya Santana Peterkin
Hermia – Beatrice Mori
Lysander – Harry Farmer
Helena – Ellie Gill
Demetrius – Giulio Forges Davanzati
Egeus/Philostrate – Edmund Dehn
Bottom – Beth Organ
Quince – Rachael Bellis
Flute – Sam George
Snout – Fergus Rattigan
Snug – Sammy Attalah
Starveling – Jonathan Lusk