Cosa non abbiamo capito? Molto, direi. Cercando online poliamore, spesso si trova la definizione:

“pratica o desiderio di intrattenere relazioni romantiche multiple contemporaneamente con il consenso e la conoscenza di tutte le parti coinvolte. Si basa sui principi di apertura, onestà e consensualità, distinguendosi da altre forme di non-monogamia come il tradimento o l’infedeltà”.

Paradossalmente, queste ultime sono tacitamente molto più accettate dalla nostra cultura monogama, in quanto viste come normali valvole di sfogo all’esuberanza erotico-affettiva umana, soprattutto se maschile, con una forte nota di sessismo, o come rimedio al tedio relazionale imposto da vincoli sociali e abitudini.

I termini pratica e desiderio sono vaghi e non permettono di cogliere la vera natura del poliamore. A mio avviso – da persona poliamorosa e da ricercatore – è necessario dividere il concetto su almeno tre livelli per chiarire di cosa stiamo parlando.

Il poliamore

Il poliamore, dunque, è almeno tre cose:

  1. Un Orientamento Affettivo: Il poliamore può essere visto come un orientamento che riguarda la capacità e il desiderio di amare più persone contemporaneamente. Questo orientamento può essere innato o sviluppato nel tempo, ma è comunque parte integrante dell’identità affettiva di una persona.
  2. Uno Stile Relazionale: Come stile relazionale, il poliamore descrive il modo in cui le persone scelgono di strutturare le loro relazioni. Ciò include la comunicazione aperta, la trasparenza e il consenso tra tutte le parti coinvolte, promuovendo relazioni basate sulla fiducia reciproca e il rispetto.
  3. Una Filosofia dell’Amore e dell’Affettività: Il poliamore può essere interpretato come una filosofia che abbraccia l’amore, l’affettività e i rapporti umani in un contesto più ampio, con implicazioni politico-sociali significative. Questa filosofia sfida le norme sociali e culturali della monogamia e promuove un approccio più inclusivo e diversificato alle relazioni.

In generale, il poliamore viene spesso contrapposto alla monogamia, generando dibattiti sterili e polarizzati che non affrontano il vero problema culturale: la struttura di normatività che affligge le società contemporanee occidentali. Infatti, il poliamore è antagonista non della monogamia, ma della mononormatività in quanto cultura egemonica, la quale non riesce a cogliere la complessità affettiva umana nelle sue molteplici e variegate sfumature.

Per comprendere veramente il poliamore, è necessario considerarlo in tutte le sue dimensioni: come orientamento affettivo, stile relazionale e filosofia dell’amore e dei rapporti. Solo così possiamo iniziare a esplorare la sua profondità e il suo potenziale per arricchire/liberare le nostre vite e le nostre società.

Una Tripartita Divisione

Detto ciò, compresa questa tripartita divisione di un neologismo carico di contenuti e complessità, risulta evidente quanto sia fazioso discutere di poliamore vs monogamia, valutando cosa sia meglio, peggio, naturale o più etico. Non perché i paragoni non possano essere fatti, ma perché bisogna capire cosa stiamo comparando; altrimenti, ci troviamo a tentare di misurare l’incommensurabile.

Dunque, prima di tutto, spacchiamo la monogamia, non in quattro, ma in tre parti per renderla commensurabile alle tre forme del poliamore (in futuro potremmo trovare nomi idonei per distinguere queste tre).

In primis, il poliamore come orientamento affettivo/relazionale (solo secondariamente sessuale) è paragonabile al monoamore, ed è da qui che voglio partire.

Definizione di Orientamento Sessuale/Affettivo

Orientamento sessuale/affettivo si riferisce alla direzione o al tipo di attrazione emotiva, romantica e/o sessuale che una persona prova verso un’altra persona. Questo può includere:

  • Attrazione Sessuale: Il desiderio di avere rapporti sessuali o attività sessuali con una o più persone.
  • Attrazione Romantica/Affettiva: Il desiderio di formare legami emotivi, sentimentali e romantici con una o più persone.

Gli orientamenti sessuali e affettivi comuni includono eterosessualità, omosessualità, bisessualità, asessualità e altre varianti che descrivono l’attrazione di una persona verso i generi o le persone con cui si sentono attratte e/o amano.

Applicazione al Poliamore

Poliamore come Orientamento Affettivo/Relazionale

Il poliamore può essere considerato un orientamento affettivo/relazionale in quanto descrive la capacità e il desiderio di amare e avere relazioni romantiche con più persone contemporaneamente.

  1. Attrazione Affettiva: Nel contesto del poliamore, l’orientamento affettivo si manifesta nel desiderio di stabilire e mantenere legami emotivi e romantici con più di una persona alla volta. Questo può includere sentimenti di amore, cura e supporto reciproco tra tutti i partner coinvolti.
  2. Attrazione Relazionale: Oltre all’attrazione emotiva, il poliamore implica una preferenza per un modello relazionale che consenta e celebri queste connessioni multiple. Le persone poliamorose cercano attivamente relazioni multiple in cui tutti i partner sono consapevoli e consensuali.

Considerare il poliamore come un orientamento affettivo/relazionale aiuta a comprendere meglio la sua complessità e le sue sfumature.

Non si tratta semplicemente di un comportamento o di una scelta, ma di una parte integrale dell’identità affettiva di una persona, che influenza profondamente il modo in cui vive e gestisce le sue relazioni romantiche. Questa comprensione ci permette di apprezzare la diversità delle esperienze umane e di promuovere una maggiore accettazione e inclusività nella società.

Se il poliamore è un orientamento, così come lo è il monoamore in quanto desiderio di affettività e stabilità relazionale con una persona alla volta, discutere di meglio o peggio è solo una palese forma di discriminazione con la quale attaccare una parte integrante dell’identità di una persona. Perciò, ogni sorta di dibattito monoamore vs poliamore è di per sé fazioso e discriminatorio, come se stessimo confrontando qualitativamente ed eticamente asessualità e allosessualità.

Ovviamente, va aggiunto un dettaglio non da poco: non stiamo parlando qui di bianco o nero ma di sfumature. Una persona monoamorosa può anche sperimentare amore e desiderio affettivo/relazionale per più di una persona alla volta; questo può cambiare nell’arco della vita, poiché si tratta di una tendenza e non di una categoria ontologica chiusa.

Stesso discorso vale per il poliamore: non tutte le persone hanno la stessa tendenza verso numerosi partner, alcuni si saturano più in fretta di altri, alcuni hanno ritorni decrescenti dopo una certa soglia di persone, e così via.

Monoamore e poliamore sarebbero meglio comprensibili come un vasto e non impermeabile spettro dell’orientamento affettivo degli individui e andrebbero rispettati come tali.

Al Secondo Livello: Poliamore
come Stile Relazionale

Il poliamore come stile relazionale comprende una varietà di modi di stare insieme e di creare relazioni non-monogame che possono assumere forme potenzialmente infinite. Si va dal parallel poliamory – relazioni che corrono in parallelo senza che i partner si intersechino pressoché mai – a configurazioni più rappresentate come le triadi o altre costellazioni relazionali.

In quest’ottica è fondamentale comprendere che, sebbene vi sia una correlazione tra orientamento e stile, non vi è tuttavia causazione. In termini meno tecnici, si può dire che se l’orientamento è intrinseco al soggetto – non decidibile – lo stile relazionale, invece, può essere scelto entro certi limiti. Dunque, una persona con orientamento poliamoroso può stare bene anche in una relazione monogama se lo sceglie, così come una persona monoamorosa può trovarsi in una relazione poli.

Infatti, per esempio, se tu hai la capacità, il desiderio e la tendenza ad amare una persona alla volta, ciò non implica che quella, per stare bene con te, debba fare altrettanto.

L’idea che l’assoluta reciprocità sia il problema alla base dell’incompatibilità tra monoamore e poliamore è dettata da pregiudizi predominanti, come l’intendere il poliamore come disimpegno o mancanza di cura.

Il Piano Filosofico/Politico

Da ultimo, sebbene ogni punto meriterebbe pagine e pagine, vi è il piano filosofico/politico. Qui si assiste a uno scontro culturale tra il poliamore come filosofia della liberazione affettiva e dell’accettazione di molteplici forme di amore senza restrizioni numeriche o qualitative, e la monogamia – non il monoamore – intesa come stile relazionale non scelto, bensì imposto dalla mononormatività.

Questa ideologia occidentale, ma non solo, di lungo periodo ha creato la famiglia moderna (eterosessuale, basata sul vincolo del matrimonio, pronatalista) come strumento per regolare e frammentare gli individui in nuclei minimi, al fine di coltivare certe politiche demografiche, somministrare determinate visioni della sessualità, e imporre un’agenda neoliberale e colonialista.

Tema sul quale tornerò più volte in altri articoli.

Per avere un assaggio di questa santa alleanza tra famiglia moderna, mononormata, e neoliberismo consiglio i libri Family Views di Melinda Cooper e Per farla finita con la famiglia di Angela Balzano.

Conclusione

I dibattiti tra monogamia e poliamore sono intrinsecamente sterili e faziosi, poiché queste due realtà non solo possono coesistere fianco a fianco, ma persino fondersi e intersecarsi una volta che il sistema valoriale dominante e discriminatorio verrà sostituito da uno più libero e generativo.

Dunque, se poliamore e monogamia sono conciliabili, perché sembra che il poliamore sia all’attacco? Il poliamore è all’attacco perché domanda non solo l’accettazione dell’orientamento e dello stile relazionale della sua comunità, ma anche la demolizione del modello monogamico basato sulla mononormatività.

Se sei una persona monoamorosa o preferisci vivere relazioni monogamiche, non sentirti attaccata: già abiti in un mondo culturale fatto apposta per te. Invece, aiutaci a demolire la mononormatività che costringe innumerevoli persone in gabbie grigie di amore diminuito.

Il poliamore filosofico contempla la libertà per ogni orientamento e stile, perciò, non può che opporsi a ogni rigida norma culturale ed affermarsi come filosofia affettiva per il nostro futuro collettivo.

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