Gli anni del Covid e il divieto di assembramenti non hanno originato la crisi dei teatri in Italia, ma solo reso insostenibili una serie di difficoltà che esistevano da tempo. Ne commentiamo alcune con l’aiuto di Roberta Calandra, scrittrice, sceneggiatrice e appassionata frequentatrice delle scene.

Calandra, scrittrice, sceneggiatrice e appassionata di teatro, ci racconta cosa succede sulle scene italiane ma anche dietro e intorno a queste, cioè dove la produzione teatrale nasce e cerca, spesso tra mille difficoltà, di andare incontro a un pubblico.

La pandemia da Covid, Calandra parla di numeri bassi, di carenze del sistema produzione e distribuzione

Si è detto spesso che la pandemia e il divieto di assembramenti hanno colpito duro non solo il mondo del teatro, ma dello spettacolo dal vivo in generale, ed è senz’altro vero: ma non vuol dire che negli anni pre-Covid la situazione fosse idilliaca, anzi. I numeri bassi, sempre più bassi, che si registrano nelle sale suggeriscono che le carenze del nostro sistema di produzione e distribuzione (nonché di sostegno alle stesse) vengono da più lontano.

Non è solo long Covid, insomma, quello che rende l’Italia dei teatri più asfittica rispetto ad altri paesi europei ai quali, in teoria, quanto a tradizione non avrebbe nulla da invidiare. Ne parliamo qui, senza rassegnazione ma con molto disincanto.

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