Quando si parla di disturbi alimentari, spesso si sottovaluta l’impatto che questi possono avere sulla dimensione affettiva. La mia esperienza con l’anoressia nervosa mi ha mostrato quanto siano strettamente legati questi due aspetti della vita.

La mia scarsa autostima e la paura di vivere relazioni insoddisfacenti, non perfette o non totalizzanti, mi hanno portata a cercare rapporti simbiotici ed esclusivi. Questa ricerca incessante ha spesso sfociato in difficoltà relazionali, avvicinandomi alla dipendenza affettiva.

Un circolo vizioso: dipendenza affettiva e disturbi alimentari

In molte storie, inclusa la mia, la dipendenza affettiva può essere sia una conseguenza del disturbo alimentare, sia la causa scatenante di quest’ultimo. Che sia uno o l’altro, ci sono alcune esperienze comuni che si possono riscontrare:

  • Insicurezza affettiva
  • Bassa autostima
  • Paura di stare soli
  • Paura di non essere all’altezza
  • Ricerca di forti emozioni

Le emozioni che nascono in un rapporto affettivo possono essere destabilizzanti, specialmente quando accompagnate da pensieri negativi e dalla sensazione di non meritare amore. Questo è un pensiero che ricorre spesso nelle storie di chi, come me, ha avuto problematiche alimentari.

Quando la dipendenza affettiva diventa problematica

Si parla di dipendenza affettiva come di una vera e propria dipendenza da sostanze. Questa prende vita quando l’idea di perdere l’altro o la relazione diventa intollerabile, fonte di ansia e paura.

Chi, come me, ha sofferto o soffre di un disturbo alimentare, sa cosa significa dipendere dal cibo e dagli affetti per sentirsi vivo e sviluppare un’idea compensatoria di sé. Spesso, queste persone non si sentono così amate o importanti in famiglia, da cercare nella dipendenza quelle attenzioni che credono di potervi trovare.

Gestire la fame insaziabile di amore

La voglia di amare ed essere amati può portare allo sviluppo di disturbi alimentari, sfociando in ipercontrollo o discontrollo totale. Il cibo può diventare un modo per autocurarsi o punirsi in una relazione affettiva insoddisfacente, ma in effetti non è la soluzione. Quella arriva con la psicoterapia. La fame d’amore diventa una vera e propria fame emotiva ed affettiva, spesso conseguente a relazioni familiari insoddisfacenti.

Riconoscere e affrontare le difficoltà

Avere delle difficoltà è naturale. Che sia una dipendenza affettiva o alimentare, poco cambia: è comunque un sintomo, una forma di comunicazione. Che cosa vuoi comunicare e a chi? Da chi hai bisogno di essere vista e amata? Sei sicura che sia la persona attuale o senti che è qualcosa di più antico?

La mia esperienza mi ha insegnato che la vera guarigione inizia con l’amore per se stessi. È un percorso lungo e a volte doloroso, ma fondamentale per migliorare il rapporto con il proprio IO interiore e modificare l’approccio nelle relazioni. Non esitare a cercare aiuto e a lavorare su te stessa. Il viaggio verso la guarigione è possibile e vale ogni sforzo.

La psicologa Maria Chiara Gritti, esperta di dipendenza amorosa, ha scelto un approccio universale per trattare questo tema: una favola, il libro La principessa che aveva fame d’amore.

Attraverso la storia della simpatica Arabella, racconta i moti, le pulsioni, gli errori e le aspettative delle tante donne che si ostinano a vedere ogni ranocchio, o peggio ogni orco, come un principe azzurro.

Meno male che una voce saggia l’aiuta a guardare la realtà per quello che è. Questo libro, concepito come un vero e proprio romanzo, è una guida originale e arguta (e assolutamente affidabile) per liberarsi della love addiction e costruire passo a passo la propria indipendenza.

Condividi: