Wiki-dicasi powerlifting quello sport da competizione in cui l’atleta solleva il “massimo peso possibile in tre esercizi: lo squat, la distensione su panca piana e lo stacco da terra”. Cosa c’entra col gaming (e con chi scrive, tecnicamente allergica a ogni forma di sforzo fisico)? C’entra: perché è dal fronte powerlifter che sono arrivate le difese più sperticate di un corpo non conforme, l’ennesimo che osa affacciarsi tra i frame e i pixel di videogiochi mainstream quando la community sembra ancora tutt’altro che pronta. Parliamo di Thor e dell’ultimo God of War, naturalmente. Un panzone, no, un thicc boy. Uno tosto, insomma.

Passo indietro: il nuovo trailer di God of War: Ragnarok, l’attesissimo nuovo titolo del franchise di Santa Monica (quelli che avevano collaborato a Journey, ricordate?), allude senza troppi spoiler a quel che ci riserverà il gioco. GoWR porterà a compimento la saga di Kratos e conterrà, va da sé, la manifestazione ultraterrena del titolo — il Ragnarøkkr, appunto, lo scontro esiziale tra luce e tenebre, tra ordine e caos, durante il quale il Creato verrà distrutto e ricostruito daccapo. Il reboot definitivo dell’esperienza terrestre, insomma. Nel trailer c’è un mix di sexyssimo gameplay da PS5 e sequenze cinematografiche ingame piene di dettagli luccicosi, luccichii, atmosfere: legittimo far levitare le aspettative mentre osserviamo con avidità il lagnosissimo Atreus discutere col padre di questioni ben poco triviali e sicuramente identitarie, portarci a bordo dei più vari mezzi di trasporto/contesti/poste in gioco e quel che sembra una struttura semi-open world spalancarci location su location. Ma si diceva di Thicc Thor. Dunque.

Dov’è la mia birra? (via.)

Sin dall’inizio del franchise, nell’ormai giurassico 2005, Santa Monica non si limita ad allestire una mera rappresentazione delle leggende norrene, ma le reinterpreta. E senza allontanarsi troppo dalle fonti storiche. Questo significa per esempio che Loki, a differenza di quanto pasticciato in zona Marvel Avengers, non è affatto il fratello di Thor; e che Thor stesso, sempre a differenza di quanto incarnato da Chris Hemsworth, non ha il phisique du role di un modello standard di biancheria intima. È un modello… alternativo, quantomeno.

Ora: a differenza di quanto accaduto per Aloy di Horizon, che pure abbiamo visto ridisegnare alla luce di una maggior verosimiglianza, nessuno ha osservato che uno stile di vita attivo a combattere fantacreature&umani assieme dovrebbe prevenire il beer gut della divinità; ci si è però indignati, questo sì, della supposta (…) poca avvenenza del soggetto, e via di meme.

Aloy Thor Meme
Reazioni appropriate (via.)

La verità è che, come ha osservato il due volte campione del mondo di powerlifting Darren McCormac intervistato da The Sixth Axis, che ci piaccia o no, il Thor rappresentato da God of War rappresenta il picco della performance maschile. […] Massa e forza sono strettamente correlate. Nel powerlifting, le categorie più competitive sono quelle sotto i 100 e sotto i 110 chili – tizi che sollevano multipli del loro peso. Sono omoni giganteschi. Non devono essere alti e slanciati, devono essere corpulenti. […] Non tutti loro hanno addominali scolpiti, anzi. Hanno uno strato di grasso che li ricopre, un power belly. Qualunque scemo può farsi degli addominali – sì, ce l’ho con lei, Signor Hemsworth – ma un power belly e dei grossi trapezoidali sono i segni distintivi di uno fortissimo.” 

Aww (via.)

Power belly: possiamo tradurlo con panza-potenza? La cosa più notevole, a parte il dissing all’ex bro-Thor, è il profilo linkedin di detto campione del mondo: un insospettabile quanto professionalissimo Senior Delivery Manager, nonché consulente aziendale di agile techniques.

Bear di tutto il mondo, unitevi. Non c’è nulla che ci protegga meglio: dal freddo, e probabilmente da qualsiasi altra cosa. Autostima esclusa.

Condividi: