Domenica 28 luglio si è celebrata la Giornata Mondiale dei Nonni. Lo slogan scelto quest’anno per la campagna di sensibilizzazione legata alla ricorrenza era Nella vecchiaia non abbandonarmi. Un claim di forte impatto emotivo, che però dovrebbe essere rivoltato perché oggi, spesso, non sono solo i nonni ad aver bisogno dei loro famigliari, ma anche viceversa.

Con la vita media che si allunga e l’età fertile che si sposta più in là, con le giornate sempre più frenetiche e dense di impegni, ma anche con il crescere del costo della vita e la precarietà lavorativa, i nonni hanno un ruolo sempre più centrale nella vita quotidiana delle famiglie. Se le nonne che passano ore e ore a preparare deliziosi manicaretti iniziano a scarseggiare, le nonne (e i nonni) ancora in forma e pronti a dare una mano, a livello concreto e anche materiale, oltre che emotivo, sono una certezza irrinunciabile per molti nuclei famigliari. Nonni baby sitter, ma anche nonni tuttofare e nonni che danno garanzie che mancano alle giovani generazioni, per esempio in caso di richieste di mutui o prestiti. Nonni, inoltre, che possono contare su una speranza di vita che ormai si è molto allungata rispetto alle generazioni precedenti, e che spesso arrivano alla propria terza età ancora molto lucidi e in forze.

I nonni, la solidarietà intergenerazionale

Tutto questo spinge a ripensare la narrazione sulla terza età e sulla figura del nonno o della nonna, che possono diventare anche un elemento fondamentale per permettere alle donne, nell’atavica mancanza di altri sostegni istituzionali, per esempio, di portare avanti carriere impegnative con la certezza che una preziosa collaborazione nel mandare avanti le famiglie ci sarà, grazie a una solidarietà intergenerazionale che oggi sembra sempre più necessaria.

E’ notizia di qualche giorno fa, che in Svezia è stata approvata una norma che permette di trasmettere il congedo parentale ai nonni: se mamma o papà per qualche ragione non vogliono usufruire delle ore di congedo, a stare con il bambino potrà essere il nonno a cui sarà garantita l’indennità. Una misura che, come spesso accade nei paesi nordici, guarda a un futuro che è già presente e che dimostra di comprendere perfettamente il nuovo valore di una figura che può essere sempre più importante per il sostegno della famiglia e anche per la vera emancipazione femminile aiutando a individuare una soluzione concreta per la sempre complicata avventura della conciliazione tra maternità e lavoro.

Come dicevamo all’inizio, le figure tradizionali dei nonni non esistono più, proprio perché la terza età di oggi è molto diversa dalla terza età di qualche decennio fa, e c’è una grande rilettura su questa stagione della vita, che viene affrontata in modo sempre più consapevole e attivo. Parlavamo qualche tempo fa dell’ageism, una discriminazione che colpisce le persone, in particolare le donne, in là con l’età dando del terzo tempo una lettura stereotipata e ormai completamente fuori dalla realtà che ci circonda.

Un welfare alternativo in famiglia

E come si trasformano i nonni  si trasforma anche il loro ruolo nella famiglia contemporanea, allargandosi e confermandosi sempre più prezioso, un vero welfare alternativo.

 “L’Italia è una repubblica democratica fondata sui nonni”,

scrive nella prefazione del suo libro Nonni, la giornalista e scrittrice Maria Antonietta Schiavina che ha raccolto 75 bellissime storie di nonni e nipoti. Narrate da nipoti di tutte le età che ormai adulti, padri, alcuni addirittura nonni a loro volta, hanno riflettuto sulla grande influenza che questa figura ha avuto nello sviluppo della loro personalità. Un racconto che parte da esperienze reali e che quindi restituisce un quadro colorato e multisfaccettato del modo in cui si può essere nonni, ieri come oggi.

In questi 75 affreschi di umanità, in cui Schiavina propone ricordi di persone di differente provenienza geografica, professione, generazione, personaggi noti come Gino Paoli, Margherita Missoni, Maurizio Costanzo, Carlo Conti e molti altri, insieme a tante persone comuni, si ritrovano nonni sognatori che invitano i nipotini ad avere il coraggio di sognare, e ancora: nonni poetici, ruvidi ma dal cuore gentile, glaciali ma pronti a regalare ai successori un preziosissimo senso pratico, appassionati, illustri imprenditori, audaci sportivi, simpatici cialtroni, combattenti per la libertà e reduci dai campi di concentramento.

Un’ umanità varia che ha in comune la traccia che la propria esistenza e i propri ricordi hanno lasciato su quella dei nipoti. Un libro che è pensato per aiutare i nonni ad uscire da un margine a cui una narrazione fuori tempo li confina e per aiutare concretamente chi in questo margine rimane bloccato, visto che i proventi dell’opera vanno a finanziare iniziative per sostenere i nonni più soli e fragili.

Ma un libro soprattutto che dimostra, più di tanti slogan, che un nonno presente, attivo e coinvolto nella vita famigliare è un patrimonio prezioso, capace di lasciare un’eredità che va ben oltre quella materiale, ed è una risorsa a cui, oggi più di ieri, le famiglie hanno bisogno concreto di attingere e dovrebbero essere messe sempre più in condizione di farlo.

Condividi: