Oggi ci troviamo spinti da venti di guerra che stanno trascinando il popolo ucraino e forse l’Europa intera in una potenziale escalation militare dagli esiti imprevedibili. Le guerre hanno segnato l’umanità da sempre e con veemenza immutata sembrano annullare ogni sentimento di pace e bellezza.

Oggi come ieri, ieri come oggi, nel mondo sono presenti aspri contrasti fra popolazioni divise e ostili tra loro che spesso degenerano in lunghe e sanguinose guerre che lasciano profonde ferite e fratture identitarie ed economiche.

Nella storia dei popoli gli scenari più drammatici si sono manifestati più frequentemente all’indomani della caduta dei grandi imperi o all’apice delle grandi dominazioni. 

Negli ultimi trent’anni, in seguito al crollo dell’URSS all’inizio degli anni ’90, la situazione geopolitica nel mondo è cambiata in modo significativo: si sono affermati nuovi interessi e nuovi attori nella scena politica mondiale.

In particolare, dalla realtà geopolitica rappresentata dell’ex Unione Sovietica, sono emerse 15 nuove Repubbliche indipendenti, spesso contrassegnate da complesse situazioni sociali e difficoltà economiche, con forti frammentazioni della governance e guerre interne tra gruppi di diversa cultura ed etnia.

Emblematico, da questo punto di vista,  è il caso del Nagorno Karabakh, sito nel Caucaso meridionale e appartenente geograficamente all’Altopiano armeno, teatro di tragici atti di violenza e di pulizia etnica.

Tra il gennaio 1992 e il maggio 1994 nel paese, infatti, esplose un conflitto armato, tra la maggioranza etnica armena del Nagorno Karabakh sostenuta dalla Repubblica Armena, e la Repubblica dell’Azerbaigian, che provocò circa 25mila vittime e centinaia di migliaia di sfollati.

Il conflitto scoppiò in seguito al voto del parlamento del Nagorno Karabakh il quale, facendo leva su una legge sovietica allora vigente, dichiarò la nascita della repubblica del Karabakh Montagnoso (Nagorno Karabakh) Artsakh, atto che portò allo scontro diretto fra l’Azerbaigian e l’Armenia che sosteneva la nuova repubblica indipendente.

L’Armenia, l’Azerbaigian, assieme ai 5 paesi Stan, così denominati per via del suffisso con il quale terminano, tutte ex repubbliche sovietiche, sono oggi Paesi ricordati per le rivolte e i conflitti interni mai risolti dopo la disgregazione dell‘impero sovietico.

Un’idea più precisa della realtà di questi territori possiamo farcela leggendo il libro Al di là dell’orizzonte (Italian Edition) eBook, opera prima di Marta Novella, perché ci aiuta a ripercorrere il loro passato e a comprenderne il loro presente, e seguendo un file rouge intimista, ci porta alla scoperta di una terra che conserva la meraviglia e la bellezza dei luoghi e dove si può incontrare un’umanità mai indurita nell’animo e mai piegata dalla violenza.

In questo libro, Marta Novella ci descrive le impressioni e le sensazioni riportate durante un lungo viaggio fatto assieme al suo compagno Alex attraverso i territori dell’Asia caucasica, e dell’Armenia in particolare, con una Lada Niva, un’auto-simbolo che – oltre richiamare nostalgicamente tempi andati – rievoca anche la fuga del suo compagno, che, bambino, nel 1991, a bordo di una Lada, aveva attraversato con la sua famiglia un’Unione Sovietica diventata una sorta di far west perestroiko, per arrivare in Germania: la nuova terra promessa.

“È ufficiale: non c’è modo migliore per visitare l’Armenia di una Lada Niva”, così Marta Novella inizia la narrazione dell’avventuroso viaggio attraverso l’Armenia, un territorio che si presenta da subito con paesaggi mozzafiato e variegato:

era un mix di verdi terre della Scozia e di cielo azzurro e soleggiato à la provencal. Il monte Ararat ci guardava innevato, raschiando elegantemente il cielo. (…) Era molto sorprendente e selvaggia, con cambi repentini di scena: nella stessa giornata, guidavamo su colline fiorite di alberi di albicocco per arrivare poi ad imbatterci in montagne desertiche dove non c’era alcun segno di vita”.

La narrazione continua evidenziando non solo il fascino esercitato dalla natura e dai suoi singolari scenari ma anche quel connubio con cui essa si mescola con il passato storico del paese:

“Il lago Sevan era diverso: aveva una bellezza particolare, quasi malinconica, e sembrava raccontare storie di vita passata. Guidando sulla riva che costeggiava il lago, scorgemmo infatti tantissimi relitti e costruzioni abbandonate risalenti all’epoca sovietica. Scheletri di hotel e di avamposti umani rimasti lì ad arrugginire osservando silenziosamente il lago. Sembrava quasi che, subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, tutti i compagni comunisti se ne fossero andati in fretta e furia lasciando la maggior parte dei progetti a metà (…) Diventò quindi normale per noi scorgere aree pic-nic arrugginite accanto a zone di villeggiatura semi-distrutte. E sullo sfondo il lago blu: la natura scintillava in tutto il suo splendore, nonostante noi umani cerchiamo sempre di lasciare un segno che troppo spesso diventa cicatrice, come quelle decadenti costruzioni balneari”.

Fu proprio in Armenia sulle sponde del lago Sevan, uno dei più grandi laghi d’alta quota al mondo, che, seduto al tavolo di un ristorante, incontrai Marta, quando era ancora all’inizio di un viaggio che l’avrebbe portata a fare il giro del mondo.

Dal riconoscerci in modo immediato per un’istintiva empatia, e anche per il fatto di trovarci in un paese molto diverso dal nostro per tradizioni, cultura, ambiente, paesaggi fisici e di parlare la stessa lingua, nacquero scambi di opinioni e di idee liberi da qualsiasi riserva mentale che compenetrandosi arricchirono i nostri diversi punti vista e le esperienze fatte fino a quel momento, soprattutto riguardo al paese che entrambi stavamo visitando.

Per me tutto questo è stato un ripercorrere i luoghi già percorsi  che ha arricchito, grazie all’acquisizione di una nuova prospettiva, le esperienze fatte fino a quel momento di nuovi dettagli e nuove sensazioni  rendendo più completo e più vicino alla realtà oggettiva il mio punto di vista sull’Armenia.

Incontri come questo trasformano ogni viaggio in un’esperienza unica e comportano un nuovo mindset, che ci consente di aprirci a nuove visioni, prospettive e vedute.

Una mente aperta è il vero fondamento di convivenza e garanzia di pace e ogni viaggio ha un grande potere di trasformazione che  determina ogni volta una rinnovata visione di se stessi e del Mondo.

Vi aspetto lunedì 14 marzo alle ore 19 online su zoom insieme a Marta Novella per parlare e ripercorrere esperienze e sensazioni sul mondo sovietico visitato in larga parte da entrambi, spesso avvolto da una nube di mistero ed ora sotto i riflettori dell’attualità.

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