Poliamore e cultura: intervista a Pellegrino Dormiente
Pellegrino Dormiente è artista poliedrico e content creator, rappresentante della comunità poliamorosa. Poliamore e cultura.
Pellegrino Dormiente è artista poliedrico e content creator, rappresentante della comunità poliamorosa. Poliamore e cultura.
Il 12 giugno 2024, Pellegrino Dormiente – artista poliedrico e content creator – in qualità di rappresentante della comunità poliamorosa, ha partecipato a un dibattito su YouTube con il noto YouTuber e filosofo Riccardo Dal Ferro. Questo video, già visto da diverse migliaia di persone, ha suscitato notevole interesse sul poliamore. A partire da questa discussione, in parte controversa, ho deciso di intervistare Pellegrino sulla sua esperienza personale come persona poliamorosa e sulla divulgazione di questo tema.
Presentati in breve per chi non conosce il tuo lavoro e racconta come il poliamore si è intersecato a tutti gli aspetti della tua esistenza.
Sono Pellegrino del collettivo Debitum Naturae, un gruppo che si dedica alla creazione di arte macabra utilizzando materiali recuperati in modo etico. È interessante riflettere su come il poliamore si sia intrecciato a tutti gli aspetti della mia vita. Infatti, i legami affettivi e personali e quelli “lavorativi” si sono sempre sovrapposti, scambiati e talvolta identificati. Potremmo dire che il modello rizomatico e miceliare con cui ho costruito le mie relazioni è lo stesso con cui ho organizzato il collettivo artistico… o forse è il contrario, chi può dirlo.
Quali sono le discriminazioni a tuo avviso più gravi verso questo orientamento/stile?L’accusa di essere poco seri fa davvero male. Al di là del fatto che una maggiore libertà, e il desiderio di esplorare anche esperienze sessuali al di fuori del “nucleo affettivo” non dovrebbero essere giudicate negativamente, è devastante vedere quanto sia diffuso il luogo comune secondo cui il poliamore equivalga a mancanza di serietà o di desiderio di impegnarsi. Questo è particolarmente frustrante perché la realtà è esattamente l’opposto!
Strettamente collegato a questo aspetto c’è un altro luogo comune che mina alla base qualunque dialogo possibile: il poliamore non viene riconosciuto come orientamento e quindi viene visto esclusivamente come una scelta di comodo. Come dicevo prima, questo è un fraintendimento profondo che impedisce di comprendere la vera natura del poliamore.
Ce ne sarebbero molti altri da citare, ma un’ultima menzione di (de)merito va fatta per il richiamo alla necessità dei possibili “figli” di avere una famiglia “normale” o comunque per le obiezioni legate ai figli. Trovo questo argomento particolarmente irritante, sia perché perpetua l’eterna centralità di questo tema a discapito di tutti gli altri, sia perché, con un po’ di riflessione e studio, si comprende quanto uno stile relazionale diverso possa essere buono allo stesso modo, se non addirittura migliore.
Perché decidere di dialogare con chi invalida il tuo orientamento e quali sono le condizioni essenziali per un dialogo costruttivo sul poliamore?
Perché di poliamore se ne parla comunque sempre troppo poco. Uscire dalla propria nicchia, dalla propria echo chamber, è fondamentale per raggiungere nuove persone e far conoscere una realtà spesso fraintesa. Credo fermamente che il dibattito, se condotto con intelligenza e rispetto, non legittimi mai la parte “avversaria”; anzi, può essere un’opportunità per mettere in luce le debolezze dei pregiudizi altrui.
Certo, le condizioni essenziali per un dibattito costruttivo sono educazione, cultura, buon senso e un minimo di apertura mentale. Solo così possiamo sperare di creare un dialogo che porti a una maggiore comprensione e accettazione del poliamore nella società.
Credi di essere riuscito a smuovere qualcosa nel tuo interlocutore e cosa ne pensi della reazione del pubblico?
Se ti riferisci all’ultimo dibattito a cui ho partecipato, direi di sì. Le posizioni sono rimaste distanti, ma i punti che mi premeva chiarire e che “non andavano” nel video precedente sono stati affrontati. Anche il pubblico è stato, tranne qualche eccezione, molto ricettivo e in alcuni casi addirittura grato. Questa è la parte migliore del fare divulgazione anche in territorio “ostile”: poter far sentire validate persone che magari sino a quel momento non avevano trovato alcun sostegno al proprio sentire.
Colgo l’occasione, se leggerà queste pagine, per ringraziare il padrone di casa per la sua educazione e disponibilità e, in generale, per l’opportunità che mi ha dato (e ha dato a tutti i poliamorosi e le poliamorose).
Quali temi pensi di avere trascurato e quali argomenti – a posteriori avresti aggiunto?Sicuramente approfondire l’aspetto dell’amore e dell’accudimento che si moltiplica e non si divide, essendo un tema ricorrente anche nei commenti, spesso neanche posto in modo ostile. Ma anche approfondire meglio le dinamiche vere e proprie tra partner e relazioni, chiarendo ulteriormente la questione del poliamore non gerarchico, dato che ho visto essere un altro argomento sul quale c’è ancora molta confusione.
Rifaresti questo o simili dibattiti e, sei ottimista riguardo la divulgazione sul tema?
Io non sono mai ottimista e proprio per questo ne farei altri mille di dibattiti simili. Chiunque voglia farsi avanti è ben accetto, e anzi, grazie anche per questo articolo.
Cosa pensi sia necessario a livello di nazione/cultura per rendere il poliamore più materialmente “accessibile”?
Ecco che in corner mi ricordi un altro grande tema che avrei voluto trattare meglio: il riconoscimento legale e le tutele per chi vive questo stile relazionale. È fondamentale per il benessere dei singoli e della comunità che si prosegua in questa direzione. Il riconoscimento legale e da parte della società delle nostre “costellazioni poliamorose” sarebbe davvero un sogno e non c’è miglior modo di rendere tutto questo sempre più “normale” agli occhi di sempre più persone.
Per chi volesse approfondire, ecco il link del dibattito tra Pellegrino e Rick.
Mi urge fare una precisazione da persona poly: discutere dell’orientamento delle altre persone non dovrebbe essere incoraggiato. L’orientamento dovrebbe essere semplicemente accettato in una società aperta, progressista e queer friendly.
È una cosa riflettere sulle dinamiche psicologiche delle varie forme e stili relazionali, un’altra è avventurarsi nel ben più interessante e complesso dibattito non tra monoamore e poliamore come orientamenti, ma tra mononormatività come ideologia dominante e poliamore come filosofia della liberazione emotiva collettiva.